La WTA annuncia la nascita del torneo di Bucarest, che prende il posto di Budapest. Ma il calendario femminile ha sempre meno terra battuta: appena 13 tornei! 
La città di Bucarest ospita già un torneo ATP

Di Riccardo Bisti – 6 febbraio 2014

 
La notizia era nell’aria da tempo, ma adesso è ufficiale: la Romania avrà un torneo WTA. L’associazione giocatrici ha ufficializzato lo svolgimento di un torneo a Bucarest nella settimana del 7 luglio, subito dopo Wimbledon. L’evento rumeno prende il posto di Budapest, tenendo viva una piccola appendice “rossa” prima che il circuito si sposti definitivamente negli Stati Uniti. In quella settimana, avrebbe dovuto svolgersi anche il torneo di Palermo, che però ha ceduto la licenza ai malesi di Kuala Lumpur. Il neonato evento di Bucarest offrirà un montepremi di 250.000 dollari, il minimo per un torneo del circuito maggiore. La WTA ha promosso l’evento come naturale conseguenza dell’ottimo momento del tennis rumeno, guidato da Simona Halep e con ottime giocatrici come Sorana Cirstea, Monica Niculescu e Alexandra Cadantu. Senza dimenticare Alexandra Dulgheru e Irina-Camelia Begu, tutte ex top-40, pronte e tornare su buoni livelli. In questo momento, il tennis rumeno punta tutto sull’accoppiata Halep-Cirstea. La prima, in particolare, è appena diventata la terza rumena a entrare tra le top-10 dopo Virginia Ruzici (che le fa anche da manager) e Irina Spirlea. Curiosamente, la Halep è stata l’ultima vincitrice di Budapest, torneo che chiude i battenti dopo 18 edizioni e vanta un albo d’oro di tutto rispetto: lo hanno vinto giocatrici importanti come Amanda Coetzer, Magdalena Maleeva, Jelena Jankovic e le nostre Roberta Vinci e Sara Errani.
 
La nascita del torneo di Bucarest consente una riflessione sul calendario WTA. Per quanto siano molto attenti al marketing, non c’è dubbio che sia un momento difficile. Tuttavia, anche se qualche data è in crisi (New Haven in difficoltà, e Dallas non è stato rimpiazzato) il numero di tornei resta grossomodo lo stesso (57). Il periodo di crisi è innegabile, ma nel 2004 c’erano 60 tornei WTA, appena tre in più. Andando ancora più indietro, al 1994, scopriamo che il calendario ne offriva appena 56, uno in meno rispetto a oggi. E’ una notizia, giacchè all’epoca la congiuntura economica era decisamente più favorevole. Negli anni 80, quando il tennis femminile era davvero considerato di Serie B, ad eccezione delle più forti, il calendario era ancora più scarno. Balzando indietro di un altro decennio, ci accorgiamo che nel 1984 gli eventi erano appena 39. Tornando al calendario odierno, si apprezza ancora una volta la progressiva sparizione della terra battuta. L’argomento è molto sentito in campo maschile (sono stati i giocatori a imporsi per tutelare la Gira Sudamericana di febbraio), ma tra le donne è ancora peggio. Ci sono appena 13 tornei sul rosso, peraltro dislocati piuttosto male. Il 17 febbraio, Rio de Janeiro ospiterà un ATP 500 e anche un WTA International, ma poi non ci saranno tornei su terra per due mesi: Florianopolis si gioca sul cemento, così come Acapulco ha appena cambiato superficie.
 
Nella settimana del 7 aprile, mentre Katowice è passato dalla terra indoor al cemento, le terraiole dovranno andare addirittura a Bogotà per giocare sulla superficie preferita. La stagione vera e propria scatterà il 21 aprile, con i tornei di Stoccarda (che però si gioca indoor) e Marrakech. Nella settimana prima di Madrid e Roma, che potrebbe essere molto fertile, ci sarà soltanto il piccolo evento di Oeiras. Dopo Wimbledon, l’ultima appendice “rossa” prevede i tornei di Bucarest e Bad Gastein (che anticipa, andando a colmare il vuoto lasciato da Palermo). La terra chiuderà i battenti il 20 luglio, con la finale di Bastad. Insomma, se la situazione non è drammatica…poco ci manca. Inoltre, andando ancora più a fondo, scopriamo che i tornei esclusivamente WTA sul rosso sono appena sette, poiché Rio de Janeiro, Oeiras, Madrid, Roma, Roland Garros e Bastad sono eventi combined. Senza l’appiglio degli uomini, dunque, la situazione potrebbe essere ancora peggiore. Tenendo conto che l’Italia ha una forte tradizione su questa superficie, sarebbe forse opportuno che le azzurre si facciano sentire nel Board WTA. Non se ne parla granchè, ma anche le donne hanno le loro rappresentanti. Tra gli argomenti da trattare, forse, ci sarebbe anche questo. Non porre limiti alla cementificazione potrebbe rdurre la terra rossa a fare la fine dell'erba. E dando un’occhiata al calendario (provvisorio) del 2015, non c’è ancora traccia del torneo di Norimberga. Guarda caso, un altro evento su terra…