Masha gioca un match perfetto e massacra la Bouchard, ridotta a comparsa. E' stata eccezionale con dritto e servizio in slice. Adesso trova la Makarova, che le ha tirato una frecciata: “Maria non è così russa? Domanda difficile…”  Il più lungimirante era stato Jacopo Lo Monaco durante il nostro podcast. “Se la Sharapova odia perdere contro la Ivanovic, figurarsi contro la Bouchard”. Aveva ragione. La russa ha giocato il miglior match degli ultimi mesi, condannando la canadese a una terribile sconfitta. Più che una partita, è stata un’esecuzione. Maria l'ha crivellata di colpi. Eppure "Genie" era scesa in campo con la giusta determinazione, persino un pizzico di spavalderia. Ma quando c’è l’orgoglio di mezzo, Maria non fa sconti. Sono lontani i tempi in cui una Bouchard ancora bambina le chiedeva una foto. E quelli in cui, junior iscritta alle qualificazioni, chiese umilmente a Masha se poteva indossare i suoi completi. Adesso è cresciuta e le ha portato via un po’ di fan, almeno tra i guardoni. La semifinale a Roland Garros ha acceso una fredda rivalità, fatta di silenzi e occhiatacce. Rivalità che sarà ancora più aspra dopo il 6-3 6-2 con cui la russa ha infilato la settima semifinale all’Australian Open. Ha vinto solo una volta, nel 2008, battendo la bellona mora Ana Ivanovic. Stavolta erano i quarti, ma la bionda Bouchard non rientra nelle sue grazie. Ha giocato ogni colpo come se fosse l’ultimo, mettendo a nudo i limiti della canadese e bucherellando un carattere che sembrava granitico, e forse lo diventerà, ma ancora attaccabile. L’espressione della Bouchard nel secondo set era tutto un programma. Attonita, sguardo torvo sotto la visiera fluorescente. Sembrava un coniglio bagnatto, per citare una frase dell’Avvocato Agnelli quando parlava di Roberto Baggio. Per lei deve essere stato frustrante. Molto frustrante.
 
LATO DESTRO, IL BANCOMAT DI MASHA
La Sharapova ha vinto perchè ha dominato nei settori dove entrambe sono più deboli: dritto e servizio. In particolare, è stata chiurgica negli schiaffeggiamenti da fondocampo: il suo dritto incrociato era più profondo e maligno di quello di “Genie”. Si apriva il campo e la finiva con il lungolinea. E poi il servizio: “Masha" ha trovato un ottimo slice, soprattutto da destra, che ha mandato la canadese in un cottolengo tennistico. Non c’è stato un solo momento in cui il match è parso in discussione. La Bouchard ha avuto appena due palle break (entrambe annullate) sul 3-2 nel primo set, quando Masha era già in fuga. Rendimento desolante, soprattutto pensando al 63% di game vinti in risposta nelle quattro partite precedenti. Ma le avversarie non si chiamavano Maria Sharapova. Fasciata in un abito rosso fiammante, la russa ha oscurato il completino “shock” della Bouchard, rosa con inserti gialli fluorescenti. “Sapevo che avrei dovuto giocare una partita perfetta, perchè l’anno scorso lei ha fatto molto bene negli Slam e diventa pericolosa se mette i piedi dentro il campo. Io ho fatto del mio meglio per tenere la giusta posizione”. C’è riuscita alla grande, mantenendo un saldo positivo tra vincenti ed errori, sia pure di un soffio (19-18). La Bouchard, da par suo, è franata in un mare di errori gratuiti. Alla fine saranno 30. Ma più che i numeri, preoccupano le sensazioni. Genie è parsa smarrita, anche dimagrita rispetto all’anno scorso. Sembra aver perso la sfacciataggine che le faceva dire di tutto nelle interviste e sui social network. Magari quelli di IMG, che la rappresentano dal 2015, stanno cercando di inquadrarla così come hanno fatto con la Sharapova (che però non ne aveva un gran bisogno). L’assenza di un coach non le ha dato una mano: sommando questi fattori, i quarti di finale sono un risultato tutt’altro che trascurabile.
 
IL PASSAPORTO E' BUGIARDO?
Dovrà trovare una guida affidabile e lavorare sui difetti già emersi, crudelmente, durante la finale di Wimbledon persa malamente contro Petra Kvitova. Da allora non ha combinato granchè. Per questo, l’Australian Open 2015 deve essere un punto di partenza, la base per costruire una nuova fase della sua carriera. La teenager che esaltava per avvenenza e genuinità non c’è più, anche per ragioni anagrafiche. Le ambizioni non mancano, così come il talento. La bella notizia è che i margini di miglioramento sono enormi. E un bagno d’umiltà non potrà che farle bene. Da parte sua, la Sharapova ha trovato un equilibrio psicofisico eccezionale. E’ la prima a vincere 10 partite nel 2015, poichè è reduce dalla vittoria a Brisbane. Se Serena Wiliams non tiene il rendimento delle ultime due stagioni, Masha è pronta ad azzannarla. In questo momento, una finale tra le prime due sembra quasi inevitabile. Prima di presentarsi all’appuntamento, Maria dovrà battere Ekaterina Makarova, che le ha lanciato una frecciata. Pur senza dirlo, ha lasciato intendere di non considerarla così…russa. Quando le hanno chiesto un parere sul tennis russo, ha citato una serie di giocatrici che l'hanno fatto grande negli ultimi anni: Myskina, Safina, Dementieva, Kuznetsova…ma non ha citato la Sharapova. Quando gliel’hanno fatto notare, domandandole se non la ritiene così russa, ha detto: “E’ una domanda difficile, lasciamo stare”: Qualche secondo dopo si è parzialmente corretta, citando la Sharapova tra le tenniste che tengono alto il livello del tennis russo. Niente di nuovo: si sa che la Sharapova non ha mai fatto team con le colleghe, nemmeno con le connazionali. E vive negli Stati Uniti da oltre 20 anni. Normale che le altre non impazziscano per lei. Una motivazione in più, di cui la Makarova avrà un gran bisogno per colmare o almeno ridurre il gap. I precedenti sono impietosi: 5-0 per la Sharapova. La tigre in abito rosso.

AUSTRALIAN OPEN 2015
Quarti di finale DONNE

Maria Sharapova (RUS) b. Eugenie Bouchard (CAN) 6-3 6-2