dal nostro inviato a Parigi Max Grassi – foto Ray GiubiloSono le 5

dal nostro inviato a Parigi Max Grassi – foto Ray Giubilo

Sono le 5.45 di domenica pomeriggio. Sul Philippe Chatrier una timida palla corta finisce debolmente in rete. Gli anglofoni la chiamano “drop shot”, colpo a goccia, per l’occasione quasi una lacrima. Chissà se Guga Kuerten aveva premeditato di chiudere la sua prestigiosa carriera con questo colpo oppure è stata una scelta dettata solo dal momento.
Due minuti più tardi, mentre 14.000 anime urlavano il loro “Guga, Guga”, le lacrime del tricampione di Parigi non uscivano più dalle corde della sua Head ma direttamente dagli occhi, a bagnare un asciugamano-scudo, dietro cui il brasiliano cercava riparo, ormai vinto dall’emozione.
E così l’ultima sua battaglia su di un campo da tennis, Gustavo, la deve combattere proprio contro il pianto – che non riesce in nessun modo a trattenere – mentre sullo schermo gigante passano i fotogrammi indimenticabili di Guga che, racchetta alla mano, quasi fosse un aratro, disegna un solco a forma di cuore nel mattone tritato per poi sdraiarsi nel centro… Ma quelli erano altri tempi. Tempi di gloria. Gli infortuni, soprattutto le operazioni all’anca, non hanno più permesso negli ultimi anni a Kuerten di essere “quel” Kuerten.
Il match perso oggi contro Mathieu (6-3 6-4 6-2) resterà l’ultimo di Guga. A 31 anni e con indosso la mitica maglietta gialloblu (quella del trionfo sorprendente del 1997) Kuerten lascia il centrale del Roland Garros portando con sé il ricordo di 43 settimane in vetta al ranking Atp, 5 Masters Series vinti in carriera e soprattutto delle tre coppe dei moschettieri alzate rispettivamente nel 1997, 2000 e 2001.

Prima di Guga, aveva sbrigato la pratica sul centrale il duo serbo Ivanovic-Djokovic. In due set la bella Ana (6-2 7-5 alla svedese Arvidsson), mentre con qualche affanno, soprattutto per un inizio match un po’ contratto, “Nole”, che dopo aver perso il primo set per 4-6, si riprende e chiude 6-3 7-5 6-2.

Non è riuscita invece a chiudere il suo match Sara Errani, unica azzurra impegnata domenica. Una sfida lunghissima quella dell’emiliana di Valencia contro Gisela Dulko. Dopo 23 minuti si era ancora sul 1-1 40 pari. Il primo set si è chiuso 6-4 per l’argentina quando il cronometro diceva un’ora e otto minuti. Una lotta dura con “Sarrita” a spingere con il diritto e a soffrire con il servizio come da copione. Nel secondo set la Dulko scappa via. Ma poi, quando sembra mettersi proprio male per la nostra, Gisela chiama il fisioterapista e lì comincia un altro match. La Errani recupera il secondo set (6-4) e vola sul 3-1 sotto una pioggia neanche tanto leggera. Poi la sospensione. Per pioggia? Per oscurità? Sinceramente non lo abbiamo capito. Tant’è, domani Sara dovrà entrare in campo concentrata per chiudere un match che le permetterebbe di sfidare la nuova beniamina di casa, Alizé Cornet, splendida finalista agli Internazionali di Roma.