Fabio batte Pablo Cuevas in tre set e si prende la semifinale a Pechino, la prima in un ATP 500 lontano dalla terra. Sfiderà per la quinta volta nel 2015 Rafael Nadal, col quale in Cina sfiorò il successo due anni fa. Ma al tempo non sapeva ancora come batterlo…Ci sono almeno tre buone notizie: la prima è che Fabio Fognini ha raggiunto per la prima volta la semifinale in un ATP 500 lontano dalla terra battuta, la seconda è che coi 180 punti di Pechino tornerà numero uno d’Italia, e la terza è che domani sfiderà Rafael Nadal per la quinta volta nel 2015. Tre traguardi che il tennista ligure si è garantito al China Open, battendo per 6-1 2-6 6-2 l’uruguaiano Pablo Cuevas al termine di un match non brillantissimo da parte di entrambi, ma che Fabio ha dominato quando doveva. La differenza con Cuevas è troppa per lasciarsi battere, specialmente sul veloce, dove il sudamericano perde un pizzico di incisività. È vero che aveva battuto Tomas Berdych, è vero che aveva rispedito al mittente con due tie-break i 26 ace di Ivo Karlovic, ma non ha i mezzi tecnici per battere Fabio. Nello scambio è sempre costretto a inseguire, l’azzurro non lo fa giocare come vorrebbe, e lui finisce per andare fuori giri. È successo nel primo set, ma soprattutto è capitato di nuovo nel terzo, dopo che Fognini gli ha gentilmente concesso il secondo. Un po’ come avvenuto agli ottavi contro David Goffin, battuto con un punteggio che cambia di un solo gioco (6-2 2-6 6-2) ma soprattutto col medesimo trattamento nel terzo set. Il toilet break al termine del secondo gli è servito a schiarire le idee, e quando non poteva più regalare Fabio non ha più regalato. O meglio, ha subito restituito il break trovato in apertura e si è pure innervosito, ma un lancio di racchetta e qualche monologo dei suoi gli sono serviti a ritrovare la retta via. Un nuovo allungo sull’1-1 è risultato quello decisivo, gentilmente offerto da un paio di doppi falli di Cuevas, troppo poco costante al servizio (che a dispetto dello stile di gioco è uno dei suoi punti di forza) anche a causa del vento che ha disturbato a lungo i due giocatori. Dimenticando il passaggio a vuoto del secondo parziale, anche se andrebbero limitati perché talvolta possono costare più di un solo set, Fognini ha giocato piuttosto bene, anche se i numeri dicono il contrario. Ha commesso 32 gratuiti, oltre il doppio dei 15 vincenti, ma la realtà è che è parso quasi sempre controllare, consapevole che un match così, contro un Cuevas fallosissimo, non gli poteva proprio sfuggire.
QUEL PRECEDENTE DEL 2013
E quindi eccola la seconda semifinale in carriera sul veloce, dopo quella di San Pietroburgo 2012, dove poi raggiunse l'ultimo atto (perdendo contro Martin Klizan). Ma questa vale molto di più, perché arrivata in un ben frequentato ATP 500, con tre vittorie di spessore a confermare il suo ottimo stato di forma. E chissà che per una volta, dopo aver vinto otto degli ultimi nove match sul cemento, non si convinca pure lui di poter tenere anche sul duro (almeno all’aperto) un rendimento molto vicino a quello sulla terra battuta. Grazie ai 180 punti conquistati in Cina – che fanno 870 nei quattro ‘500’ giocati quest’anno: rendimento incredibile – Fognini si riprende lo scettro di numero uno d’Italia, che Andreas Seppi gli aveva scippato con la finale a Halle, superandolo alla posizione numero 25. Ma ciò che conta ancora di più è il posto fra i primi 20 della Race, con i soli 20 punti dei primi turni a Shanghai e Parigi-Bercy da difendere da qui alla fine dell’anno. Fare peggio è impossibile, e chiudere nella top 20 non è affatto un’utopia. Ma prima di guardare così lontano c’è una semifinale da giocare contro Rafael Nadal, con in palio altri 120 punti e la probabile sfida contro Novak Djokovic. Fra Fabio e ‘Rafa’, quello ad aver più paura è senza dubbio il maiorchino, che non sta giocando il suo miglior tennis (oggi ha battuto Sock rimontando un set di svantaggio) e quest’anno si è già inginocchiato per tre volte all’azzurro, in quattro confronti. I primi due sulla terra, fra Rio de Janeiro e Barcellona, l’ultimo allo Us Open, che ha segnato l’ennesimo tracollo Slam dell’ex numero uno del mondo, ribadito dalle lacrime (o quasi) riprese nel tunnel che l’ha riportato negli spogliatoi. Allargando la prospettiva, si scopre che l'avvicinamento dell’azzurro è iniziato proprio a Pechino, nel 2013, quando fece un mezzo miracolo salendo 6-2 3-0 contro un Nadal che quell'anno non aveva ancora perso un match sul cemento, prima di perdersi dopo qualche chance andata all’aria. Ma al tempo battere lo spagnolo aveva ancora il profumo della grande impresa, con annessi e connessi. Oggi non è più così. Specialmente per chi l'ha già fatto tre volte in pochi mesi.
ATP 500 PECHINO – Quarti di finale
Fabio Fognini (ITA) b. Pablo Cuevas (URU) 6-1 2-6 6-2
Rafael Nadal (ESP) b. Jack Sock (USA) 3-6 6-4 6-3
David Ferrer (ESP) b. Yen-Hsun Lu (TPE) 6-3 6-1
Novak Djokovic (SRB) b. John Isner (USA) 6-2 6-2
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