UN SUCCESSO DA GIOCATORE VEROMagnifico Cecchinato!
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) 3 giugno 2018
Il punto simbolo della partita è questo stupendo rovescio lungolinea che lo manda a servire per il match! #RG18 | #EurosportTENNIS | https://t.co/yeuDfSfQxW pic.twitter.com/blECEWFPpf
Il confronto di una ventina di giorni fa a Roma è servito a dargli fiducia, specie per quel primo set incredibile vinto da 5-1 sotto. Si è reso conto di avere il tennis per competere anche contro i più forti, la vittoria su Carreno Busta l’ha riempito di fiducia e i risultati si sono visti. Al Foro Italico dopo il Cecchinato-show era finita 6-2 6-2 per Goffin, mentre a Parigi il belga non ha mai dato l’impressione di poter vincere. I game di Cecchinato scivolavano spesso via in un amen, mentre lui doveva combattere, scambiare, cercare una soluzione. Semplicemente, ne aveva meno. Si è visto per tutto il primo set, risolto meritatamente dall’azzurro nel dodicesimo game, e si è visto ancora di più fra terzo e quarto. I progressi dell’azzurro col rovescio hanno generato una reazione a catena importante: perde meno campo, usa meno lo slice, tiene i piedi più vicini alla riga di fondo, quindi fa più male anche col diritto, e via dicendo. E soprattutto, come sottolinea spesso il suo coach Simone Vagnozzi, ha la capacità naturale di saper interpretare a dovere le varie fasi del match. Contro Goffin l’ha fatto bene: sapeva di dover accelerare di nuovo in avvio di terzo set, per ristabilire in fretta l’equilibrio del primo, e l’ha fatto, chiudendo il set in appena 25 minuti e aggravando le smorfie sul viso dell’avversario. E nel quarto ha reagito alla grandissima quando Goffin l’ha un po’ sorpreso, salendo 3-2 e servizio con un break a zero. Ha capito che era il momento di tirare fuori il 101%, ha alzato ancora il livello e ha fatto un miracolo nel miracolo, dominando la parte finale dell’incontro, con un Goffin sempre più scoraggiato. Il belga si è aggrappato al rovescio per risalire da 0-40 nell’ottavo gioco, ma sulla quarta palla-break il rovescio vincente in lungolinea l’ha trovato “Ceck”, e dev’essergli piaciuto a tal punto da riprovarci (con successo) sul match-point più importante della sua carriera. Ha spedito la palla nella stesso angolo di prima e poi si è sdraiato a terra, per godersi l’ovazione del pubblico.MEGLIO DI SEPPI, CAMPORESE, GAUDENZI
Se la storia parigina di Marco Trungelliti merita un film, quella del suo omonimo italiano (che alla cavalcata dell’argentino ha messo i titoli di coda) vale almeno un video motivazionale, di quelli che insegnano a credere di poter raggiungere anche i traguardi più remoti. Anche se il suo tennis suggeriva altro, sembrava fosse destinato a rimanere tutta la vita un buon giocatore da Challenger, perché ogni santa volta che tentava di lanciarsi nel circuito maggiore veniva puntualmente ricacciato indietro. Ma ha continuato a provarci, a sbattere la testa contro il muro, fino a quando il muro è crollato e dietro ci ha trovato una vita e una carriera tutta nuova, con un titolo ATP, un posto fra i primi 50 del mondo (sarà almeno numero 42, quarantadue!), 380.000 euro in un colpo solo e il Philippe Chatrier ad attenderlo per i quarti di finale del Roland Garros, contro un tale Novak Djokovic. Roba da non credere, nemmeno per lui, che nell’intervista post vittoria con Fabrice Santoro non sapeva letteralmente cosa dire. Era al limite delle lacrime di gioia, per aver combinato qualcosa che va oltre anche all’immaginazione. Avrebbe firmato per superare un turno, specie quando all’esordio contro Marius Copil si è trovato sotto due set a zero (e poi a due punti dal KO), invece ha vinto quel match e poi altri tre, cogliendo un risultato che lo spedisce dritto dritto nei libri di storia del tennis azzurro. È il nono italiano nell’Era Open a conquistare i quarti in un torneo del Grande Slam, il primo da quando a riuscirci era stato Fognini, sempre a Parigi, sette anni fa. Non ce l’ha mai fatta gente come Seppi, Camporese o Gaudenzi, mentre ci è riuscito lui, e facendo tutto con le sue mani. Quando si menziona il quarto di Caratti all’Australian Open 1991 è impossibile non ricordare che il piemontese ci arrivò senza dover battere nemmeno un top-100, mentre Cecchinato ce l’ha fatta superando prima il numero 11 e due giorni dopo il numero 9. Un dettaglio che non aumenta il prestigio del risultato, ma lo rende sicuramente più vero.
ROLAND GARROS 2018 – Ottavi di finale
Marco Cecchinato (ITA) b. David Goffin (BEL) 7-5 4-6 6-0 6-3