Il fuoriclasse svizzero sta tentando un difficile ritorno nelle parti alte della classifica. Fra il suo tennis classico e quello ‘cubista’ di Nole l’ha spuntata il secondo, comunque una bella prova di un talento in recupero
Il match tra Djokovic e Wawrinka racconta che, a dispetto di quello in entrata dei teenager, il tennis moderno è chiamato ancora a fare i conti con l’altro in uscita degli ultratrentenni. Entrando in campo con tanta voglia di misurarsi, i due hanno trascinato al seguito pensieri tattici aggiornati di un dualismo lungo una striscia di 26 match che il serbo conduce per venti a sei. E siccome la classifica talora è un opinione, nessuno si è accorto che tra quei due sul centrale passano al momento qualcosa come 240 posti.Così quando i primi game del match Stan ha sfoderato una serie di diritti e rovesci vecchia maniera, nessuno tra il pubblico poteva immaginare che autore di tanta bravura fosse un uomo reduce da importanti infortuni. Per l’immaginario collettivo lo svizzero era quello di sempre, il giocatore dotato di tecnica cristallina, di una gestualità uscita da un quadro di Raffaello, opposta a quella cubista di Nole, tesa al rendimento. Ne è venuto fuori un gioco equilatero fatto di traiettorie simili l’un l’altra con qualche variante un po’ più scalena. Ha vinto Nole raccogliendo a piene mani i tanti errori di un avversario in cerca della migliore forma.Un bel match che ha regalato anche sprazzi di grande spettacolo e ha tinto di rosa il sogno di eterna giovinezza dei tanti assiepati sugli spalti.
Una bella prova che ci regala un campione in pieno recupero.
Lo svizzero ha speso la carriera all’ombra dei Fab Four, alle cui grinfie ha strappato ben 16 titoli, tre major inclusi. Fosse nato in un altro momento storico avrebbe mietuto assai di più e chissà se anche lui non sarebbe divenuto un vero Fab. Ma le ipotesi se le porta il vento, seppure l’elvetico rimanga un vero fuoriclasse, uno di quelli capace di partire dove molti altri arrivano col fiatone. A dispetto di un rovescio straordinario, è arrivato alle grandi affermazioni quando ha iniziato ad aggirare la palla cercando di più un diritto a lungo sottovalutato. Un cambio di passo che gli ha consentito di aumentare la spinta da dietro e di aprirsi meglio il campo.Il resto è venuto grazie a una mano baciata dal Padreterno che ha incantato il mondo e forse avrebbe meritato di più!.