Presentata la finale di Cagliari, fortemente voluta da Binaghi e le istituzioni locali. “Avremmo lottato anche dopo un ulteriore diniego”. Monte Urpinu fu sede dello storico Italia-Svezia di Davis.
Una fase della conferenza stampa. In primo piano, Binaghi e Cappellacci
(Foto Stefanini – FIT / E' di Stefanini anche la foto in home page)
Di Riccardo Bisti – 1 ottobre 2013
A un mese dall’attesa finale di Fed Cup, il Tennis Club Cagliari ha ospitato la presentazione dell’evento. Era presente il top della politica sarda: il presidente della Regione Ugo Cappellacci, nonché il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Oltre ad Angelo Binaghi, presidente FIT, c’erano anche il presidente di SportCast Carlo Ignazio Fantola (che, come tutti sanno, ha un rapporto di parentela con Binaghi), Sergio Palmieri e Gian Luigi Stagno, presidente di uno dei pochissimi club ad avere de squadre in Serie A1. Per questa ragione, un match è stato anticipato al sabato per poi lasciare spazio alla Fed Cup. Nel weekend di Italia-Russia, le squadre rossoblu riposeranno o giocheranno fuori casa. Non sono emerse grosse novità rispetto al noto, se non il fatto che l’ITF (confermando quanto emerso dalla nostra inchiesta) ha concesso una deroga alla FIT per ospitare il match in quella che non è considerata una “Major City”. La novità sta nel fatto che dall’anno prossimo, probabilmente, le regole delle città papabili per ospitare una finale saranno ancora più rigide. Per questa ragione, Binaghi ha intascato i complimenti sia del sindaco che del presidente della Regione. Quest’ultimo, in particolare, ha avuto un ruolo decisivo nell’operazione, giacchè il contributo della sua istituzione è stato decisivo per sostenere un evento che costerà oltre mezzo milione di euro. Secondo Cappellacci, la Fed Cup è in grado di portare turisti e visitatori, nonché promuovere in tutto il mondo il nome della Regione Sardegna. In merito alla sede, Binaghi ha subito puntualizzato: “Cagliari non deve ringraziare di essere la città del presidente FIT, semmai deve essere grata alla testardaggine dei sardi”. In effetti, ha battagliato in prima persona in sede diplomatica per sovvertire l’iniziale diniego ITF per la scelta di Cagliari. In effetti, il capoluogo sardo non possiede i requisiti della “Major City”, ma è altrettanto vero che la Fed Cup non è un evento “Major”: in altre parole, l’ITF ha dato norme un tantino ambiziose per una competizione che ha manie di grandezza senza possederne i requisiti. Anche per questa ragione, l’intervento della Regione Sardegna, peraltro in tempi di crisi, merita considerazione. “La nostra seconda scelta sarebbe stata Bari – ha detto Binaghi – ma non sarebbe stata accettata per i soliti motivi. L’ITF avrebbe voluto Roma, Milano, o in alternativa Palermo”.
Invece si giocherà a Monte Urpinu, e sarà la decima volta per una nazionale italiana in Sardegna, la seconda in Fed Cup dopo lo spareggio del 2008 contro l’Ucraina. Per Cagliari è un ritorno dopo quattro anni (Italia-Slovacchia del 2009), mentre il match più importante resta Italia-Svezia del 1990, quando Paolino Canè fece l’impresa della vita contro Mats Wilander. “Binaghi è venuto a trovarmi e mi parlò del suo sogno di offrire un evento importante alla Sardegna – ha detto Cappellacci – quel sogno è diventato il mio, così abbiamo fatto tutto il possibile e lo abbiamo finanziato”. Da parte sua, Binaghi ha ricambiato i ringraziamenti e ha posto l’accento sulla visibilità internazionale garantita dalla Fed Cup: una ventina di TV straniere seguiranno l’evento, portando il nome della Sardegna in varie parti del mondo. “Sono convinto che, se si chiede un contributo alle istituzioni, l’evento che si promuove debba avere un valore”. In seguito, ai microfoni di SuperTennis, ha sottolineato che probabilmente si tratta del più importante evento sportivo mai giocato in Sardegna. Ci sarà una viva attenzione anche per i giovani: la sala stampa presso la palestra della scuola elementare sancirà un gemellaggio con la scuola. Inoltre, saranno organizzati diversi incontri con gli studenti.
Il campo centrale arriverà ad ospitare 5.000 spettatori, il minimo richiesto per una finale, e si giocherà su un campo in terra battuta. L’incognita riguarda le condizioni meteorologiche: gli organizzatori stanno già facendo gli scongiuri affinchè vada tutto bene. Quattro anni fa, nel weekend di Reggio Calabria contro gli Stati Uniti, ci fu qualche problema ma il match si concluse regolarmente in due giornate. Va detto che la scelta di giocare all’aperto è stata chiesta dalle giocatrici, anche se forse sarebbe stato meglio giocare indoor. “Ma invece è meglio che sia brutto! – ha detto la Errani durante il torneo di Roma – pioggia, neve, vento…andrà bene tutto”. Frasi che sono concesse soltanto quando si gioca in Fed Cup, quando il clima e il pubblico diventano un fattore. A proposito di pubblico, è stato detto che la prevendita sta andando a gonfie vele, con appena 400 abbonamenti rimasti a disposizione. Da lunedì sono in vendita anche i tagliandi giornalieri: tra i partner dell’evento, oltre alle istituzioni, ci saranno RCS Sport (che ha già organizzato Italia-Croazia di Coppa Davis) nonché il Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula, dove nel 2013 si sono svolti diversi tornei futures e l’anno prossimo ce ne saranno ancora di più. Ci sarà tempo di entrare nel merito delle vicende tecniche: oggi come oggi, sembrano certe della convocazione Errani, Vinci e Pennetta. La quarta azzurra uscirà da Francesca Schiavone, Camila Giorgi e Karin Knapp. In casa Russia, è certa la presenza di Maria Kirilenko, nonché delle ottime doppiste (e valide singolariste) Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina. Probabile che il quarto nome venga scelto tra Svetlana Kuznetsova e Anastasia Pavlyuchenkova.
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