Non conosce fine la telenovela sull’ampliamento dello Slam francese: l’Alta Corte blocca i lavori, accogliendo l’istanza degli eredi dell’architetto che progettò le serre d’Auteil. Ci vorranno due ulteriori pronunciamenti prima che il semaforo (verde o rosso) sia definitivo. La FFT è furiosa: aveva già iniziato l’abbattimento di alcuni alberi.

Non vorremmo essere nei panni di Guy Forget (direttore del Roland Garros) o dei dirigenti FFT. Qualche giorno fa erano volati tappi di champagne quando il Consiglio di Stato aveva finalmente sbloccato i processi di ampliamento del Roland Garros. Sembrava la fine di un incubo, una battaglia legale iniziata nel 2011 quando un gruppo di ambientalisti si era opposto all’intervento delle ruspe presso i giardini d’Auteil. La federtennis francese, sostenuta dalle istituzioni locali, sembrava averla spuntata definitivamente. E invece è arrivato il pronunciamento dell’Alta Corte francese (Tribunale de Grande Instance, TGI), che ha ordinato lo stop dei lavori iniziati a tempo di record martedì mattina, con l’abbattimento di alcuni alberi (vedi foto in alto, ndr). Dietro questo colpo di scena ci sono i nipoti Jean-Camille Formigé, l’architetto che più di un secolo fa aveva progettato i giardini d’Auteil. Lo scorso 24 marzo, il Tribunale Amministrativo di Parigi aveva già sospeso i lavori, nonostante la FFT abbia più volte rassicurato sulla permanenza delle serre. I propositi non sono bastati a convincere gli eredi di Formigé, i quali vogliono “difendere la proprietà intellettuale del loro avo”, poiché “l’intero giardino sarebbe profondamente influenzato dalla costruzione di un nuovo impianto tennistico da 5.000 posti a sedere”.

IN ARRIVO ALTRE DUE SENTENZE
E adesso? Ovvio: i tempi si allungano. La parola fine dovrebbe comunque arrivare entro il 2016, con le ultime (si spera…) due sentenze, entrambe attese in 6-8 settimane: il tribunale amministrativo dovrà pronunciarsi sul permesso di costruire, mentre lo stesso TGI dovrà capire la legittimità delle proteste degli eredi di Formigé, i quali invocano il diritto di non far trasformare un luogo progettato da un familiare. Da parte sua, la federazione francese è imbufalita: “La FFT emette forti riserve circa la validità di una decisione preso in circostanze dubbie e senza un contradditorio. Mettiamo in discussione un possibile manipolazione dei fatti della controparte. Proporremo subito l’impugnazione della sentenza per comprenderne le ragioni e chiederne l’annullamento” hanno fatto sapere tramite un comunicato. Ricordiamo che l’ultima edizione del Roland Garros è stata falcidiata dalla pioggia, soprattutto nella prima settimana. Durante il torneo, Guy Forget ha tenuto alcune conferenze stampa in cui spiegava che il torneo non può più rinunciare a una crescita. Se tutto andrà bene, il nuovo Roland Garros (comprensivo di tetto sul Campo Chatrier) dovrebbe essere presentato per il 2020. Ormai è diventata una questione di principio.