La sfida di Brindisi è solo un vecchio: Serena Williams non fa sconti e supera Sara Errani per 6-1 6-3, prendendosi la semifinale contro Timea Bacsinszky. Un plauso all’azzurra per averci provato palla dopo palla, ma col suo tennis non può fare di più.Parigi non è Brindisi, il Roland Garros non è uno spareggio di Fed Cup, ma Serena è sempre Serena, e stavolta non ha fatto sconti. Sara Errani ci ha provato con i suoi mezzi, ma al cospetto della numero uno del mondo le sue qualità si sciolgono come ghiaccio al sole, e l’esito è sempre lo stesso. Un mese e mezzo fa era riuscita a spaventarla, stavolta non ha saputo andare oltre il 6-1 6-3 finale, non dando mai l’impressione di poter fare anche solo partita pari. Ci voleva la peggior Williams e la miglior Errani, invece sul Philippe Chatrier è scesa una Serena migliore rispetto ai giorni scorsi, quando per tre volte consecutive era stata costretta a recuperare un set di svantaggio. Oggi invece è sempre stata lei a comandare, servendo bene e rispondendo meglio. Quando gioca così c’è poco da fare anche per le migliori, tanto che l’azzurra ha ben poco di cui rammaricarsi. Anzi, merita un plauso, l’ennesimo, per l’atteggiamento ammirevole con cui ha provato a fronteggiarla. Prendeva acqua da ogni angolo, ma è rimasta aggrappata col cuore a ogni punto, provando sempre a far giocare una palla in più all’americana, pur sapendo che sarebbe servito a poco-nulla. In una situazione così molte giocatrici staccherebbero la spina, lei neanche per sog. Nemmeno quando ha ceduto il primo set vincendo appena tre punti in altrettanti turni di servizio, e nemmeno quando, nelle uniche due occasioni in cui è riuscita a guadagnarsi il 40-40 in risposta, ha visto la rivale vanificare i suoi sforzi con un ace. Perso il primo set in 27 minuti, ha liberato la mente e iniziato a colpire meglio la palla, specialmente col diritto, oggi più in palla del rovescio. Quando la Williams gliene ha dato la possibilità, ha comandato e infilato qualche bel punto, tenendo senza grosse difficoltà i primi tre game di servizio del secondo set, e provando con tanta grinta a costruirsi delle chance.
 
LA CLASSIFICA PIANGE, MA POCO IMPORTA
Poi la campionessa statunitense ha nuovamente inserito quella marcia che solo il suo braccio conosce, staccandola definitivamente. Ma prima di chiudere ha dovuto lottare ancora, contro una Errani che anche nell’ultimo game non le ha regalato una virgola, salvando tre match-point ma mancando altrettante palle del 4-5, prima di capitolare per la nona volta su nove, tradita da un diritto a metà rete. Ma, come detto, niente amarezza: il tennis è un confronto di stili, e quello di Serena Williams va a nozze contro il suo. L’importante è crederci e provarci sempre, e su questo non le si può fare alcun appunto. Peccato che la sua forma migliore, mostrata a più riprese nel corso del torneo, sia arrivata proprio alla fine dei tornei importanti sulla terra battuta, e alla vigilia dell’erba, certamente la sua peggiore superficie. Spesso l’azzurra si è schierata a favore di un allungamento della stagione europea sul rosso, e al di là della comodità personale non ha tutti i torti. Tuttavia, arriverà sui prati con le motivazioni a mille. Certo, se a Port d’Auteil fosse capitata in un’altra sezione di tabellone avrebbe potuto andare ancora più avanti, ma il suo l’ha fatto nel migliore dei modi, e può esserne felice. Visto l’andamento dei primi due turni, aver vinto altri due match (compresa la rivincita contro Andrea Petkovic) è grasso che cola, in barba a chi continua a criticarla per un tennis poco piacevole e pure alla classifica Wta. Pur avendo ripetuto il risultato di dodici mesi fa, il prossimo lunedì la romagnola dovrebbe perdere qualche posizione, scendendo probabilmente sulla poltrona numero venti. Non si trovava così indietro da un pezzo, ma il suo livello è un altro. Lo sanno tutti, e presto anche il ranking tornerà a darle ragione.

ROLAND GARROS – Quarti di finale
Serena Williams (USA) b. Sara Errani (ITA) 6-1 6-3