La semifinale fra Rafael Nadal e Juan Martin Del Potro si annunciava entusiasmante, invece l'argentino ha fatto la stessa fine di quasi tutti i colleghi capitati sulla strada del numero uno del mondo. "Rafa" lotta solo nel primo set, poi domina e si regala la finale n.11 al Roland Garros. Thiem dice di avere un piano per combattere, ma non dipenderà da lui.Fra tutte le certezze del mondo del tennis, ce n’è una che spicca sulle altre: Rafael Nadal in finale al Roland Garros. Una storia che, salvo miracoli o problemi del numero uno del mondo, si ripete puntualmente dal 2005, quando il diavoletto spagnolo in canotta e bermuda si presentò per la prima volta a Porte d’Auteuil, per giocare in mezzo ai grandi. Quando Zinedine Zidane (già, proprio lui) gli consegnò la sua prima Coppa dei Moschettieri, nessuno poteva immaginare che tredici anni più tardi il finale annunciato del film sarebbe stato ancora lo stesso, con il solo Dominic Thiem rimasto con la possibilità di modificarlo. Un compito che, anche se ogni match fa storia a sé, si è trasformato da difficile a difficilissimo dopo il messaggio che Nadal ha lanciato con una semifinale lampo, superando Juan Martin Del Potro per 6-4 6-1 6-2. Doveva essere una partita delicata, interessante, persino pericolosa, invece “Rafa” l’ha archiviata nel faldone delle passeggiate, tirando fuori il tennis e la tenuta mentale delle grandi occasioni e approfittando del serbatoio vuoto dell’argentino, che cinque match di cinque set, sulla terra, li aveva vinti soltanto nel suo magico 2009. Viste le premesse pre- torneo, quando addirittura non era certo di esserci in virtù di un problema alla gamba accusato a Roma, è già un mezzo miracolo che il tennista di Tandil sia arrivato in semifinale, e tutto sommato può accontentarsi, con buona pace dei piccoli rimpianti per le sei palle-break mancate nel set d’apertura. Ne ha fallite tre di fila per il 2-1 e servizio, altre tre per il 5-4 e servizio (pesa soprattutto la quinta, con un diritto largo che uno come lui non deve sbagliare mai), ma anche se avesse vinto il primo set sarebbe cambiato poco, perché le energie erano davvero al minimo.
THIEM CI PROVA, MA DIPENDE DA NADAL
Non appena Nadal è riuscito a farsi pericoloso e aggressivo al punto giusto, la partita di Del Potro è finita. Lo spagnolo si è guadagnato due set-point sul 5-4, ha convertito il secondo passando dalla difesa al contrattacco, e poi non ha praticamente più incontrato difficoltà, chiudendo fin troppo facilmente grazie ai tanti (troppi!) errori gratuiti del gigante sudamericano, peraltro doppiato nel numero dei colpi vincenti col diritto (20 contro 10). Una prova di forza che cancella definitivamente le difficoltà incontrate contro Diego Schwartzman, sconfitto anche grazie all’aiuto della pioggia, porta Nadal in finale a Parigi per l’undicesima volta e ribadisce che sulla terra battuta non ce n’è per nessuno. Tuttavia, a differenza della finale scontata di dodici mesi fa contro Stan Wawrinka, stavolta sembrano esserci le premesse per assistere a un match quantomeno godibile, visto che si affrontano i due che quest’anno sulla terra battuta hanno mostrato di essere una spanna sopra a tutti gli altri, Nadal per strapotere, Thiem per continuità. In più, è corretto ricordare che negli ultimi due anni l’allievo di Gunter Bresnik è stato anche l’unico capace di battere “Rafa” sulla terra, nel 2017 a Roma e nel 2018 a Madrid. Anche per questo, nella sua conferenza stampa dopo il successo su Marco Cecchinato l’austriaco è parso persino fiducioso, dicendo di avere un piano per combattere contro Nadal, anche se l’impressione è che piano o non piano dipenderà di nuovo tutto dal numero uno, come è giusto e normale che sia. Se lui riuscirà a esprimersi al meglio, come nelle finali che contano gli capita spesso e volentieri, non ci sarà trippa per gatti nemmeno stavolta. Piaccia o non piaccia.

ROLAND GARROS 2018 – Semifinali maschili
Rafael Nadal (ESP) b. Juan Martin Del Potro (ARG) 6-4 6-1 6-2
Dominic Thiem (AUT) b. Marco Cecchinato (ITA) 7-5 7-6 6-1