Novak Djokovic è il primo dei big a dover giocare cinque set al Roland Garros 2017: un generosissimo Diego Schwartzman mette paura a lui e ai suoi nervi salendo 2 set a 1, ma "Nole" ci mette attenzione nel quarto (nonostante un paio di warning) e poi raccoglie il crollo dell'avversario. Agassi lascia Parigi da vincitore, ma c'è ancora un sacco di lavoro da fare.Una partita in due… patch, quelli sulle maniche della polo Fila di Diego Schwartzman. A destra Knock Out, che più che un brand di orologi che ha scelto di investire sulle sue gambe veloci pareva un monito per Novak Djokovic, diventato attualissimo quando sul Philippe Chatrier il campione serbo si è lasciato scippare il terzo ed è finito sotto per due set a uno. A sinistra, invece, Voltaren, che al “Peque” tornerà utile per recuperare da quel dolore alla schiena che l’ha messo a terra sul 4-1 del quinto set, con le mani del fisioterapista a provare a dargli un po’ di sollievo. Ma ormai Djokovic aveva cambiato marcia e stava già fuggendo verso la seconda settimana del Roland Garros, raggiunta dopo le 3 ore e 19 minuti di un match-spavento, chiuso 5-7 6-3 3-6 6-1 6-1, con il rovescio che per tutta la prima parte non ne voleva sapere di seguire i comandi e quel nervosismo che ha provato a celare nei primi due incontri parigini riaffiorato insieme alle difficoltà. Sullo stesso Centrale dove tre giorni fa l’eroe era diventato il suo coetaneo e connazionale Renzo Olivo, Schwartzman le ha provate tutte, con la solita infinita generosità che all’uscita dal campo gli è valsa un lunghissimo applauso, come se nel cuore della gente il match l’avesse vinto lui. Volevano ringraziarlo per avergli regalato almeno una partita, dopo i due set della Muguruza in mattinata e un Nadal troppo in palla per offrire chance a un Basilashvili qualunque. Il 24enne di Buenos Aires, allenato da quel Juan Ignacio Chela che a Parigi ha raggiunto due quarti di finale, ci ha messo personalità e rovescio, ribattendo colpo su colpo con un tennis non così diverso da quello di Djokovic. Il campione in carica si è fatto trovare impreparato, non ha sfruttato un vantaggio di 4-1 nel primo set ed è tornato vulnerabile nel terzo, dopo che un break sul 4-3 del secondo pareva aver sistemato le cose.
Invece di accontentarsi della bella figura Schwartzman non ne ha voluto sapere, mostrando che si può ancora giocare (bene) anche se la carta d’identità dice 170 centimetri e i chilogrammi vanno di pari passo. La statura, insieme a una condizione fisica magnifica, ha aiutato il numero due argentino ad arrivare su ogni palla: le rimandava tutte nella metà campo del più forte, tanto da ricordare il mitico Pong, uno dei primi giochi digitali in assoluto, che in uno spot dell’American Express di qualche anno fa sfidava Andy Roddick e non sbagliava mai, prima che A-Rod si inventasse un servizio dal basso alla Chang. “Nole” non ha potuto fare lo stesso, ma il modo per vincere l’ha trovato comunque, mettendoci tanta attenzione e consistenza in più (e tanti errori in meno) all’inizio del quarto set. Un segnale di debolezza in quel momento poteva seriamente condurlo verso la sconfitta, così si è subito preso un break e poi un secondo, non ha dato troppo peso – a livello di rendimento – ai due warning ricevuti da Carlos Ramos per “time violation” e condotta antisportiva (sempre legata al primo, per un gesto con la racchetta rivolto al giudice di sedia), e ha giocato il miglior set del suo match, chiuso mentre sullo Chatrier gli ombrelli si erano aperti per qualche goccia di pioggia. Ma non si è nemmeno arrivati vicini alla sospensione, anche perché la benzina di Schwartzman è finita in quel momento, permettendo ad Andre Agassi di chiudere senza sconfitte la sua prima volta da coach on site, visto che domenica lo attende l'aereo di ritorno per Las Vegas. Di colpo l’argentino si è trovato incapace di reggere quel ritmo che per i primi tre set gli sembrava congeniale, e pure alle prese con un problema alla schiena che ne ha rallentato un servizio già non irresistibile, così il quinto set gli è scappato via in appena 30 minuti e il suo torneo è finito con un 6-1 6-1 davvero ingeneroso. Gli resta il gran bell’applauso del pubblico e un Djokovic che invita i francesi a battere le mani per lui, prima di andare al centro del campo a spedire abbracci insieme ai raccattapalle. Dimenticandosi di aver sfogato il suo nervosismo anche su di loro.

ROLAND GARROS – Terzo turno
Novak Djokovic (SRB) b. Diego Schwartzman (ARG) 5-7 6-3 3-6 6-1 6-1