dal nostro inviato a Roma Enzo Anderloni – foto Ettore FerreriIl primo turno di Roger Federer, voto 9 – Esordire su un campo abbastanza lento come il Pietrangeli, contro un lottatore corridore  come Guillermo Canas, sua bestia nera lo scorso anno sul cemento (oggi pure vestito di nero), e disegnare un elegantissimo 6-3 6-3 va sotto la voce opere d’arte

dal nostro inviato a Roma Enzo Anderloni – foto Ettore Ferreri

Il primo turno di Roger Federer, voto 9 – Esordire su un campo abbastanza lento come il Pietrangeli, contro un lottatore corridore  come Guillermo Canas, sua bestia nera lo scorso anno sul cemento (oggi pure vestito di nero), e disegnare un elegantissimo 6-3 6-3 va sotto la voce opere d’arte.
Il servizio di Roger, voto 9 – Otto aces, spesso quando era più utile. Allenamento in vista dell’ennesima sfida con Rafa Nadal? I lavori procedono piuttosto bene.
Il diritto di Roger, voto 10 – Tutte le variazioni possibili di un gesto vincente sempre. Lo si può contemplare come la Primavera del Botticelli, il David di Michelangelo. E’ bello anche solo da vedere come gesto. Poi sul campo fa dei danni… Diagonale da destra, anomalo con un frullo di spin che  neanche la centrifuga a 1000 di una Margherita Ariston, ti fa girare così. Anomalo quasi piatto che spacca l’incrocio delle righe come un laser. E la bellezza di quel doppio passo (quasi di danza) che lo accompagna  quando Roger entra nel campo per chiudere il punto, facile come portare alle labbra la tazza del cappuccino…
Il rovescio di Roger, voto 9 – Una volta era il rifugio di tutti i terraioli che volevano assaltarlo. Adesso è un po’ come la bacchetta del direttore d’orchestra, un back di qua, un top di là, un top in lungo linea e il movimento si sviluppa a comporre l’armonia. Poi ogni tanto il diritto, che ci sente poco , si intromette e fa silenzio. Punto.
L’eleganza di Roger, voto 10 meno – E qui non c’entra lo sponsor della sua maglietta. E’ lui che si muove regale sul campo. L’azzurrino che porta quest’anno sulla terra battuta è perfetto per il suo tennis senza sforzo, ma il tessuto non gli rende onore (questo il motivo per il “meno”. Mai l’avevamo visto così intriso di sudore, lui che scatta volando leggero. Non eravamo nell’epoca delle fibre spaziali?
Il brufolo di Roger, voto 7 ½ – Si è letto molto in queste ultime settimane di un grosso gonfiore rosso sulla guancia destra del n.1. Qualcuno aveva abbinato persino il rendimento altalenante ad Estoril (e in avvio a Montecarlo) con le dimensioni impressionanti del brufolo. Offriamo rassicurazioni: visto da vicino in sala interviste il ponfo sta per guarire. Re Roger sta bene. E se vi interessa il tennis godetevi le sue magie da esteti, non da estetisti.
 
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