L’analisi degli accoppiamenti degli italiani agli Internazionali. Va male alla Errani, finita nell’ottavo di Serena, e alla Pennetta, opposta alla Svitolina. Derby Knapp-Schiavone. Buon sorteggio per Fognini. Possibili Lorenzi-Federer e Vanni-Djokovic al 2° turno. – La presenza di tredici azzurri nei due tabelloni principali degli Internazionali d’Italia è già di per sé una buona notizia. In più, il sorteggio effettuato sul Campo Pietrangeli ha regalato parecchi match alla portata dei nostri, a caccia di un buon risultato nel torneo di casa. Sia nel maschile sia nel femminile sono finiti nella parte bassa del tabellone tutti gli azzurri tranne uno per parte, curiosamente proprio i due presenti alla cerimonia, al tavolo insieme a Nicola Pietrangeli, Lea Pericoli, il supervisor ATP Mark Darby e la supervisor WTA Laura Ceccarelli. Si tratta della finalista del 2014 Sara Errani e di Luca Vanni, felicissimo di presenziare per la prima volta a un evento in veste di ‘campione’. La grande popolarità raggiunta nelle ultime settimane ha fatto sì che invitassero proprio lui, che ha risposto con sorrisi a destra e a manca, anche se la sua mano ha fatto un grosso ‘sgarbo’ alla compagna di banco, capitata in una fetta di tabellone molto complessa. Abbiamo analizzato tutti gli impegni degli italiani.
 
ERRANI-HANTUCHOVA
Quando Luca Vanni ha estratto la sua tredicesima testa di serie nel primo spot, la romagnola ha sorriso, ma probabilmente avrebbe preferito essere da tutt’altra parte, per sfogare un po’ di sana amarezza. La finale del 2014 contro Serena Williams potrebbe già ripetersi agli ottavi di finale, e per gli azzurri è la peggior notizia che il sorteggio potesse offrire. Un peccato per Sara, che meritava un tabellone diverso per provare a ripetere l’impresa di dodici mesi fa. Non che sia tutto finito, e il match lottato in Fed Cup a Brindisi lo dice chiaramente, ma c’era da augurarsi ben altra situazione. Cogliendo il lato positivo, i primi due turni non nascondono troppe insidie. Prima c’è la Hantuchova, poi la Strycova o una qualificata.
 
VINCI-WATSON
La britannica è un’avversaria tosta, ma negli ultimi anni sulla terra ha giocato pochissimo, e senza mai ottenere particolari risultati. Se ci aggiungiamo che la Vinci a Madrid è finalmente tornata a giocare un buon tennis, mostrando una condizione che nei mesi scorsi pareva sparita, lo spiraglio di possibilità si allarga parecchio. Sarebbe bello trovarla al secondo turno contro Carla Suarez Navarro, per un match da palati finissimi, con back e smorzate a saggiare lo splendido rovescio a una mano della spagnola. Uno spettacolo che il pubblico di Roma meriterebbe.
 
GIORGI-JANKOVIC
Affrontare una che gli Internazionali d’Italia li ha vinti per due anni consecutivi non è il massimo della vita, ma fra le tre (in attività) in grado di riuscirci Camila Giorgi ha pescato la migliore. E poi, quando si parla della maceratese vale sempre il solito discorso: l’avversaria conta fino a un certo punto, la gran parte del match la farà lei. Nel 2014 infiammò il Pietrangeli battendo Dominika Cibulkova al termine di un match di altissimo livello, quest’anno ha un compito altrettanto difficile, ma non impossibile. Negli ultimi mesi della serba brilla la finale a Indian Wells, ma il resto è poca roba, e gli alti e bassi sono ormai all’ordine del giorno. Una vittoria varrebbe doppio: la veterana di Belgrado è testa di serie, e trovare una fra Rybarikova e Burnett al secondo turno è grasso che cola.
 
BURNETT-RYBARIKOVA
Uno dei sorteggi migliori in assoluto per la romana, l’unica azzurra che avrà veramente l’occasione di giocare in casa. Dopo dieci mesi di stop ha mostrato un buon tennis nelle pre-qualificazioni, e si prepara a tornare a riassaporare l’aria del tennis che conta, in un torneo che due anni fa le regalò una bella vittoria all’esordio contro Alizè Cornet. I quattro match che le sono valsi la wild card le hanno lasciato in eredità qualche fastidio al gomito operato nel 2014, ma avrà almeno un paio di giorni per smaltire l’affaticamento, e presentarsi al 100% al primo turno. Può farcela.
 
SCHIAVONE-KNAPP
Il match che mancava a entrambe. Sia Francesca sia Karin in carriera hanno affrontato tutte le altre migliori giocatrici azzurre del periodo, ma non si erano mai trovate una di fronte all’altra. L’occasione arriva nel torneo di casa, e significa averne una al secondo turno. Visto l’andazzo è un’ottima notizia. Su chi puntare? Difficile dirlo. L’altoatesina ha appena colto un buon quarto di finale a Marrakech, mentre la milanese non è andata in Marocco a causa dell’influenza, ma si è ripresa al 100%. Ha il tennis per scombussolare le idee della Knapp, e andare a prendersi il secondo turno contro Petra Kvitova. Un’avversaria che fa paura a entrambe, ma arriverà stanca (e appagata) da Madrid.
 
PENNETTA-SVITOLINA
Non è andata benissimo alla Pennetta, che ha sì evitato una testa di serie, ma ha pescato una delle giocatrici più in forma del periodo. La Svitolina è fresca di best ranking (21) e ha appena vinto il WTA di Marrakech, dove Flavia ha invece mostrato qualche difficoltà, confermate dalla sconfitta al primo turno a Madrid. La brindisina avrà tutto il pubblico dalla propria parte e i suoi mezzi non si discutono, ma la attende un match difficilissimo, probabilmente il più impegnativo fra quelli delle azzurre. Dalla sua un precedente giocato nel 2013, ma era un’altra Svitolina. Non brillantissimo nemmeno lo spot: in caso di vittoria ci sarebbe la vincente di Venus-Muguruza, uno dei match più interessanti del primo round.
 
VANNI-ALMAGRO
Contro il vero Almagro, il simpatico aretino avrebbe poche chance. Ma contro quello attuale una porta va lasciata aperta. Sarà un match difficile, contro uno specialista del rosso, ma che non sta attraversando un grande periodo ed è un po’ a corto di fiducia. Una situazione che cambia le carte in tavola a sufficienza per poter almeno sognare il miracolo. Negli ultimi dodici mesi Vanni ha sorpreso tante volte, e di certo non si vuole fermare ora che si è fatto conoscere a tutta l’Italia del tennis. All’esordio al Foro Italico giocherà il suo primo match da top 100, un motivo in più per vender cara la pelle, davanti a un pubblico italiano che ha imparato ad apprezzarlo solo negli ultimi mesi, ma l’ha accolto come un figlio. E poi, beh, in caso di vittoria troverebbe un certo Novak Djokovic ad attenderlo. Significa sconfitta, ma anche Campo Centrale e tanta attenzione. Per uno che l’estate scorsa giocava i Futures…
 
BOLELLI-THIEM
Contro Nadal a Madrid ha perso senza appello, ma il Masters 1000 spagnolo ha lasciato comunque in eredità al bolognese un ottavo che a questi livelli gli mancava da oltre sei anni. A Roma ha la chance di dare continuità al buon periodo, e l’esordio non può fargli paura. Dominic Thiem è entrato all’ultimo in tabellone (grazie ai forfait di Raonic e Verdasco) e sino a questo momento sul rosso non ha emozionato, vincendo solo un paio di match a Monaco di Baviera. Verrebbe quasi da dare Simone per favorito, in vista di un probabile secondo turno contro Gilles Simon. Curiosamente, a Roma col francese ci ha già giocato (e vinto) nel 2008, anno del suo miglior risultato sulla terra del Foro. Che sia di buon auspicio?
 
GAIO-MAYER
Poteva andare meglio, ma anche molto peggio. Fossimo nel faentino, non saremmo troppo dispiaciuti del sorteggio. Certo, Leonardo Mayer arriva dagli ottavi a Madrid e meno di dodici mesi fa sul rosso ci ha vinto un ATP 500, ma non è comunque uno di quegli avversari da mettersi le mani nei capelli. All’ultimo turno delle pre-qualificazioni Federico ha giocato un gran match contro Quinzi, sparando una ventina di ace e mostrando una forma fisica eccezionale. Segno che la condizione c’è, ora tocca sfruttarla al 100%. Un successo significherebbe tantissimo, e potrebbe dargli quella spinta verso i piani alti del ranking che gli è sempre mancata, ma forse non è (più) così lontana.
 
DONATI-GIRALDO
Da un colombiano a… un colombiano! Nel 2014 Matteo Donati ha fatto il suo esordio agli Internazionali contro Alejandro Gonzalez, dodici mesi più tardi si troverà di fronte Santiago Giraldo. Ma allora erano qualificazioni, stavolta sarà main draw, probabilmente su un campo importante e con la diretta televisiva. Tutti fattori che per un giovane alla prima esperienza a certi livelli potrebbero incidere, anche se Donati ha mostrato la giusta maturità per non lasciarsi schiacciare dalla pressione. Anche se a Madrid ha giocato un match pessimo contro Fognini, Giraldo rimane favoritissimo. Ma se è vero che prima o poi l’alessandrino esploderà, questa è una bella occasione per provarci.
 
FOGNINI-JOHNSON
Fabio Fognini non si può lamentare. Mentre su un Centrale affollatissimo di curiosi il numero uno azzurro ultimava il suo allenamento con Filippo Baldi, la mano di Luca, piccolo ball-boy selezionato per il sorteggio maschile, l’ha estratto al primo turno contro Steve Johnson. Lo statunitense era uno degli avversari ‘da prendere’: Fabio è più forte e soprattutto va a nozze sulla terra, mentre il 25enne californiano è cresciuto coi piedi sul duro, e sul rosso spaventa poco. Per il ligure ottimo anche lo spot, con Berdych nel potenziale ottavo di finale e probabilmente Dimitrov per raggiungerlo. Sarebbe la terza sfida consecutiva in altrettanti ‘1000’ sulla terra. Il bulgaro difende la semifinale del 2014 e sarà motivatissimo, ma Fabio ha i mezzi per domarlo. A Monte Carlo ci ha perso in due set, a Madrid è andato vicino al successo, a Roma, con tutto il pubblico dalla sua parte, potrebbe essere la volta buona.
 
LORENZI-CUEVAS
Fra gli italiani, il senese è probabilmente quello che ha pescato peggio. Lo dice la classifica, ma anche il rendimento di Cuevas nell’ultimo periodo. L’uruguaiano è arrivato in finale a Istanbul impegnando Federer più di quanto dica il 6-3 7-6 finale, e vede l’ingresso fra i primi 20 del mondo. Un accoppiamento veramente tosto, anche alla luce della scarsa forma dell’azzurro. L’infortunio alla gamba sinistra che l’ha obbligato al ritiro a Barcellona pare rientrato (oggi si è allenato con Gianluca Mager), ma l’assenza di troppi match nelle gambe potrebbe pesare. Tuttavia, guai a darlo per spacciato. Al Foro Italico ha spesso fatto bene e per poco non batteva il vero Nadal. Una vittoria gli regalerebbe Federer.