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Nella testa della Svitolina si è rotto qualcosa quando ha perso il servizio sul 5-2, rispondendo alla tensione con la fretta e restituendo un pizzico di fiducia a una Halep esemplare. Ha deciso che perdere per perdere era ora di lasciare andare il braccio, e punto dopo punto si è rifatta sotto, si è riavvicinata al campo, ha recuperato energia e la voglia di crederci che sembrava scappata via già da un po’. Prima un game, poi un altro e un altro ancora, mentre la Svitolina litigava con quel diritto che l’aveva portata fino a lì, dando i primi segnali di debolezza. In un batter d’occhio la Halep l’ha riacciuffata sul 5-5, poi è salita 6-5 e si è conquistata addirittura quattro set-point, di cui tre consecutivi. Lì si è rivista la Svitolina del primo set, che ha ritrovato almeno l’orgoglio (e un’ottima difesa) per guadagnarsi il tie-break, e poi pure per salire sul 4-2 con rovescio magnifico e servizio vincente. È arrivato anche un match-point sul 6-5, ma la Halep l’ha giocato da campionessa muovendo la palla, spingendola fuori dal campo e colpendo un rovescio vincente a campo ormai sguarnito, e lì è finita la partita della Svitolina. Un rischioso diritto a sventaglio (largo) ha consegnato il set-point alla Halep, un beffardo nastro vincente l’ha fatto diventare set e tutte le sicurezze dell’ucraina sono volate via col vento. La fiducia si è fermata sul nastro, il diritto è rimasto al 5-1 del secondo set e il terzo si è consumato il 20 minuti di passeggiata, fin troppo scontata viste tutte le occasioni volate via in precedenza. Occasioni che uccidono l’animo della Svitolina, che ha gettato una semifinale Slam, ma fortificano la corazza di una Halep che ora da battere sarà sempre più difficile. La vittoria di oggi può diventare decisiva: se è riuscita a rimettere in piedi un match così può combinare qualsiasi cosa.
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Tuttavia, il vero pericolo per la Halep arriverà al prossimo turno, con una Karolina Pliskova che ha trovato a Parigi quella forma che le era mancata in tutti i tornei precedenti sulla terra battuta. Aveva vinto appena tre partite in quattro tornei, spiegando che di aspettative per il Roland Garros ne aveva ben poche, anche alla luce dei due soli match vinti in cinque partecipazioni. Invece è andata a prendersi la sua seconda semifinale Slam in carriera, mettendo insieme cinque successi in un colpo solo. L’ultimo l’ha strappato dalle mani di Caroline Garcia, in un match da scambi corti e poche occasioni, che l’ha vista più brava a gestire le varie situazioni delicate passate nel corso del duello del Philippe Chatrier. Le due giocano un tennis molto simile, con pochi pensieri e tante pallate, che lasciava aperto ogni genere di pronostico. Invece la ceca ha fatto valere la sua superiorità complessiva, lasciando sbagliare la rivale e riuscendo a giocare un match veramente solido per i suoi standard. Dalla sua Babolat sono usciti ben 25 winners, ma soli 13 gratuiti, e soprattutto è riuscita a perdere il servizio solamente una volta. L’ha fatto in un momento molto delicato, quando ha servito per il primo set sul 5-4, ma si è ripresa immediatamente, ha dominato il tie-break, e nel secondo set le è bastato accelerare sul 5-4 per conquistare la semifinale. Contro la Halep sarà durissima: ci ha vinto solamente una volta su cinque (e sempre sul cemento), ma nella logica illogica dello Slam più equilibrato dell’ultimo decennio (per non andare oltre) ora è tutto possibile. Anche che il primo titolo in un Major della Pliskova arrivi sulla terra battuta? Sì.
ROLAND GARROS – Quarti di finale femminili
Simona Halep (ROU) b. Elina Svitolina (UKR) 3-6 7-6 6-0
Karolina Pliskova (CZE) b. Caroline Garcia (FRA) 7-6 6-4