dalla nostra inviata a Roma Roberta Lamagni
foto Fabrizio Stipari
“Mi aspettavo una partita difficile, soprattutto perché Patty è mancina. Credo che ieri contro Serena abbia veramente mostrato un livello di gioco molto alto. Questa è stata la mia fortuna, non è facile ripetersi per due giorni di fila”.
Alla serba allevata tennisticamente in America, attuale numero 5 delle classifiche Wta, vanno riconosciuti i meriti propri, ma sicuramente anche i demeriti altrui. Per tutti gli illusi e delusi di giornata, è d’obbligo narrare di una Jankovic sempre in pressione, sempre profonda, capace di tenere l’avversaria abbondantemente fuori dal campo e, dunque, di annullare ogni possibile giocata varia e fantasiosa. Diritti e rovesci millimetrici, colpiti in recupero o stabilmente dal centro, senza variazione di esito. Dispiace la rassegnazione della Schnyder, ma oggi il palco è tutto suo, dell’erede di Monica Seles, ventiduenne di Belgrado. Unica macchia in un match praticamente perfetto la si deve al servizio. Sul finale di gara una sequenza di battute colpite a poco più di 100 km/h, quando la sua media supera normalmente i 140, sorprende e fa sorridere la stessa Jelena: “Ero troppo nervosa, gli ultimi servizi sono stati terribili, non riuscivo a mandarli di là. Che vergogna, ho pensato, mi sta succedendo proprio in televisione!”.
Alla prima finalista romana tuttavia, è un peccato che si può perdonare.
La finale del torneo femminile tra Jankovic e Kuznetsova andrà in scena alle ore 16, prima però un appuntamento importante per tutti i tifosi italiani. Alle 13.45, sul centrale del Foro Italico, la coppia Garbin/Vinci sfiderà Dechy/Santangelo per regalare un successo azzurro nel torneo romano che manca dal 1931 quando vinse la coppia Luzzatti/Gagliardi. Comunque vada, un’italiana conquisterà il titolo capitolino.
Il tabellone principale del torneo femminile e quello delle qualific azioni in formato Pdf