Splendida nottata di tennis. A Toronto Gasquet ritrova una finale Masters 1000 e sfida Djokovic; a Montreal si rivedono tre grandi deluse del 2012 (Peccato per la Vinci); a San Marino un super Bolelli va in finale.
Caroline Wozniacki ha ritrovato se stessa al WTA di Montreal
Di Lorenzo Cazzaniga – 12 agosto 2012
Mentre gli italiani, a dispetto della crisi, hanno preso d’assalto le autostrade per andare in ferie, il mondo del tennis ha vissuto un sabato sera-notte davvero entusiasmante. Tra Toronto, Montreal e San Marino, sono successe parecchie cose. E la pioggia, fedele compagna di viaggio per tutta la settimana, ha deciso di rompere le scatole anche stavolta, bloccando la seconda semifinale di Toronto tra Novak Djokovic e Janko Tipsarevic, ripresa ben oltre le 22 locali. Riassumiamo brevemente le emozioni di questo bollente Saturday Night.
TORONTO, CASA GASQUET
In tanti anni di carriera, Richard Gasquet ha raggiunto tre finali Masters 1000. Due di queste sono arrivate in Ontario. Nella prima semifinale, giocata (quasi) in orario, ha superato John Isner con il punteggio di 7-6 6-3 mostrandosi in gran forma. “La chiave del match era la risposta, e credo di aver risposto bene. Poi ho giocato un grande tie-break” ha detto il francese, abile a trovare l’unico break della partita al sesto game del secondo set, suggellato da un gran passante di rovescio, “specialità della casa”. Dopo aver trovato la continuità sotto la guida di Riccardo Piatti, adesso il francese cerca l’eccellenza. Secondo il coach comasco (che non è a Toronto, con Gasquet accompagnato dal fido Grosjean), il suo allievo può stare tranquillamente subito dopo i Fab Four. Nettamente tra i top 10, insomma. A Toronto ha dimostrato di poterci stare. In finale cercherà di sorprendere Novak Djokovic, emerso da una travagliata partita con il connazionale Janko Tipsarevic. L’incontro era previsto per le 18.30 locali ma ha iniziato a piovere subito dopo il palleggio. La partita è iniziata solo alle 20, poi c’è stata un’altra interruzione di circa 90 minuti sul 3-2 nel primo set. Al rientro, e al termine di un match molto muscolare, Djokovic ha fatto valere la sua qualità e si è imposto 6-4 6-1 giocando un secondo set da manuale, molto vicino al limite. In finale (all'1 di notte, diretta Sky Sport 1), cercherà di vincere per la terza volta il Canadian Open, ma sarebbe la prima a Toronto, giacchè i due successi precedenti (2007 e 2011) sono arrivati a Montreal. Contro Gasquet ha vinto sette volte su otto, perdendo soltanto al Masters di Shanghai 2007. Una vita fa.
ROBERTA VINCI TROPPO STANCA
Dopo la bella impresa contro Angelique Kerber, l’avventura di Roberta Vinci a Montreal è terminata nei quarti. Peccato, perché contro Lucie Safarova ce la poteva fare. La tarantina ha pagato il fatto di dover giocare due partite in un giorno, mentre la sua avversaria era più fresca. Vinci-Kerber era stato rinviato da venerdì, mentre la Safarova era riuscita a terminare il suo impegno prima che iniziasse a piovere. Si spiega (anche) così il doppio 6-2 con cui la ceca è approdata in semifinale in un torneo che sta dando succose rivincite a tre grandi deluse del 2012: Petra Kvitova, Caroline Wozniacki e Na Li. Tutte e tre sono reduci da una stagione al di sotto delle aspettative, addirittura fallimentare nel caso della Wozniacki. L’assenza di Serena Williams e i ritiri di Azarenka e Sharapova hanno spalancato il tabellone. La più brava è stata la Wozniacki, che dopo aver lottato per tre set contro la Lepchenko è scesa nuovamente in campo e ha superato con un doppio 6-4 la quasi omonima Wozniak, ultima canadese in tabellone. Applausi anche per Na Li, capace di asfaltare prima la nostra Errani e poi Agnieszka Radwanska (addirittura 6-2 6-1!). Per la polacca, dunque, sfuma miseramente la possibilità di diventare numero 1 del mondo (ce l’avrebbe fatta solo vincendo il torneo). Per non coincidere con la finale di Toronto, le semifinali si giocheranno rispettivamente alle 19.30 (Li-Safarova) e alle 23 (Wozniacki-Kvitova) italiane. Entrambi i match andranno su Eurosport 2.
BOLELLI, E’ RINASCITA?
Mentre c’era Gasquet-Isner, il vero appassionato ha fatto zapping per gustarsi anche la bella semifinale del challenger di San Marino tra Simone Bolelli e Albert Montanes. Ci sono volute tre ore e diciotto minuti, ma alla fine il bolognese ce l’ha fatta. Al di là del valore tecnico (buono) della vittoria, è piaciuto l’atteggiamento grintoso e mai domo di Bolelli, di nuovo incitato a gran voce dal suo angolo (coach Umberto Rianna su tutti), un po’ come accadeva ai tempi di Pistolesi. Mostrando una tenuta fisica eccezionale, Simone si è imposto 6-7 6-4 7-5 in una partita infinita, piena di situazioni e ribaltamenti di fronte. Montanes non è più che quello che è stato n. 22 ATP, ma è un “cagnaccio” fastidioso e infaticabile. Non sempre Bolelli è riuscito a sfondarlo, ma con tenacia e pazienza ne è venuto fuori. Nel primo set ha servito sul 5-3, ha avuto due setpoint sul 5-4 ed è stato avanti 5-2 nel tie-break prima di perdere cinque punti consecutivi. Il vecchio “Bole”, quello degli ultimi tre anni, si sarebbe sciolto nell’afa sammarinese, invece ha continuato a lottare, quasi gladiatorio. Ci ha creduto anche quando Montanes gli ha strappato il servizio nel terzo set ed è andato 5-3 e servizio. Senza annullare matchpoint, Simone ha conquistato quattro giochi consecutivi e si è assicurato un posto tra i primi 90. Forse la tanto attesa “svolta” è davvero arrivata. E non importa il risultato della finale contro Martin Klizan (facile su Volandri nella prima semifinale). E’ vero che ci ha perso due settimane fa a Kitzbuhel, ma era anche avanti 6-1 4-2. Il problema è che Simone potrebbe essere stanco. Ma non importa: giocando così, i risultati continueranno ad arrivare. E in caso di vittoria si avvicinerebbe addirittura ai top 70.
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