Azzurri protagonisti ai piedi del Monte Titano. Bolelli e Volandri sono in semifinale, anche se i prossimi avversari (Montanes e Klizan) saranno piuttosto duri.
Il rovescio di Filippo Volandri è ancora letale
 
Di Riccardo Bisti – 11 agosto 2012

 
Senza tre dei primi quattro, e con la pioggia che lo sta falcidiando, il Masters 1000 di Toronto è forse il peggiore degli ultimi anni, almeno a livello di nobiltà tennistica. Non potevano chiedere di meglio, al contrario, gli organizzatori del Challenger di San Marino (85.000€, terra), piccola isola felice al confine tra Marche e Romagna. In verità, anche loro hanno avuto i loro problemi quando nel 2000 hanno abbandonato lo status di torneo ATP e si sono accontentati di un challenger. La scelta si è rivelata azzeccata perché il parco giocatori è grossomodo lo stesso e quest’anno si festeggia la 25esima edizione. Meglio di così non poteva andare: in semifinale ci sono due italiani e tre delle prime quattro teste di serie. L’unico “intruso”, per la gioia di pubblico è organizzatori, è Simone Bolelli. Il bolognese è quasi di casa ai piedi del Monte Titano, non troppo distante dalla nativa Budrio. Nel match-clou di giornata è stato bravissimo a superare Blaz Kavcic, testa di serie numero 2 e nostro ex avversario in Coppa Davis. Ad Arzachena, tuttavia, i due non si affrontarono perché Bolelli non fu scelto come singolarista. Simone si è imposto con il punteggio di 6-1 7-6 in un match piuttosto simile a quello perso a Kitzbuhel contro Martin Klizan, con la differenza che allora perse il secondo e crollò nel terzo mentre stavolta è riuscito a cavarsela in due set. Per il bolognese sono 40 punti-ossigeno che lo faranno entrare di slancio tra i top 100. Dire che la “cura Rianna” lo abbia rigenerato è forse troppo, ma non c’è dubbio che il Bolelli di oggi sia nettamente più competitivo del giocatore sbiadito visto fino a qualche mese fa. I colpi viaggiano che è un piacere e l’atteggiamento è finalmente giusto.
 
Nel primo set, Kavcic non ha visto palla. Nel secondo c’è stato totale equilibrio, con Simone bravissimo nei momenti delicati. Ha annullato due palle break consecutive sul 3-4 e addirittura tre di fila (che erano altrettanto setpoint) sul 4-5. Nel tie-break, il “Bole” ha sempre condotto ed ha avuto la forza di vincere gli ultimi due punti. Con questo risultato entrerà con agio tra i top 100, ma San Marino (insieme a Cordenons la prossima settimana) è una tappa importante: dovesse vincere il torneo potrebbe addirittura volare intorno al numero 70, posizione ideale per giocare con serenità e determinazione l’ultima parte di stagione. In semifinale se la vedrà con Albert Montanes, ex top 25 uscito dai top 100. Sarà un match difficile ma con un precedente incoraggiante: i due si sono trovati proprio a San Marino, sette anni fa, e vinse 6-3 6-4 l’azzurro. Ma c’è un altro italiano in semifinale: si tratta di Filippo Volandri, bravo a superare 6-4 7-6 un avversario ostico come Stephane Robert. Non è stato facile, poiché “Filo” si è trovato sotto di un break sia nel primo che nel secondo set. Nel secondo è stato bravo a rimontare da 15-40 sul 4-4 e, soprattutto, a vincere sei punti consecutivi nel tie-break. In semifinale, “Filo” sfiderà la prima testa di serie, il talentuoso Martin Klizan (vincitore con un doppio 6-3 sull’ammazzaitaliani di questo torneo, Nikola Mektic). Tra i due ci sono tre precedenti, tutti sulla terra a livello challenger, con lo slovacco avanti 2-1. L’ultima volta si sono trovati in finale a Rabat lo scorso marzo, e vinse Klizan 6-2 6-3. Con le sue rotazioni mancine, Klizan può mettere in crisi le geometrie di Volandri. Che però ha ritrovato la forma dopo le difficoltà primaverili e può dire la sua. Le critiche per alcune scelte troppo provinciali sono ormai cadute in prescrizione. Adesso Volandri merita solo applausi perché a quasi 31 anni ha ancora tante motivazioni e probabilmente chiuderà la stagione (con agio) tra i top 100. San Marino non sarà un Masters 1000 ma qualche soddisfazione, suvvia, ce la sta regalando.