Una nuova rubrica, in presa diretta dal Foro Italico: gli Internazionali raccontati ‘da dentro’ da Massimo D’Adamo. Prima puntata, con una morale: mai andare via prima della fine…
“A Giggé, c’ha detto male”, dice una voce rauca alle mie spalle. Proviene da un tizio imbronciato, occhio cupo, barba incolta, seduto appena una fila sopra la tribuna stampa della Grand Stand Arena. Rivolto a un amico, agita visibilmente la matrice di un costoso biglietto che non preclude ingressi di sorta. “Sordi buttati ar vento: gioco mejo io….”. Parole a briglia sciolta, liberate mentre il francese Alexandre Muller chiude il match lasciando a Franco Agamenone la miseria di un game.
Entrano i manutentori, e tempo 10 minuti Alexej Popyrin e Andrea Pellegrino iniziano il rito del palleggio. “A Frà…, attacca l’amico,”…st’australiano è er nummero 77 der monno. Seconno te come va a finí? “. ” Mah! Che t’ho da dí Giggétto mio..”, replica l’altro, “..speramo bene!”. L’italiano perde il primo 6-0 e Giggetto riattacca bottone: ” Ma te renni conto..”, dice stizzito,” .. pareno tutti pensionati!”. Il secondo accende la lotta e i due in campo si issano al tie break. Da bravo bastian contrario, Giggetto non va oltre mugugni a mezza via tra scontento e approvazione. L’altro invece non manca di euforia: ” Mó vedrai che je combina”. Popyrin vince il match e apriti cielo: “Che t’avevo detto? Co l’italiani non c’è poi pjà pesce!”.
Intanto sul campo 2, Francesco Maestrelli inizia il suo match contro Pedro Martinez e i due amiconi raggiungono le gradinate con il sottoscritto alle costole che non perde una battuta. Tempo 20 minuti e lo spagnolo chiude il primo 6-0. “Niente, niente…” riprende Giggetto, ” ..senza Sinner er tennis italiano è ‘na catastrofe”. Sull’uno pari del secondo Franco azzarda col solito ottimismo: “Dai che ce semo….” . Martinez chiude 6-2 e Giggetto inviperito va giù duro: ” mò me so rotto proprio le palle de st’italiani. Sai che te dico?” , chiude su di tono, “…c’avemo sbajato giorno”. Girano le spalle e guadagnano l’uscita.
In tempo in tempo per perdersi il match più bello delle qualificazioni romane, quello giocato da Flavio Cobolli e l’americano Emile Nava. Un incontro stupendo giocato sul filo del rasoio e senza risparmiarsi nulla. Un confronto fatto di cuore e adrenalina, un match di quelli che non si dimenticano facilmente, un confronto portato a casa dall’italiano con una tenacia che ha suscitato emozione. Non bastasse, subito dopo l’ultimo italiano in programma, Stefano Napolitano, si impone dopo grande battaglia sul tedesco Maximilian Marterer e, al pari di Cobolli approda al main draw.
Due storie stupende, con quel pizzico di epica che attraversa l’anima. Due imprese a lieto fine che, sotto sotto, destano anche un punto di domanda: E mo’? Chi jo dice a Giggetto?