LA SCOMMESSA – Dopo 10 anni e 40 Slam vinti solo da Fab Four e argentini, ci lanciamo in un pronostico: Jo Wilfried Tsonga vincerà il suo primo Slam nel 2014. 
Jo Wilfried Tsonga può spezzare un monopolio che dura da 10 anni

Di Riccardo Bisti – 20 dicembre 2013

 
E’ giunto il momento. L’Australian Open 2014 segnerà il decennale di un dominio senza precedenti. 10 anni fa, Roger Federer vinse a Melbourne per la prima volta. Da allora si sono giocati 40 Slam, vinti da soltanto sei giocatori: i Fab Four (Federer 17, Nadal 13, Djokovic 6, Murray 2) e due argentini (un successo a testa per Gaston Gaudio e Juan Martin Del Potro). Per il resto, zero assoluto. Tanti piazzamenti, qualche finale, ma il resto del mondo è rimasto drammaticamente indietro. Il 2014 deve essere l’anno buono. E’ auspicabile, anche perchè il tempo passa e un dominio del genere rischia di essere piuttosto noioso. Dovendo scegliere un nome, andiamo ad occhi chiusi. Il nostro uomo è Jo Wilfried Tsonga. Il francese viene da una stagione delicata, in cui ha cambiato coach (ha dato il benservito a Roger Rasheed) e ha avuto un fastidioso infortunio al ginocchio che lo ha bloccato per tre mesi, eppure ha chiuso tra i primi 10 per la quinta volta negli ultimi sei anni. Nella storia, soltanto un tennista francese ha fatto meglio di lui: un certo Yannick Noah, capace di riuscirci in sei occasioni. Tsonga vanta una sola finale Slam, giocata sei anni fa proprio in Australia. Fu una grande sorpresa, anche per il modo in cui battè Rafael Nadal in semifinale. Una lezione di coraggio e aggressività rimasta negli annali. Da allora, Cassius Jo non ha più giocato finali, ma ha dimostrato di potersela giocare con i migliori. Li ha battuti tutti, ed è riuscito nell’impresa più difficile: togliersi la nomea di “Muhammad Alì” del tennis. La somiglianza con Cassius Clay resta impressionante, ma il suo servizio, il suo dritto a uscire, la sua esuberanza, gli hanno dato un’immagine tutta sua. Non era facile.
 
Nel 2014, Tsonga ripartirà dal doppio coach. Al suo angolo, infatti, ci saranno gli ex giocatori Nicolas Escudè e Thierry Ascione. Niente clamori, niente grandi campioni. Ha scelto due coach giovani e motivati, con i quali non avrà alcun problema di comunicazione (con Rasheed era successo qualcosa del genere). Se non avrà problemi fisici, sarà una minaccia costante. La vittoria contro Roger Federer al Roland Garros ha mostrato, ancora una volta, la sua capacità di rendere al massimo nei grandi appuntamenti. Non sono in tanti a poterlo dire. Finalista in uno Slam alla sua quinta apparizione, ha un po’ deluso negli anni a venire. Ma nel 2012 e nel 2013 si è finalmente evoluto. Non è più un attaccante puro e scriteriato, ma un giocatore solido e costante. Per poco non batteva Djokovic al Roland Garros 2012, altra partita-simbolo. Ha mostrato di poter battere tutti, ma gli è mancato qualcosa per completare il lavoro. Dopo quella sconfitta, ha raggiunto tre semifinali nei successivi cinque Slam. Non è un caso. Adesso, tuttavia, deve compiere l’ultimo salto di qualità, il più difficile: gli mancano resistenza e solidità mentale. Si è visto all’ultimo Roland Garros, quando si è consegnato a David Ferrer in una pessima semifinale. C’è un’immagine che spiega molto bene quella partita: è come se un cervo in fuga fosse stato catturato dai fari di un auto. Ha commesso la bellezza di 56 errori gratuiti a fronte di 31 vincenti. Ferrer proponeva problematiche diverse rispetto a Federer, ma Tsonga si è fatto prendere dall’impazienza. E Ferrer ha intascato una vittoria tanto facile quanto insperata.
 
Queste due partite gli hanno mostrato cosa deve fare per diventare un campione. Tuttavia, i segnali sono molto positivi. L’impressione è che nel 2014, anno in cui compirà 29 anni, la differenza tra il livello medio e il top sarà via via più inferiore. I due nuovi coach stanno lavorando duramente per ridurre le pause mentali e aggiungere un pizzico di varietà al suo tennis. Jo ha sempre privilegiato l'inventiva, ma negli ultimi due anni ha sviluppato un tennis più muscolare. Adesso che la base è solida, può finalmente tornare a liberare la fantasia. Sarà importante mantenere la spensieratezza e la voglia di sorridere. Quella spinta che lo fa esultare dopo ogni vittoria come se avesse segnato un gol allo Stade de France. La pistola, oltre a sfoderare colpi spettacolari, dovrà colpire e affondare anche gli avversari. La scommessa di Tsonga sarà questa. Il suo tennis è completo. Può battere tutti, ma deve sgrezzare il diamante, raffinare il petrolio. Il suo 2013 intermittenza può essere una fortuna. D’altra parte, in un film, Meryl Streep diceva che gli dei ci fanno un favore quando non esaudiscono i nostri desideri. Probabilmente c’era qualcosa di più grande in cantiere. Ne siamo convinti: sarà un trionfo Slam. Jo ce la farà. 

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