In finale al Roland Garros ci va Sloane Stephens: a Parigi non era mai andata oltre gli ottavi di finale, ma quest'anno sembra davvero in palla. Supera con un doppio 6-4 la sua amica Madison Keys e affronterà Simona Halep per il titolo. Secondo lei l'aver già vinto uno Slam non sarà un vantaggio, anche se contro una come la Halep può avere il suo bel valore.Sloane Stephens è così: o tutto o niente, senza vie di mezzo. Nelle sue prime cinque apparizioni agli Us Open aveva raggiunto solo una volta la seconda settimana, mentre nella sesta ha vinto il titolo; nelle sue prime sei apparizioni al Roland Garros non era mai andata oltre gli ottavi, mentre nella settima è in finale. Due percorsi che hanno in comune la sua grande amica Madison Keys, battuta a settembre nel match più importante della sua carriera e superata di nuovo qualche mese dopo a Parigi, con un doppio 6-4 che l’ha resa la prima statunitense – Williams a parte – in finale sulla terra francese dal 2001, quando Jennifer Capriati la spuntò per 12-10 al terzo set contro Kim Clijsters. Anche se il punteggio racconta un match più combattuto rispetto alla finale senza storia dello Us Open, la storia della partita è stata tutto sommato la stessa: la Keys ha accusato di più il fatto di doversi giocare un match così importante contro un’amica, mentre – come aveva promesso alla vigilia – la 25enne di Fort Lauderdale è entrata in campo come se dall’altra parte della rete ci fosse un’avversaria qualsiasi, riuscendo a condurre il match sin dalle battute iniziali. E così una sfida da 50 e 50 si è trasformata nell’ennesimo match dominato del suo torneo, il quinto su sei, col break nel terzo game (da 40-0 Keys) che le ha subito messo le ali. Se l’è fatto bastare per vincere il primo set, mentre nel secondo ha fatto ancora meglio, scappando sul 5-2 e servizio e mettendosi al riparo dal tentativo di rientro della Keys. Senza più nulla da perdere la 23enne dell’Illinois ha rialzato la testa, giocando a braccio sciolto e vincendo due game di fila, ma ormai era troppo tardi.AVER GIÀ VINTO UNO SLAM PUÒ PESARE
A gravare sulla prova della Keys ci sono la bellezza di 41 errori gratuiti: fedele al suo stile di gioco ha provato a colpire più vincenti possibili, ma non ha trovato lo stesso equilibrio nel suo tennis che le aveva permesso di arrivare in semifinale senza cedere nemmeno un set. Una situazione che ha aiutato la Stephens (bravissima in risposta a togliere sicurezze a Madison) a gestire il match con pazienza, senza strafare, come confermano le statistiche, che parlano di appena 4 errori non forzati in tutto il secondo set. E così sarà lei – che salirà al numero 4 della classifica WTA – l’avversaria di Simona Halep nella quarta finale Slam della rumena, ancora a caccia del primo titolo. Un’assenza nel suo palmarés che col passare dei mesi si fa sempre più pesante. Secondo la Stephens non influirà sulla partita (“il fatto di aver già vinto uno Slam non sarà un vantaggio”, ha detto in conferenza stampa), anche se sicuramente l’avvicinamento delle due al match sarà diverso. Per la Stephens è già un grande risultato la finale, e dal punto di vista caratteriale non accuserà troppo il peso della finale (anche perché in carriera nel Tour ne ha vinte sei su sei), mentre Simona ha in mano un’altra bella chance per mettere finalmente le mani sulla Coupe Suzanne Lenglen, e per quanto dica di essere serena c’è da scommettere che sentirà parecchio il peso della responsabilità. “Da parte mia – ha detto – l’unica cosa importante è avere un buon piano di gioco e provare a eseguirlo nel miglior modo possibile. È una finale in un torneo del Grande Slam: nessuno ti regala nulla. Devi fare il massimo, dal primo all’ultimo punto”. Grazie a Dio il suo tennis è meno scontato delle sue dichiarazioni.
ROLAND GARROS DONNE – Semifinale
Sloane Stephens (USA) b. Madison Keys (USA) 6-4 6-4
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