La prima semifinale romana ha mostrato grande spettacolo e la rivalità fra i due campioni promette molti altri capitoli in futuro
Sicuramente non se ne farà una ragion di stato,una di quelle diatribe tra monarchie che un temo si affidavano alle armi con esiti tutti da verificare.
Insomma speriamo che la semi tra Holger Rune e Gaspar Ruud rimanga una faccenda limitata al torneo di Roma senza che Herald V di Norvegia e Margherita II di Danimarca ritirino gli ambasciatori dai rispettivi territori.
E il campo ha detto Rune! Ora si tratta di capire se il centralone di Via delle Olimpiadi sia stato sincero o se dalle sue righe sia sortita una mezza verità.
Intanto dicendo che dev’essere stata veramente dura per Ruud avere oltre la rete un avversario che solo raramente gli ha dato due volte la stessa palla. In cambio si è visto arrivare un tale tourbillon di soluzioni da finire col perdersi, accumulando errori su errori dopo che il modello coriaceo del suo gioco aveva avuto la meglio con il tie break del primo.
Tutti a pensare, a quel punto, che il match stesse girando già a pieno regime e che più di quello non potesse esprimere. Così quando il danese è salito ancora di una buona spanna iniziando a sciorinare smorzate e recuperi, attacchi e chiusure, lob e smash, di grande spessore, al pubblico non è rimasto altro che restare a bocca aperta. E pensare che i due avevano iniziato l’incontro ‘simmetrici’ in egual misura, ossia godendo ambedue di spiccata personalità. Tanto che nel primo parziale si erano accese situazioni di alta competizione, tanto spettacolari da lasciare tutti di stucco. Dopodiché il match ha riconosciuto meritatamente gli altri due set al danese, autore di finezze tanto belle quanto ricche di duttilità.
Avesse vinto Ruud, il glorioso centrale avrebbe espresso una verità a metà, premiando la concretezza punto e basta. Ha vinto Rune e la verità piena racconta che ventenne di Copenaghen ha sulle corde diverse soluzioni in più rispetto al Ruud visto oggi e che prova un gran sollazzo a praticare lo sport del tennis. Uno stile sbarazzino che fa di lui un tennista godereccio al punto giusto abile ad alternare carezze a sperle impressionanti tirate a due dita dalle righe. Quanto a Ruud, il norvegese si conferma giocatore coriaceo e difficile da battere. E per ciò che attiene ai regnanti, tutto a posto. In fondo in fondo, il confronto tra i due assi del tennis moderno è comunque una questione che fa bene alla Scandinavia tutta.