La Errani gioca una partita piena di cuore, coraggio e tecnica. Arriva ad un passo dall'impresa, ma in semifinale ci va la Radwanska. Azarenka certa del n. 1 WTA.
Agnieszka Radwanska giocherà la semifinale contro Serena Williams
Di Riccardo Bisti – 27 ottobre 2012
Chissà quando ricapiterà di vedere un tennista italiano, uomo o donna, a un passo dalle semifinali del Masters. Per questo ogni appassionato ha spento la TV con il muso triste…un po’ come quello (sempre sofferente) di Agnieszka Radwanska. Ma c’è un motivo per sorridere. Non tanto la prestazione, perché noi sapevamo chi è Sara Errani. Lo abbiamo visto in un 2012 straordinario. Possiamo sorridere perché il mondo del tennis si è accorto che l’azzurra gioca bene a tennis. L’hanno sempre trattata con sufficienza, come un’imbucata al tavolo delle grandi. Una giocatrice dal tennis proletario, frutto del sudore e della fatica di allenamenti spagnoli. Non che ci sia niente di male, ma Sara Errani è molto di più. Peccato che il mondo se ne sia accorto nel 6-7 7-5 6-4 con cui Agnieszka Radwanska si è qualificata per le semifinali dei WTA Championships. Secondo il volgo, si sarebbero affrontate una delle giocatrici più talentuose e una delle più costruite. Eppure Sara ha sbattuto in faccia la realtà a chi non l’aveva ancora capita. Angoli estremi, palle corte e frequenti discese a rete. Tutti hanno capito perché la Errani è una delle più forti doppiste. Sapevano che la polacca è dotata di un’ottima mano, ma i colpi più belli li ha giocati la Errani. Smorzate e delicati tocchi sotto rete hanno condito una partita bellissima, la più lunga nella storia del Masters femminile (almeno tra quelle al meglio dei tre set). Mentre le due si bastonavano, in un mix tra spada e fioretto, lo spettatore pensava – intenerito – al fatto che la vincente avrebbe pescato Serena Williams. Come a dire: sbattersi tanto per ottenere il diritto ad essere sculacciate, un po’ come Gaston Gaudio al Masters 2005, quando acciuffò una semifinale per poi prendere 6-0 6-0 da Federer. Forse avrebbe preferito perdere. Serena Williams, dalla sua stanza d’albergo, ridacchiava godendosi il suo giorno di riposo. Conoscendola, potrebbe anche non aver visto la partita.
La Errani è stata ad un passo dal sogno. Quando è salita 7-6 2-0 dopo aver vinto un combattutissimo primo set, la strada sembrava in discesa. Anche perché – nel primo – era stata per due volte avanti di un break, ha servito sul 5-4 e si è fatta riprendere. Nel tie-break, avanti 6-4, ha commesso un doppio fallo e poi è stata punita da un nastro vincente della polacca. Sembravano i segnali di chi è destinato a perdere. Ma resta concentrata, e un rovescio in corridoio della Radwanska le consegnava il parziale. Coach Pablo Lozano si alzava in piedi, battendosi l’indice sulla tempia. Come a dire: “Brava Sarita, hai usato il cervello”. Ma la Radwanska, nonostante l’atteggiamento austero e il tennis aristocratico (guai arretrare, piuttosto gioca di controbalzo), è una vera lottatrice. Ha accettato lo scambio muscolare imposto dalla Errani, cercando di farla muovere e far valere il maggior tocco. Si è rimessa in carreggiata, ma quando è andata a servire sul 4-5 nel secondo ha rischiato grosso, anche perché il servizio non è certo stato un fattore (si sono visti 18 break su 35 game). E invece, nel momento più importante, la Errani si è sgonfiata e ha perso sei giochi consecutivi. Sotto 3-0 nel terzo, l’azzurra ha chiesto l’aiuto di coach Lozano. La scossa è arrivata, la rimonta si è protratta fino al 4-5, quando è stata 15-30 sul servizio della Radwanska. A quel punto poteva succedere di tutto, ma gli ultimi tre punti sono stati i più veloci della partita. Un dritto vincente, una volèe accomodata (Sarà, potevi giocare il pallonetto!) e una risposta lunga hanno spedito Aga in semifinale e rimandato l’azzurra al doppio, in cui partirà favorita: contro Kirilenko-Petrova, il duo Cichi-Cichi ha sempre vinto tranne che nella finale di Miami.
“Dopo il match contro la Sharapova ero un po’ stanca – ha ammesso la Radwanska – non sapevo cosa sarebbe potuto succedere. Non so come ho fatto, specialmente dopo tre ore e mezzo di lotta". Oggi la rispediranno in campo alle 15 locali (le 14 in Italia, diretta Eurosport), quando dovrebbe materializzarsi l’esecuzione griffata Serena Williams. “Alla fine nel secondo set ero morta – ha chiosato la Errani – ma ho provato a continuare a lottare. Nel tennis devi combattere. Ho provato a giocare punto dopo punto. Anche se sei stanco non importa. Pensavo soltanto a lottare e a nient’altro”. Frasi che farebbero felice Rafael Nadal. “Ma questo è il tennis. A volte si vince e a volte si perde”. Entrambe hanno chiuso in attivo tra colpi vincenti ed errori gratuiti. In un match di tre ore e mezzo, con scambi infiniti, è un dato che vale parecchio. Un allenatore di calcio direbbe che la partita è stata “decisa dagli episodi”. Stavolta gli episodi hanno dato ragione alla polacca. Abbiamo spento la TV pieni di tristezza perché la Radwanska avrà altre possibilità, mentre per la Errani non è così scontato.
Nell’altra semifinale si affronteranno Maria Sharapova e Victoria Azarenka. La bielorussa ha vinto il secondo spareggio di giornata, superando 7-6 6-3 Na Li. Oltre alla gioia per aver passato il turno, la bielorussa si è così assicurata di chiudere l’anno al numero 1 WTA. Le bastavano due vittorie, e due vittorie sono arrivate. Forse sarà un po’ più stanca della Sharapova, ma il derby del grunting va seguito al di là delle logiche tecnico-tattiche. Le due si detestano, e tanto basta affinchè diano il 110% dalla prima all’ultima palla. Per la gioia dei guardoni e degli assetati di sangue, che inevitabilmente si mischieranno nella Sinan Erdem Arena.
TEB BNP PARIBAS WTA CHAMPIONSHIPS – Round Robin
Maria Sharapova (Russia) b. Samantha Stosur (Australia) 6-0 6-3
Agnieszka Radwanska (Polonia) b. Sara Errani (Italia) 6-7(6) 7-5 6-4
Victoria Azarenka (Bielorussia) b. Na Li (Cina) 7-6 6-3
SEMIFINALI
Serena Williams vs. Agnieszka Radwanska
Victoria Azarenka vs. Maria Sharapova
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