Altro che stanchezza: l’azzurra schianta Marion Bartoli, a tratti ridicolizzata. Sarita è sempre più a suo agio nelle parti alte del ranking. Adesso c’è lo spauracchio Sharapova.
Nel 2013, Sara Errani ha giocato 50 match in 71 giorni
Di Riccardo Bisti – 13 marzo 2013
Nemmeno l’aiuto di Jana Novotna (coadiuvata dalla trainer polacca Iwona Kuczynska) è bastato a Marion Bartoli per scardinare il muro di gomma eretto da Sara Errani. La francese gioca un tennis atipico, di difficile lettura, ma la Errani va a nozze con il pressing della transalpina. Un netto 6-3 6-2 ha spedito la romagnola nei quarti di Indian Wells, uno dei quattro tornei più importanti dopo gli Slam (gli altri sono Miami, Madrid e Pechino). Il risultato esalta la nuova dimensione di Sarita, che in appena due mesi e mezzo ha giocato la bellezza di 50 partite (doppio compreso). Ma non mostra segni di stanchezza, anzi. Sembra ogni giorno più fresca, grintosa, in forma. Contro la Bartoli c’erano due situazioni tattiche diametralmente opposte. La prima era favorevole alla francese: Marion risponde al servizio con i piedi ben dentro il campo, come appreso da papà Walter, che tanti anni fa la faceva giocare su un campo quasi senza “out” per abituarla a colpire d’anticipo e controbalzo. Contro il servizio dell Errani, il peggiore tra le prime 10 (e non solo), avrebbe potuto fare sfracelli. La seconda dinamica, tuttavia, era perfetta per la Errani: le sue delicate palle corte, sempre più un marchio di fabbrica, avrebbero potuto mettere in difficoltà la Bartoli, non certo un fulmine di guerra negli spostamenti. La Errani è stata bravissima, prendendo anche i giusti rischi (tipo giocare alcuni dropshot con i piedi dietro la riga di fondo). Sarita ha spesso ridicolizzato la Bartoli: se il punto non arrivava direttamente, la volèe o il pallonetto successivo erano sufficienti per aggiudicarsi lo scambio.
Il match era iniziato male. Con la sua aggressività, la Bartoli scattava meglio dai blocchi e saliva rapidamente 3-1. Dai e dai, la Errani prendeva le misure e infilava un parziale spacca-partita di sette giochi a zero, che la conduceva sul 6-3 2-0. La francese provava a restare positiva, si incitava dopo qualche buon punto (ha tirato alcuni smash, anche a rimbalzo, di notevole qualità), ma aveva un margine di rischio troppo elevato. La Errani era molto più a suo agio sul cemento californiano e ha chiuso senza problemi. Sarita aveva tirato un sospiro di sollievo domenica notte, quando la Bartoli aveva superato Svetlana Kuznetsova, con cui è in svantaggio negli scontri diretti. Al contrario, era avanti 2-1 contro la Bartoli ma aveva vinto entrambi i match giocati nel 2012. E’ stato un capolavoro tattico. Anche stavolta è stato importante l’intervento di Pablo Lozano. Quando la Errani avrà smesso (il più tardi possibile, si spera), questo giovane coach spagnolo avrà un grande “mercato” perché ha colto risultati impressionanti e legger benissimo le partite. All’inizio, si è accorto che la sua allieva era troppo nervosa: al cambio di campo sul 3-2 l’ha invitata a respirare, a prendersi il suo tempo tra un punto e l’altro. Sul piano tecnico, doveva insistere sul dritto della Bartoli. Da quel lato, Marion è spesso costretta a staccare la mano sinistra e va più facilmente in difficoltà. La Errani ha messo il pilota automatico, concendendosi un pizzico di creatività con la palla corta.
Nei quarti di finale troverà Maria Sharapova (7-5 6-0 alla giovane Arruabarrena Vecino), ed è la notizia peggiore. Tra le varie top 10, la russa è quella che la Errani digerisce peggio. Il bum-bum di Maria, ben diverso da quello della Bartoli, soffoca le trame dell’azzurra. Entrambi i precedenti (la finale al Roland Garros e il match al Masters di Istanbul) sono terminati col punteggio di 6-3 6-2. Anche alla “Grande Sfida”, la Sharapova vinse 6-2 il set secco. Sarà interessante vedere come Pablo Lozano preparerà il match, forte dell’esperienza dei precedenti. Purtroppo non è facile: per battere la Sharapova bisogna essere aggressive e impedirle di giocare, un po’ come fanno Serena Williams e Victoria Azarenka. Questo gioco non è nelle cose (e nel fisico) della Errani: usando soltanto il fioretto, Sarita avrà bisogno di una partita perfetta. Comunque vada, non poteva esserci modo migliore per avvicinare la stagione sulla terra battuta: dopo Indian Wells andrà a Miami e poi dovrebbe prendersi qualche settimana di pausa per ricaricare le batterie e dare tutto sulla terra battuta, a partire dalla semifinale di Fed Cup, a Palermo contro la Repubblica Ceca.
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