La Errani soffre di problemi respiratori, li risolve in tempo e batte la Scheepers. Ma al secondo turno non ci sarà il derby con Roberta Vinci, battuta dalla Makarova. KO anche la Burnett.

Di Alessandro Mastroluca, 13 maggio 2014

 
Ma che sapore ha una giornata uggiosa? Ha il sapore di un derby mancato, del rimpianto per quello che avrebbe potuto essere e non sarà. Ha il sapore dei rimpianti di Roberta Vinci, mai oltre il terzo turno in dieci presenze al Foro Italico. La tarantina ha sognato una rimonta possibile prima di sciogliersi al momento sbagliato. Il 6-2 7-6 contro Ekaterina Makarova, con cui aveva vinto l’unico precedente, dà la misura di una partita in cui la tarantina è stata costretta alla difesa e alla passività nel primo set. La mancina russa ha disegnato vincenti di rovescio in serie, alternando traiettorie incrociate e lungolinea mentre Vinci tentava invano di rallentare, di accorciare, di sporcare, di variare, di fare quello che le riesce meglio. Ma senza risultati. Il secondo set ha consegnato una Vinci più presente negli scambi, in grado di far giocare Makarova dove è meno a suo agio, costringendola a giocare su palle senza peso e senza angoli. Matura così il break del 3-1, che Roberta completa alla prima occasione ma non riesce a difendere. La partita è più equilibrata, il confronto di stili si fa più evidente: Makarova gioca di ritmo, è martellante di dritto e soprattutto di rovescio, anche dal centro, Vinci gioca a spezzarlo, quel ritmo, ad avvelenare la russa di slice e palle corte. Roberta riesce a portare il set al tie-break, ma con un paio di errori (due rovesci steccati e un dritto lungo) si ritrova sotto 5-1. Inizia però una lenta e graduale rimonta. Vinci erode un po' della fiducia di Makarova, che manca due match point di fila dal 6-4. Ma sul 6-6 l'azzurra rovina tutto con uno slice di rovescio alla base della rete. Pochi secondi dopo, un ace certificava la sconfitta.
 
NIENTE DERBY, ERRANI VA
Ora non le resta che cercare di riportare le Cichis in vetta al Foro e conquistare il 23mo titolo di doppio con Sara Errani che, come da pronostico, elimina in due set Chanelle Scheepers. La sudafricana allunga 3-0 con doppio break di vantaggio, ma l'esperienza di Sara e il suo maggiore adattamento alla superficie fanno il resto. Scheepers è una contrattaccante che si appoggia bene su una palla profonda e pesante, ma soffre le variazioni di Sara, che completa il sorpasso sul 6-5, pur avendo chiamato il trainer per un problema respiratorio che l’ha un po’ spaventata. “Non so, non mi era mai capitato, non riuscivo a far entrare l’aria. Per fortuna la fisioterapista mi ha aiutato e il problema è scomparso. Non aveva niente a che fare con il dolore avuto lo scorso anno a Parigi, quando era come se avessi un coltello piantato in pancia” ha poi detto Sara a bocce ferme. Nel secondo set, a suon di drop shot, Errani scappa presto 4-1, si fa recuperare un break ma chiude agevolmente 6-3. Scheepers, scesa al numero 91 del mondo dopo essere stata numero 37 a ottobre 2011, conferma i suoi limiti in fatto di scelte tattiche. Non è un caso che in carriera non abbia mai battuto una top-10: nei suoi otto successi contro top-30, l'avversaria meglio classificata è Jelena Jankovic (n.18), sconfitta l'anno scorso a Madrid.
 
NIENTE CHANCE PER “ASIA”
Non ha avuto chance, invece, Nastassja Burnett. Lo scorso anno, la romana aveva lasciato quattro game a Alize Cornet firmando una delle grandi sorprese del torneo. Quest'anno la situazione si è ribaltata. Garbine Muguruza che gioca lo stesso tennis, ha quasi il suo stesso outfit e le somiglia anche. Però tira più forte. Per questo ha subito troppo, e la difesa non è certo il suo forte. Il primo set vola via fin troppo rapido con la spagnola (che ha optato per la nazionalità iberica rifiutando la possibilità di giocare per il Venezuela) avanti 5-0 in un amen. "Asia" ha solo ul tempo di evitare il bagel. La partita si decide sulla diagonale sinistra, la più debole per entrambe. E' una sfida a suon di colpi piatti, con la palla che gira pochissimo una volta uscita dal piatto corde, e senza troppi angoli. Perciò, quando l'azzurra riesce a entrare un po' di più negli scambi, a trovare colpi più stretti, per quattro game la partita sembra poter cambiare. E invece è solo una rapida illusione, una finestra aperta e subito richiusa. La romana scivola 0-40 nel quinto game, salva due palle break, la seconda al termine di uno scambio in cui fa di tutto per complicarsi la vita e riesce a non chiudere due smash di fila a campo aperto, ma alla terza chance il dritto dal centro di Muguruza prende l'ultimo pezzo utile di riga. Non è troppo fortunata, l'azzurra. Un paio di volte la palla le salta male e la induce alla stecca. Ma è troppo vulnerabile con i colpi di inizio gioco. Il servizio, che dirige al corpo con pervicacia al limite del monocorde, salta troppo alto e risulta comodo per Muguruza che ha il tempo di portare il peso del corpo avanti e spingere da subito su una palla all'altezza ideale. Così matura anche il secondo break consecutivo. Sul 5-2, la spagnola dà l'unico segnale di debolezza: regala un controbreak inatteso con un doppio fallo in lunghezza e uno dei rari gratuiti di dritto, in un game in cui ha messo in campo solo due prime su 6 punti. Burnett però restituisce immediatamente il favore. Garbine vince gli ultimi quattro punti, firma il terzo break e si regala il secondo turno contro Francesca Schiavone. Se la milanese sarà quella vista lunedì, ci sarà da divertirsi.