WTA ELITE TROPHY – All’esordio a Zhuhai, Sara Errani spende tutte le energie possibili contro Jelena Jankovic, ma l’ex numero uno del mondo mostra un carattere d’acciaio. Lotta per oltre due ore e la spunta 6-4 7-5. “È stato come correre una maratona”.“Giocare contro Sara Errani è come correre la maratona”. La sintesi l’ha data direttamente Jelena Jankovic alla fine del match contro l’azzurra all’esordio nel WTA Elite Trophy di Zhuhai, sorridente perché la maratona l’aveva appena vinta, mostrando grande forza fisica ma soprattutto un carattere d’acciaio. Per due ore e nove minuti (guarda caso una durata da maratona) ha risposto colpo su colpo alla solita Errani iper-combattiva, che l’ha obbligata a correre da un angolo all’altro del campo, a colpire sempre una palla in più, a non abbassare mai la guardia. A fine stagione, quando il serbatoio finisce in riserva e la voglia di andare in vacanza è sempre più grande, in molte sarebbero crollate, col motore completamente fuori giri. La serba, invece, pur prendendosi pause sempre più lunghe fra un punto e l’altro e piegandosi più volte sulle ginocchia, si è dimostrata una professionista serissima, proseguendo il suo rapporto d’amore con la Cina, che nel 2015 le ha dato ben tre titoli: il WTA 125 di Nanchang e gli International di Guangzhou e Hong-Kong. È sempre rimasta concentrata, senza fare regali, ed è andata a vincere l’incontro nel territorio dell’azzurra, quello degli scambi prolungati, tantissimi in un’ultima parte di match di grande intensità. Nell’Arena da cinquemila posti dello splendido Hengqin International Tennis Center ogni colpo rimbombava come un mortaretto. Entrambe le giocatrici si sono spinte al limite. Venti, ventiquattro, ventisette colpi: un’autentica scazzottata da fondo campo che invece di premiare Sara (come spesso le accade) non ha reso onore alla sua generosità. Raramente una col suo tennis non raccoglie quanto semina, mentre stavolta la sensazione è che avrebbe meritato qualcosina in più.
UNA SCONFITTA CHE PROFUMA DI ELIMINAZIONE
La romagnola ha dato tutto e lottato sin dall’inizio, ha sempre giocato alla pari, ma è riuscita a mettere il naso avanti solo in avvio di entrambi i set. Sia nel primo sia nel secondo il break è tornato indietro nel game successivo, così come nelle altre due occasioni in cui ha tolto il servizio all’avversaria. La più difficile da digerire è arrivata nel finale del primo parziale, riaperto da 2-5 con un game da 22 punti e quattro set-point salvati, ma poi ceduto con un brutto decimo game, proprio quando la Jankovic sembrava aver accusato il colpo. Ma il rammarico più grande è per le fasi finali del secondo set, che avrebbero tranquillamente potuto pendere dalla sua parte, e invece hanno premiato l’avversaria. Sulla prova dell’azzurra pesano come macigni soprattutto le quattro chance per salire a servire sul 5-4 e le due sul successivo 5-5. La storia del match insegna che non avrebbero affatto garantito il terzo set, ma nella testa dell’avversaria potevano pesare, soprattutto le ultime due, dopo il match-point mancato sul 5-4. Invece la Jankovic le ha cancellate, giocando il suo miglior tennis nel momento più importante, ed è andata a prendersi sul successo sul 6-5. “Lei è una grandissima combattente – ha detto a fine match – e mi ha obbligato a lottare per vincere ogni punto”. Parole che non alleviano la rabbia dell’azzurra, visibilmente provata all’uscita dal campo. Ha abbandonato il Centrale a piccoli passi, a testa bassa, indiavolata per avere dato tutto senza ottenere granché, e già a un passo dall’eliminazione. La formula a quattro gironi delle WTA Elite Trophy offre ancora meno possibilità di sbagliare delle WTA Finals: qualora domani la Jankovic battese pure Kristina Pliskova, il match di giovedì sarebbe addirittura inutile ai fini del passaggio in semifinale. Ergo: all'azzurra conviene sperare che vinca la ceca.
WTA ELITE TROPHY ZHUHAI – GRUPPO C
Jelena Jankovic (SRB) b. Sara Errani (ITA) 6-4 7-5
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