da Parigi, Federico Ferrero
foto Ray Giubilo
Ma se l’addio degli italiani a Parigi è stato tutto sommato accettabile in campo femminile lo stesso non si può dire chez Volandrì: chiamato a giocarsi un posto nei quarti di finale dello Slam sulla sua superficie eletta Filippo è sceso in campo scarico, stanco, incapace di spingere. Tommy Robredo lo ha capito subito e non si è fatto irretire dall’improvviso ritorno del livornese dall’uno-cinque al cinque pari nel secondo set. La partita è finita lì, con sei giochi di fila del bel Tommy che in un colpo solo ha vendicato la sconfitta di Coppa Davis e ridimensionato le ambizioni di un Volandri che Roma aveva celebrato come quattrocentista potenzialmente campione: un vero peccato che gli Slam si giochino sui cinquemila metri. Il tennis di forza di Filippo, tecnicamente aiutato solo dal gran rovescio, non gli permette di reggere la distanza dei cinque set ripetutamente: le quattro ore di lotta con Ljubicic, nonostante il giorno di riposo, lo hanno fiaccato e alla sua età, considerate le sue caratteristiche, in prospettiva major questo crollo non è incoraggiante.
Chi la fatica pare non avvertirla è nonno Bjorkman, trentacinque anni e due primi turni (imparare da lui!) recuperati da due set a zero sotto, contro Luczak e Karlovic. Poi la vittoria in quattro su un rematore del rosso come Oscar Hernandez. Jonas, che giocò per la prima volta a Parigi nel 1994 ed esprime il suo peggior tennis sui campi lenti, sfida il campione del 1998 Carlos Moya per un posto nei quarti e, tra l’altro, si dedica anche al torneo di doppio dove sta facendo strada col fido Max Mirnyi. O Bjorkman è Robocop, oppure…
La partita della giornata, dal punto di vista tecnico, è stata quella sullo Philippe Chatrier tra Nikolay Davydenko e David Nalbandian. Scambi da standing ovation, tensione, la ‘mano’ incredibile di El Gordo (soprannome non molto carino, ma è il suo entourage ad averglielo dato: cercate su Internet se non sapete cosa significhi…) e le gambe e gli anticipi da Agassi del russo hanno dato spettacolo. Nalbandian è stato a un passo dal recuperare i due set di svantaggio ma Davydenko ha non ha mollato un metro di campo per tutto il match e ha meritato la sfida degli ottavi contro la mina vagante di questo torneo, Guillermo Cañas, che ha matato Juan ‘Pico’ Monaco.
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