C'è un dato che potrebbe essere simbolico. Dieci anni fa, vincendo a Shanghai, Novak Djokovic era diventato il più giovane vincitore delle ATP Finals dopo un bel po' di tempo. Oggi la statistica viene aggiornata da Alexander Zverev, suo giustiziere in una sorprendente finale, con un netto 6-4 6-3. Zverev ha dato il meglio di sé, cancellando le scorie psicologiche della semifinale contro Federer (e le seguenti polemiche), mentre Djokovic – onestamente – non è stato all'altezza. Difficile fare numeri, ma è parso non oltre il 60-70% delle sue potenzialità. Strano, visto il rendimento espresso nei giorni scorsi. Zverev diventa il primo tedesco a vincere il Masters dopo 23 anni, quando nell'ultima edizione a Francoforte vinse un certo Boris Becker. “Ora come ora, non sono in grado di descrivere quello che provo – ha detto Zverev – sono incredibilmente felice, si tratta della finale più importante che abbia mai vinto”. Per lui è il decimo titolo in carriera: aveva già vinto tre Masters 1000, ma le Finals hanno ben altro sapore. Alla vigilia, molti (tutti?) pensavano che Djokovic avrebbe eguagliato il record di Roger Federer, sei volte vincitore di questo torneo. Nell'ultimo mese aveva affrontato due volte Zverev, lasciandogli pochi game sia a Shanghai (6-2 6-1) che nel round robin londinese (6-4 6-1). Ma anche lui è stato vittima della curiosa tradizione del Masters, secondo cui è molto probabile che la finale inverta il risultato del girone: è capitato 10 volte su 17.
IL TRIPLO DEI COLPI VINCENTI
Djokovic aveva trovato un rendimento straordinario al servizio, tenendo tutti i 36 turni giocati prima della finale, senza dimenticare che veniva da 14 vittorie consecutive contro i top-10 ATP. Sin dal primo punto, tuttavia, Zverev ha mostrato coraggio e personalità. Ha preso a dettare gli scambi e, aiutato da un Nole depotenziato, lo ha quasi triplicato nel numero dei colpi vincenti (20 a 7). In particolare, è stato molto incisivo con il rovescio a due mani, sempre profondo, che ha costretto Djokovic a stazionare lontano dalla linea. A certificare la giornata magica di Sascha, il fatto che si sia aggiudicato buona parte degli scambi più lunghi, sopra i 10 colpi, solitamente terreno di caccia per Djokovic. Il tedesco era stato l'unico ad arrivare a palla break con Djokovic nei precedenti quattro match: stavolta ha fatto le cose in grande, scippando il servizio a Nole per ben quattro volte in dieci turni di battuta. “Volevo farti i complimenti per la grande settimana e la fantastica seconda parte di stagione – ha detto il vincitore, rivolgendosi a Djokovic – non hai quasi perso una partita e ti sono grato di aver perso con me proprio oggi. Tutti sanno quanto tu sia forte sul campo, ma vorrei sottolineare la splendida persona che sei. Abbiamo parlato molto, e apprezzo che tu mi abbia lasciato vincere”. A un certo punto, Sascha non smetteva più di parlare. Gli avevano persino tolto l'audio del microfono, poi ha potuto riprendere il suo discorso. Doveva riconquistare il pubblico di Londra dopo l'ingiusta tensione del giorno prima. Missione compiuta.
NESSUN SEGNO DI NERVOSISMO
Con 2 milioni e mezzo di dollari in tasca, non si è dimenticato del suo team. “Vorrei ringraziare mio padre, che mi ha allenato per tutta la vita. Probabilmente non smetterà di piangere fino all'anno prossimo. E grazie a Ivan Lendl per essersi aggiunto al team… credo che per adesso stia funzionando!”. Di sicuro ha funzionato in finale, specie nei game di risposta. La percentuale di punti vinti con la seconda palla di Djokovic è improvvisamente crollata: 81% fino alla semifinale, 35% in finale. Sul piano statistico, la finale si spiega soprattutto così. Ci sono poi state alcune situazioni chiave: per esempio, sul 4-4 un paio di brutti errori di dritto di Djokovic hanno consentito a Zverev di servire per il primo set. Con notevole autorità, Sascha ha sfruttato l'occasione tirando tre ace consecutivi. Nel secondo ci sono stati tre break nei primi tre game, ma due li ha infilati Zverev. A quel punto non si è più voltato indietro, anzi, non ha mostrato segni di nervosismo e ha brekkato Djokovic anche nell'ultimo game, sigillando il successo con un vincente di rovescio prima di sdraiarsi sul tappeto blu di Londra. L'impressione è che si tratti di una scena a cui dovremo abituarci.
NITTO ATP FINALS 2018 – Finale
Alexander Zverev (GER) b. Novak Djokovic (SRB) 6-4 6-3