Il tennista norvegese si è espresso in merito alle controversie che riguardano l’Arabia Saudita e i diritti umani, rivelando anche di non aver ricevuto alcuna offerta dal Six King Slam

Foto Ray Giubilo

Il SIx King Slam ha riacceso prepotentemente la polemica circa la possibilità di giocare in Arabia Saudita, un paese spesso e volentieri criticato per la mancanza di diritti per le donne. Sulla polemica è intervenuto anche Casper Ruud – impegnato questa settimana nell’ATP 250 di Stoccolma – che intervenuto ai microfoni di “SpilXperten” ha analizzato la questione in maniera piuttosto approfondita. “Non ho ricevuto un’offerta dal Six King Slam, ma ne ho ricevute in passato e ho sempre scelto di non andare. Ovviamente l’Arabia Saudita è un paese controverso in molti aspetti, ma anche altri paesi in cui andiamo a giocare sono allo stesso modo controversi. In termini di diritti umani si può sicuramente discutere della Cina, ma noi ci andiamo ogni anno. Si è parlato molto di Peng Shuai e di quello che le è capitato, questo è soltanto per dire che se vogliamo considerare l’Arabia Saudita un paese controverso allo stesso modo dovremmo menzionare anche altri paesi che invece non consideriamo”.

L’analisi di Casper Ruud però non termina qui, e dice la sua anche in merito ai pesanti investimenti nel mondo del tennis da parte dell’Arabia Saudita. “Ovviamente hanno molti soldi, e nonostante si potrebbe parlare di ‘sportwashing’ mi sembra che il loro nuovo leader Mohammed Bin Salman abbia voglia di fare molte cose, soprattutto nello sport. So che potrei sembrare molto ingenuo nel dirlo, ma gli atleti che andranno lì potrebbero portare a un cambiamento, non possiamo saperlo. Questo è capitato anche in altri paesi del Medio Oriente, come Dubai e Abu Dhabi, che hanno accolto gli sporti e con essi la cultura occidentale”.

Infine su come il circuito ATP potrebbe essere rivoluzionato se l’Arabia dovesse continuare a investire sul tennis: “Ci sono molte voci sul tour dell’ATP e sulla possibilità di un torneo in Arabia Saudita. Al momento ho scelto di non andare così lontano, ma mi sembra inevitabile che in qualche modo diventeranno grandi nel mondo del tennis. Hanno già le Next Gen Finals – e le WTA Finals – vediamo cosa riserverà il futuro.