di Daniele Rossi – foto Getty Images
E’ notizia di questi giorni che l‘unico Slam sulla terra battuta rimarrà al suo posto.
Da anni si parlava di un possibile trasferimento dalla Porte D’Auteuil, un impianto bello, suggestivo e di tradizione, ma anche un po’ vecchio e soprattutto troppo piccolo. New York e Melbourne possono ormai contare su stadi all’avanguardia e su un immenso spazio a disposizione e se anche Wimbledon si è arreso alla tecnologia con il tetto sul campo centrale, proprio Parigi è quello rimasto più indietro.
Si era pensato dunque ad un trasferimento: le opzioni, oltre a quella attuale, erano Gonesse, vicino all’aeroport Charles De Gaulle, Marne la Vallée, nei pressi di Eurodisney e infine Versailles. Con il 70% dei voti l’ha spuntata ancora Parigi, voti sufficienti ad approvare il mantenimento dello stadio attuale. La FFT ha ottenunto una municipalità di 99 anni e l’autorizzazione a costruire un nuovo stadio nelle limitrofe Serre d’Auteuil. Il progetto prevede inoltre la copertura del Campo Centrale, per un costo totale di circa 250 milioni di dollari. I lavori di ristrutturazione dovrebbero concludersi nel 2016, ma non mancheranno polemiche e problemi.
In molti hanno contestato la scelta di rimanere a Parigi, soprattutto per una questione di spazio. Attualmente gli Open di Francia sono i più “piccoli”, con i suoi 8,5 ettari, mentre l’ampiamento prevede che si arrivi a circa 13,5. La questione è che l’impianto è circondato da una zona naturale, il bosco appunto, del Bois de Boulogne. Verdi e associazioni di quartiere hanno già annunciato che daranno battaglia e stanno già raccogliendo firme contro la decisione.
Ma non solo, anche Amelie Mauresmo si è schierata contro: “Oggi come oggi non abbiamo lo spazio necessario per migliorare il Roland Garros. Siamo il più piccolo dei quattro Slam e abbiamo bisogno di più spazio per crescere. E’ irrealistico rimanere qui”. Ovviamente contrariato anche il sindaco di Gonesse, piccola cittadina alle porte di Parigi che sperava di potersi aggiudicare il prestigioso torneo: “E’ una decisione aristrocratica ed elitaria, oltre che un’ occasione persa”.
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