dal nostro inviato a Roma Gabriele Riva – foto Ettore FerreriNove italiani in campo per le qualificazioni

dal nostro inviato a Roma Gabriele Riva – foto Ettore Ferreri

Nove italiani in campo per le qualificazioni. Tre in contemporanea, primo match da mezzogiorno. Difficile avere occhi per tutti. La logistica dei campi secondari (3, 4, 5 e 6) del Foro aiuta: una “curva” vale due campi, un rettilineo addirittura quattro. L’inconveniente è che ogni tanto le voci microfonate degli arbitri si sovrappongono: “quindicipari”, “trentazero”, “deuce”… va un po’ tutto insieme ma non è un problema di difficile risoluzione, basta un pelo di concentrazione in più. Pronti via e sul rosso romano scendono Matteo Trevisan, contro Nonno Jonas Bjorkmann, 36 primavere ma ancora tanta voglia di fare; Andrea Arnaboldi (con una wild card in tasca e qualche settimana recente di tennis a standard elevati) contro il serbo Boris Pashanski; e Matteo Marrai, capace di superare il tabellone di qualificazione già in Spagna, a Barcellona, settimana scorsa, di fronte a Pablo Cuevas, giovane terraiolo uruguaiano. Il match più interessante è quella che vede di scena una delle più fulgide speranze azzurre, Matteo Trevisan, classe ’89. Con quel diritto e quel servizio può giocar bene ovunque, e con la sua smisurata esperienza lo svedese capisce che sul rosso non è cosa facile sbarazzarsi di lui. E infatti di metterla sui colpi non ci pensa nemmeno per un istante il buon vecchio Jonas. Deve variare il ritmo e lo fa con le sue armi. Attacchi in controtempo appena può, anticipi di rovescio e risposta&volée. Sì, anche se si gioca sulla terra rossa, non troppo lenta per altro. Il Nostro, dal canto suo, di diritto ha fatto sempre bene il gioco tenendo le redini dello scambio, di rovescio si è difeso più che bene e il winner, sempre col diritto non è mai arrivato in ritardo, sempre puntuale. Anche quando sembrava potesse (e dovesse) giocare un bel liftone interlocutorio Matteo ti piazzava la sbracciata vincente. Roba buona, futuro assicurato. Il presente invece gli fa difetto di esperienza e contro la vecchia volpe Jonas non c’è niente da fare. Primo set lottato, ma nel momento importante strappo decisivo: 6-4 per lo svedese. Il match viene raddrizzato nel secondo parziale ma nel terzo la musica non cambia. Qualche occasione sprecata, un paio (per esser generosi) di falli di piede di troppo e il momento clou, quello del tie-break finale, fila via nelle eleganti ed educate mani svedesi. Le stesse che domani faranno a pallate per un posto in tabellone con il russo Korolev (uscito vincitore dal derby con il connazionale Golubev).

MALEDETTO TERZO SET! Ma torniamo agli azzurri. Anche Marrai e Arnaboldi, a sudare in contemporanea con Trevisan, hanno alzato bandiera bianca solo in extremis, al terzo e decisivo parziale. Matteo ha tentato la mezza rimonta su Cuevas ma tutto è stato reso vano da un terzo set a senso unico, in cui il nostro portacolori ha rubato un solo gioco. L’altro ha fatto match pari con Pashanski ma alla fine la pesantezza del gioco del serbo ha fatto la differenza. Bello, bellissimo da veder giocare il mancino lombardo, ma un filo troppo leggero. Legge del terzo set che punisce anche Galvani, alle prese con Olivier Patience. Fatale il parziale decisivo, quando Stefano era sotto 5-2 e ha avuto la forza di ritornar su, di riaggrapparsi al match e spaventare il galletto francese. Impresa riuscita solo in parte perché poi sul più bello, quando cioè i binari si stavano raddrizzando (sul 4-5 e servizio) ha preso il break decisivo che ha chiuso i conti. Altro giro, altro regalo: quello non troppo gradevole dell’ennesimo “terzo set” lasciato lì e trasformato in occasioni perse da Simone Vagnozzi, caduto sotto i colpi pesanti e i servizi vincenti del tedesco Benjamin Becker; da Leonardo Azzaro, che ha dovuto cedere al francese Arnaud Clement; e da Paolo Lorenzi, uscito sconfitte dopo oltre tre ore di maratona contro l’ecuadoriano Nicolas Lapentti (ex numero 6 del mondo). Tutte lotte insomma, e all’appello manca ancora quelle di Francesco Aldi che in serata se la vedrà con un reaparecido Juan Manuel Del Potro. Dei nove impegnati oggi quindi, a voler tirare un bilancio, il solo Thomas Fabbiano ha centrato l’obiettivo di guadagnarsi, sfruttando il ritiro di Victor Hanescu sul 6-4 3-0 sotto, un posto per il secondo turno dove affronterà proprio il serbo Pashanski. Domenica ci si gioca l’ingresso nel main draw e il pugliese potrà contare sull’appoggio dei tanti appassionati italiani che già hanno riempito le tribune del Foto Italico e hanno dimostrato di voler farsi sentire. Moltissimi, già è problematico girarsi e trovare un varco per muoversi da campo a campo, domani sarà probabilmente peggio. Chissà da lunedì…