Alla vigilia del terzo turno lo Slam parigino perde Nadal dopo aver perso Federer. Un’anticipazione di ciò che sarà tra non molto tempo … da Parigi, FEDERICO MARIANI

Da Parigi, Federico Mariani – foto Getty Images

 

C’è uno strano vuoto misto a delusione nella gremita sala stampa all’interno del Philippe Chatrier. I tasti dei mille pc vengono battuti con frenesia per cercare di anticipare qualche collega nella pubblicazione della notizia del giorno che, per chi avesse fatto un viaggio su Marte nel pomeriggio odierno, è ovviamente il ritiro di Rafa Nadal. La conferenza stampa del mancino di Manacor squarcia la calma piatta di un torneo sin qui senza scossoni e regala a Djokovic un’occasione a questo punto infallibile.

 

Tutti cercano, chiedono, si informano nel modo più rapido possibile per carpire qualche precisazione sull’infiammazione che affligge il polso sinistro del maiorchino neache fossimo medici specializzati in ortopedia. Basta fermarsi un attimo, però, per realizzare che l’edizione 2016 del Roland Garros, alla vigilia del terzo turno, è già orfana di Federer e Nadal. Ed ecco che Parigi diventa presagio di ciò che sarà in un futuro che da lontano è divenuto di colpo imminente. Il sipario sui campioni che hanno edificato l’età dell’oro del tennis maschile sta per calare, inutile nascondersi: Federer ha alzato bandiera bianca rinunciando per la schiena dolente a un torneo dello Slam come non accadeva dal 1999, una vita fa.  Nadal patisce l’ennesimo infortunio che, a trent’anni e con un chilometraggio spaventosamente imponente, potrebbe quasi essergli letale.

 

Il più grande timore dell’Atp e degli appassionati tutti sta lentamente ma inesorabilmente diventando realtà, o almeno lo è in parte. Occorre, tuttavia, fare un passo indietro e non pensare che senza Federer e Nadal non esiste più il tennis o, peggio ancora, che i clamorosi progressi in termini di visibilità e crescita compiuti anche e soprattutto grazie ai due campionissimi verranno annullati di colpo, anzi.

 

Federer e Nadal, con le loro diversità incastrate meravigliosamente tra loro, hanno preso per mano il tennis e l’hanno innalzato in una nuova dimensione tecnica, popolare e se vogliamo anche economica. Un processo molto simile a quello compiuto da Michael Jordan nel basket che ha trasformato l’NBA da sport “minore” (relazionato al baseball e al football) a fenomeno popolare. I nuovi fruitori baskettari fidelizzati grazie alle gesta del campione di North Carolina non hanno certo abbandonato l’NBA con l’addio di MJ, anzi vale il contrario.

 

Nel frattempo, domani il futuro bussa alla porta e sul Suzanne Lenglen Dominic Thiem e Alexander Zverev scriveranno il terzo capitolo di una rivalità destinata a dominare la scena mondiale nei prossimi anni. L’altro a cui il destino ha riservato un posto in prima fila – Nick Kyrgios – ha, invece, deluso le attese perdendo in tre set contro Richard Gasquet salutando anzitempo la compagnia. Nessun problema per Andy Murray, finalmente vittorioso senza patemi e maratone da affrontare, contro il gigante buono Karlovic. Così come è stata agevole la vittoria del defending champion Stan Wawrinka che si è imposto in tre set contro Chardy. 

 

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