La storia si ripete, ma stavolta può avere un finale diverso. Come quattro anni fa, Sara Errani e Roberta Vinci raggiungono i quarti del doppio olimpico. Nel 2012 incapparono nelle sorelle Williams, fameliche come non mai. Uscirono dal campo tra le lacrime, soprattutto una Errani distrutta dalla delusione. Quando le due annunciarono il termine della partnership tecnica, pochi (nessuno?) avrebbero pensato che il 10 agosto 2016 si sarebbero giocate un’altra chance di medaglia. Nel tardo pomeriggio di oggi, le Cichis sfideranno la coppia ceca composta da Lucie Safarova e Barbora Strycova. La tensione sarà altissima anche perché, dando un’occhiata alle carte d’identità, non esiste la certezza di ritrovarle tra quattro anni a Tokyo. Sara e Roberta hanno vinto un match di routine contro il duo cinese composto da Saisai Zheng (quella a cui avevano incordato le racchette a una tensione sbagliata durante il torneo di Montreal) e Yifan Xu. La partita non ha raccontato molto, ma è meglio così. Un 6-2 6-3 piuttosto netto, buono per preservare la freschezza dei muscoli e rigenerare la mente, soprattutto quella della Errani, che poche ore prima aveva perso in singolare contro Daria Kasatkina. Dovendo analizzare il match, tra l’altro, Sara è stata la migliore in campo. Solida, regolare, non ha sbagliato nulla. La Vinci è stata un filo più incostante, ma senza mai allarmare. Sara e Roberta sono di nuovo tra le prime otto e si giocheranno il match più difficile, quello che porta alla zona medaglie. Doveva esserci la sfida contro le sorelle Williams, invece Venus e Serena sono franate al primo turno. Ed eccola, la strana coppia ceca.
Lucie Safarova e Barbora Strycova non sono abituali compagne di doppio. La coppia si è composta casualmente, grazie al forfait in extremis di Karolina Pliskova. Non hanno chissà quale intesa, però conoscono i movimenti del doppio e si esaltano quando devono giocare per la Repubblica Ceca. Il loro record in Fed Cup lo dimostra. Impressioni? Sarà una partita nervosa, più mentale che tecnica. I precedenti lasciano il tempo che trovano, anche perché non ce ne sono. In tanti anni di carriera, Errani-Vinci non hanno mai affrontato Safarova-Strycova. Il dovere di cronaca ha imposto di dare un’occhiata agli scontri diretti tra Errani-Vinci e le avversarie di oggi, sia pure con compagne diverse. Contro la Strycova sono avanti 4-3 (successi contro Hantuchova, Cibulkova, Cetkovska e Benesova, sconfitte contro Hercog e due contro Goerges), ed è positivo anche il bilancio contro la Safarova (sconfitta contro la Babos, vittorie contro Pavluchenkova e Cetkovska: quest’ultimo ha un certo valore perché maturato a Londra 2012). Non c’è stato un vero dominio, neanche negli anni d’oro, in cui Sara e Roberta intascavano uno Slam dopo l’altro. Di sicuro sarà un match ad armi pari, poiché nessuna delle quattro giocatrici sarà impegnata in singolare.
FABIO E ANDREAS PAGANO LE FATICHE DEL SINGOLARE
Non è stato ad armi pari il quarto del doppio maschile, in cui Fabio Fognini e Andreas Seppi hanno perso piuttosto nettamente contro il duo canadese Nestor-Pospisil. Partita rapida e indolore, certo deludente per l’affollato clan italiano: oltre allo staff tecnico, c’erano anche il Presidente FIT Angelo Binaghi e il Presidente CONI Giovanni Malagò. Senza nulla togliere ai canadesi, gli azzurri erano provati dopo i tanti impegni di questi giorni. Seppi aveva giocato contro Nadal, mentre Fognini era reduce dalla maratona vincente contro Benoit Paire. Poco da dire su un 6-3 6-1 maturato in meno di un’ora. E’ chiaro che un doppio Seppi-Fognini dipende molto dalle lune di Fabio, più esplosivo e adatto alla specialità. Seppi fa parecchia fatica dalla metà campo in avanti, e Fabio è costretto a compensare. Ma le 2 ore e 20 minuti contro Paire, sfibranti per mille motivi, si sono fatte sentire. Gli azzurri hanno provato a lottare nel primo set, ma un dritto steccato di Fabio sigillava il break all’ottavo game. Il secondo era pura accademia, una “sciolta” sublimata da una volèe smorzata di Nestor, su cui andavano entrambi i giocatori…ma poi nessuno la colpiva. Peccato, ma la formula olimpica è questa. Unica, e per questo affascinante. Adesso le speranze di medaglia passano soprattutto dalle Cichis.