di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
L’anno post slam non è mai stato facile da assimilare per Svetlana Kuznetsova, protagonista in questa stagione di un’annata disastrosa, come quella vissuta nel 2005 all’indomani del suo primo successo in un major a New York. Dopo l’affermazione parigina del 2009, “Sveta” era giunta solo una volta nelle semifinali di un qualsiasi torneo Wta, a Pechino, in un torneo poi vinto in finale contro la stessa Agnieszka Radwanska che si è ritrovata di fronte dieci mesi dopo nell’ultimo atto del torneo di San Diego.
Precipitata oltre la 20°esima posizione quattro settimane fa, lei che vanta un passato neanche troppo lontano di numero 2, sembrava voler ripercorrere il tracollo della sua connazionale, Dinara Safina, con la quale aveva dominato la stagione sulla terra dello scorso anno.
Non accreditata di alcuna testa di serie nel tabellone californiano, la russa ha dovuto fin dal primo turno fronteggiare avversarie di livello come la belga Yanina Wickmayer, numero 8 del seeding, prima di lottare più di 2 ore e mezzo contro l’indomita Sara Errani, arresasi solo 7-5 al terzo. Che si fosse di fronte a una giocatrice ritrovata lo si è capito in semifinale, quando ha disposto con estrema facilità di Flavia Pennetta, favorita alla vigilia ma incapace di porre un argine alla debordante potenza della sua avversaria.
Anche in finale contro la Radwanska sembra che per Sveta non ci siano particolari problemi. Dopo un primo set vinto per 6-4, ma in cui era stata avanti 5-1, la 25enne di San Pietroburgo annulla 3 palle break nel secondo game, e strappa il servizio all’avversaria nel quinto gioco, dopo aver annullato 3 palle game alla polacca. Si tratta del quinto gioco (su 5) vinto ai vantaggi dalla Kuznetsova, con la Radwanska che non sfrutta una palla del controbreak sul 3-4 e ancora una volta esce sconfitta ai vantaggi, pur avendo avuto in un ognuno di essi almeno una palla per portare a casa il gioco.
Sembra una maledizione per Agnieszka che pare capitolare già nel nono game, sotto 3-5 15-30. Qui ci pensa Svetlana ad allungare la pugna. Quando sul 5-4 in proprio favore è chiamata a servire per il match, la russa, che non aveva mai perso il servizio nel set, regala subito 3 punti all’avversaria, che questa volta non può proprio fallire l’aggancio. Non è la prima volta nel torneo che la Kuznetsova trema nel momento di infliggere il colpo del Ko. Contro la Errani aveva addirittura servito in ben 2 occasioni per il match nel secondo set, prima di cedere al tiebreak.
Anche stavolta la russa sarà costretta al terzo set, ma lo farà al termine di un vero e proprio “suicidio” tennistico: avanti 4-0, subisce la reazione della polacca che si rifà sotto (4-3), prima di commettere due gravi errori che regalano tre matchpoint consecutivi alla sua avversaria. Svetlana si supera mettendo a referto un doppio fallo e due errori di rovescio. Quando sul 6-6, riceve in dono dalla polacca un 4° matchpoint sotto forma di doppio fallo, la Kuznetsova non ne vuole sapere di chiudere e restituisce il favore alla numero 10 del mondo, commettendo a sua volta un doppio errore. La gara a “ciapa nò” se la aggiudica Agnieszka che chiude sul 9-7 e parte col piede giusto nel terzo set, brekkando l’avversaria nel corso del terzo gioco.
Quando l’inerzia sembra ormai tutta dalla sua parte, ecco giungere la reazione della Kuznetsova che mette in fila quattro giochi consecutivi. Sul 5-3 Svetlana non trema e tiene a zero il turno di battuta che le consente di tornare a festeggiare il 13° titolo della sua carriera (e di risalire dalla 21° alla 14° posizione del ranking), a fronte di ben 18 finali perse. Il perché di un bilancio così negativo? L’andamento della partita odierna vale più di qualsiasi spiegazione.
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