dal nostro inviato a Roma Enzo Anderloni – foto Ettore FerreriGiornata fredda, più di pioggia che di sole

dal nostro inviato a Roma Enzo Anderloni – foto Ettore Ferreri

Giornata fredda, più di pioggia che di sole. Tribune spesso semivuote. Di quelle giornate strane e insidiose, difficili da interpretare, in cui l’importante è portare a casa il risultato. E gli italiani ci sono in parte riusciti. In parte. La delusione più grossa è infatti francese.
Richard Gasquet, voto 2. Sembrava avesse voglia di andarsene ancora prima di cominciare. Non che il peruviano Horna sia scarso ma, alla fine del secondo set, Richard “dal magico rovescio” avrebbe sterminato le rondini con quel rovescio, se solo avessero volato un pelo più basse. Inguardabile.
Thomas Fabbiano, voto 7. Un voto così quando perdi di solito non lo prendi. Ma Thomas ha dimostrato contro Mahut che le due vittorie nel torneo di qualificazione non erano episodi. Il francese non è uno specialista del rosso, ma è pur sempre il n.44 del mondo e il 18enne Fabbiano è arrivato a giocarsi lo sprint finale alla pari. Quando perdi 7-5 al terzo sai che il livello espresso sul campo è stato lo stesso del tuo avversario. Thomas è n.412: può cominciare a pensare più in grande. Tosto.
Flavio Cipolla, voto 5. Ha fatto solo 4 game con Nico Almagro, uno spagnolo con cui andare sotto sul “rosso” capita a tanti. Troppo potente per il gioco ‘fino’ di Cipolla. E questo ci sta. Ma la wild card (ingresso grazie a un invito degli organizzatori) nel tabellone principale poteva essere difesa con un po’ più di vigoria. Leggerino.
Andreas Seppi, voto 8. Giocare al primo turno contro il “mago” Santoro non è mai piacevole. Seppi quest’anno ci aveva perso una volta, sul cemento, e perso un’altra, sul veloce. Sulla terra battuta fradicia del campo centrale non si è lasciato ingarbugliare dagli infiniti cambi di ritmo del francese e ha chiuso la pratica in due set piuttosto secchi. Vincere così è segno di un buon margine di sicurezza. E anche di un livello raggiunto. Andreas è cresciuto molto. Se lo ricorda anche Nadal , preso a pallate a Rotterdam. Sicuro.
Potito Starace, voto 7 ½. Non ha giocato bene ‘Poto’ contro il croato Cilic, che abbiamo ben conosciuto in Coppa Davis. Però ha vinto. E’ stato lì, ha lottato in uno stadio semideserto (piovigginava, faceva freddo). E allora merita un buon voto, anche se poi a chi gli chiedeva che obbiettivi si è posto ha risposto: “Già essere quello che sono non è da tutti”. No comment.
Gianluca Naso, voto 7. Vale lo stesso concetto espresso per Fabbiano. Un bel voto nonostante la sconfitta. Giocare contro Canas non è bello per nessuno, se lo ricorda anche Re Roger Federer. Gianluca, wild card n. 269 del mondo, ha sommerso l’argentino (n.30) di bordate, specie con quel rovescio (a una mano) che fa i buchi per terra. Per un set e mezzo è stato una gioia per gli occhi. Poi ha dovuto rallentare e Willy l’ha sorpassato brutalmente. Ma resta un bel ricordo. Esplosivo.

La pagella di domenica 4 maggio

La pagella di sabato 3 maggio