Lionel Maltese, responsabile sviluppo economico della FFT ha commentato la scelta di spostare il Roland Garros a settembre
“Noi siamo stati i primi a posizionarci e questo ha cambiato le carte in tavola, ma la decisione non è stata presa da un giorno all’altro. Non c’era una discussione comune in corso, ma sapevamo di dover decidere e pensiamo che Wimbledon e US Open al nostro posto avrebbero agito ugualmente“. Queste sono le parole di Lionel Maltese, responsabile sviluppo economico della FFT che ha commentato a L’Equipe la scelta di spostare il Roland Garros nel mese di settembre. “Eravamo pronti all’onda mediatica che si sarebbe scagliata contro di noi, però abbiamo fatto gli interessi della Francia e dei suoi club facendo una mossa che probabilmente altri tornei erano pronti a fare – prosegue Maltese – in caso di emergenza sono i tornei del Grande Slam ad avere priorità per salvare il tennis e fare in modo che la stagione rimanga il più eterogenea possibile”. In conclusione Maltese fa il bilancio spiegando cosa significherebbe un’eventuale cancellazione del Roland Garros per il movimento transalpino: “Non giocare la manifestazione comporterebbe una perdita di 260 milioni di euro, a cui aggiungere i 100 milioni che ogni anno vengono donati alla FFT, ci sarebbero dunque ripercussioni anche per il tennis amatoriale. La federazione dovrebbe indebitarsi molto per tenere immutate le condizioni di chi ha un’occupazione nel tennis amatoriale. Abbiamo la responsabilità di intere famiglie e giustamente non abbiamo il diritto di abbassare i salari, ma credo che la retribuzione nello sport cambierà inevitabilmente, a livelli alti e bassi“.