dalla nostra inviata a Roma Roberta
Lamagni
foto Fabrizio Stipari“Mi aspettavo una partita difficile, soprattutto
perché Patty è mancina
dalla nostra inviata a Roma Roberta
Lamagni
foto Fabrizio Stipari
“Mi aspettavo una partita difficile, soprattutto
perché Patty è mancina. Credo che ieri contro Serena abbia
veramente mostrato
un livello di gioco molto alto. Questa è stata la mia fortuna, non
è facile
ripetersi per due giorni di fila”.
Jelena
Jankovic è costretta a trovare giustificazioni per
l’avversaria, Patty
Schnyder, al termine della prima semifinale degli Internazionali di Italia.
61 63 il punteggio finale, ottenuto in 1 ora e 2 minuti. Si attendeva un
esito diverso il pubblico del Foro, pronto a sospingere con applausi e
incitazioni la propria beniamina svizzera verso l’ultimo atto del torneo.
Lo scricciolo, genio e sregolatezza fuori e dentro al campo, aveva, contro
Serena nei quarti, deliziato la Roma tennistica. Dell’estro espresso il
giorno precedente invece la semifinale non ha mostrato che uno sbiadito
ricordo.
Alla serba allevata tennisticamente in
America, attuale numero 5 delle classifiche Wta, vanno riconosciuti i meriti
propri, ma sicuramente anche i demeriti altrui. Per tutti gli illusi e
delusi di giornata, è d’obbligo narrare di una Jankovic sempre in
pressione,
sempre profonda, capace di tenere l’avversaria abbondantemente fuori dal
campo e, dunque, di annullare ogni possibile giocata varia e fantasiosa.
Diritti e rovesci millimetrici, colpiti in recupero o stabilmente dal centro,
senza variazione di esito. Dispiace la rassegnazione della Schnyder, ma
oggi il palco è tutto suo, dell’erede di Monica Seles, ventiduenne
di
Belgrado. Unica macchia in un match praticamente perfetto la si deve al
servizio. Sul finale di gara una sequenza di battute colpite a poco più
di 100 km/h, quando la sua media supera normalmente i 140, sorprende e
fa sorridere la stessa Jelena: “Ero troppo nervosa, gli ultimi servizi
sono stati terribili, non riuscivo a mandarli di là. Che vergogna, ho
pensato,
mi sta succedendo proprio in televisione!”.
Alla prima finalista romana tuttavia, è
un peccato che si può perdonare.
Si
difende come può nella seconda semifinale di giornata Daniela
Hantunchova.
Bella da vedere, gambe chilometriche e fisico da pin-up, e da vedere giocare,
nel suo stile sempre elegante, contro la solidissima Svetlana
Kuznetsova
la “modella” slovacca non sembra mai riuscire a riagganciare
l’incontro.
Sfodera qualche variazione di ritmo e prodezza al volo nei game in svantaggio,
ma, quando l’incontro pare potersi riaprire, subisce l’implacabile
ritorno
della russa, dal canto suo mai in affanno o in difficoltà. A differenza
della finale di Indian Wells (dove vinse la Hantuchova), sul rosso Svetlana
non ha faticato a portare a casa il match in 1h e 16’ (64 62). Dopo la
finale della scorsa settimana a Berlino, un altro risultato di prestigio
per l’allieva dell’accademia Sanchez-Casal la proietta, di diritto,
tra
le favorite dei prossimi French Open.
La finale del torneo femminile tra Jankovic
e Kuznetsova andrà in scena alle ore 16, prima però un
appuntamento importante
per tutti i tifosi italiani. Alle 13.45, sul centrale del Foro Italico,
la coppia Garbin/Vinci sfiderà
Dechy/Santangelo per regalare
un successo azzurro nel torneo romano che manca dal 1931 quando vinse la
coppia Luzzatti/Gagliardi. Comunque vada, un’italiana conquisterà
il titolo
capitolino.
Il
tabellone principale del
torneo femminile e quello delle qualific
azioni
in formato Pdf
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