Il trionfo di Simona Halep al Roland Garros ha scatenato un delirio collettivo nel suo paese, tanto da calmare una vivace crisi politica. A Parigi era accorsa a sostenerla anche Nadia Comaneci, che è convinta. “Simona può avere sulla Romania lo stesso effetto che avevo avuto io”. Secondo Tiriac, è la più grande personalità del paese.

È andato in archivio il Roland Garros dei ricorsi storici per due paesi: Italia e Romania. Noi abbiamo ritrovato un semifinalista dopo 40 anni e due giocatori negli ottavi dopo 42. Incredibile ma vero, anche per la Romania i numeri magici sono 40 e 42. Correva l'anno 1978 quando Virginia Ruzici batteva Mima Jausovec e dava una buon assist di propaganda alla dittatura di Nicolae Ceausescu. Ma la più grande impresa di un'atleta rumena risale al 1976, quando Nadia Comaneci prese un clamoroso e indimenticato “10", nella ginnastica artistica, alle Olimpiadi di Montreal. Il trionfo a Parigi di Simona Halep, sublimato dall'incredibile accoglienza ricevuta a Bucarest dopo il trionfo al Roland Garros. Uno stadio di calcio quasi pieno, gonfiato dal coro “Simona! Simona! Simona!” che aveva già risuonato a Bois de Boulogne. Sabato scorso, in tribuna d'onore c'era anche Nadia Comaneci, che oggi vive negli Stati Uniti e porta splendidamente i suoi 56 anni. È sbarcata a Parigi appena in tempo per assistere alla finale contro Sloane Stephens. Intercettata dal New York Times, la Comaneci ha provato a spiegare cosa significa questo successo per la Romania. “Non volevo perdermi questo momento, sono felice di aver condiviso questo momento con lo stadio e tutti i rumeni che erano qui a sostenerla”. La Comaneci ha rivoluzionato la percezione della ginnastica artistica nel suo Paese. Da allora, la Romania ha raccolto 72 medaglie olimpiche nella specialità. Per intenderci, la seconda disciplina più vincente (il canottaggio) ne ha raccolte 38. E allora ci si domanda se Simona Halep possa avere la stessa forza ispiratrice sulle nuove generazioni. Se la Comaneci aveva il fascino della bambina prodigio, la Halep è l'emblema di una feroce volontà. Talmente grande da convincersi a ridurre il seno pur di essere una tennista migliore. La Comaneci spera che l'esempio di Simona possa avere un'influenza come il suo.

ROMANIA, UNA STORIA CHE PUÒ CAMBIARE
“Ogni 40-50 anni, arriva qualcuno che infrange le regole e fa la storia – ha detto la Comaneci – penso che sia grandioso e incredibile per la Romania. Ci sarà una nuova generazione di giovani ad osservarla, e che penserà. 'Se lei lo ha fatto, posso farlo anche io'. Penso che questo risultato avrà un grande impulso per lo sport in generale. Il paese ne ha bisogno. Vedrete molti ragazzini prendere una racchetta in mano”. Il New York Times ha ascoltato la testimonianza di un giornalista rumeno, specializzato in tennis. Adrian Toca è nato quattro anni dopo il successo della Ruzici, dunque non ha potuto vivere i magici anni 70, in cui spadroneggiava anche Ilie Nastase. La Halep è la prima vera campionessa mai prodotta dalla Romania dopo moltissimi anni, per quanto ci siano stati ottimi giocatori come Andrei Pavel, Adrian Voinea e Victor Hanescu tra gli uomini, senza dimenticare Irina Spirlea tra le donne. Il successo della Halep mette in secondo piano un paio di mini-fatti di cronaca di cui è stato protagonista Ilie Nastase: lo scorso anno ci fu la squalifica per i commenti e gli atteggiamenti sessisti durante un match di Fed Cup, mentre prima del Roland Garros è stato arrestato un paio di volte a distanza di poche ore: la prima per guida in stato di ebbrezza, la seconda per non aver rispettato il semaforo rosso in sella a uno scooter. In prima fila, a Parigi, c'era Ion Tiriac. Oltre ad aver supportato Nastase in Coppa Davis a cavallo tra gli anni 60 e 70 (con la storica finale del 1972), è diventato un potente uomo d'affari. Proprietario del torneo di Madrid, possiede un box privato sullo Chatrier. “Meritiamo questo successo – ha detto – bene o male, il nostro paese ha una storia. Ma di tanto in tanto emerge un talento come Simona”.

LA PIÙ GRANDE PERSONALITÀ DEL PAESE
Il giorno prima della finale, la stessa Halep aveva assistito alla semifinale tra Nadal e Del Potro proprio accanto a Tiriac. E fu lui, cinque anni fa, a concederle una wild card a Madrid. Perse al primo turno, ma a suo dire fu la base per iniziare una furibonda scalata iniziata la settimana successiva, con la semifinale al Foro Italico. La situazione attuale del tennis rumeno è rosea tra le donne, con ben sei top-70 (ci sono anche Buzarnescu, Begu, Cirstea, Niculescu e Bogdan). Non va troppo bene tra gli uomini: Marius Copil è l'unico tra i top-400 ATP, anche se c'è l'ottimo doppista Florin Mergea. Il successo della Halep è un'occasione che il paese non può perdere: Tiriac spera che le federtennis possa adoperarsi per la costruzione di di strutture sempre più accoglienti. “In questo momento c'è grande carenza, soprattutto per i bambini piccoli”. Sul piano organizzativo, è rimasto il torneo WTA di Bucarest (in programma a luglio), dopo che Budapest ha scippato la storica prova ATP. Tuttavia, non si può giocare presso il più importante impianto tennistico, l'Arenele BNR, chiuso qualche anno fa perché ritenuto pericolante. La vittoria di Simona Halep è servita anche ad ammortizzare il dibattito sociale. Raggiunta la democrazia dopo la violenta fine di Ceausescu, la Romania sta vivendo un forte crisi politica. La maggioranza parlamentare è detenuta dal Partito Socialdemocratico, che ha invitato i cittadini a scendere in piazza per vicende legate alla Divisione Nazionale Anticorruzione. La vittoria della Halep, con la sua accoglienza trionfale, è servita a calmare le acque per 24 ore. Fatte le debite proporzioni, vista la differenza in termini di carisma, la sua popolarità in Romania è simile a quella di Novak Djokovic in Serbia. Ne è convinto Ion Tiriac: “Oggi è la più grande personalità del Paese. Non parlo soltanto di atleti, ma di ogni categoria”.