Lo scorso anno l’avventura del russo nel torneo degli Emirati si fermò con la squalifica nella semifinale con Alexander Bublik

Foto Paul Zimmer

Dopo aver conquistato a Doha il primo titolo della sua stagione, Andrey Rublev si prepara all’esordio nel Dubai Duty Free Tennis Championships. Per il russo si tratta del ritorno nel torneo a un anno esatto dall’episodio che gli costò la squalifica nella semifinale con Alexander Bublik, quando a qualche punto dal tie-break del terzo set, si diresse verso il giudice di linea urlandogli a pochi centimetri dal viso per una chiamata sospetta. Un gesto che gli costò il “default” e l’eliminazione.

Ero come prigioniero di un circolo vizioso – ha raccontato Rublev –. Perso dentro di me per un paio d’anni senza trovare la via, senza capire cosa fare, a quale scopo. Ero completamente perduto. Il fatto è che… una cosa è quando succede un mese, due o tre mesi, ok, forse riesci ad essere paziente. Ma quando capita un anno, due, tre quattro, cinque anni, a un certo punto non riesci più a sopportarlo. Assumevo farmaci antidepressivi. Dopo un anno, però, ho capito che se all’inizio sembrava andare meglio poi non è che andasse peggio, però era qualcosa di strano. Una sensazione che mi piaceva anche di meno quindi ho smesso di prenderli. Poi Marat [Safin] mi ha aiutato a capire me stesso, guardarmi dentro, diciamo così. È stato un po’ come ripartire dal fondo e almeno, poco alla volta, sono stato in grado di muovermi in una direzione migliore. Come dicevo all’inizio dell’anno, non sono felice, non sono sereno e nemmeno in un incubo, ma non ho più stress, non sento più ansia, non sono depresso, sono semplicemente neutro. Non sono felice né sto male, ma almeno ho trovato un riferimento. E questo è un inizio“.