Non ci aspettavamo altro, il terzo atto della stagione sulla terra rossa tra i primi due giocatori del mondo che questa volta si trovano finalmente uno contro l’altro nella finale del Roland Garros
Non ci aspettavamo altro, il terzo atto della stagione sulla terra rossa tra i primi due giocatori del mondo che questa volta si trovano finalmente uno contro l’altro nella finale del Roland Garros. Finalmente Federer-Nadal





Singolare Maschile
Chi si aspettava delle sorprese rimarrà deluso. Ma saranno certo in pochi, la maggior parti degli appassionati e degli addetti ai lavori già sono eccitati in vista della finale dell’edizione 2006 degli Open di Francia. La partita dell’anno, come l’hanno già ribattezzata in molti, vedrà di scena per la terza volta quest’anno sul rosso, dopo Monte Carlo e Roma, Roger Federer, numero uno del mondo e probabile uomo da Grande Slam, opposto a Rafael Nadal, uno che non perde al Roland Garros da ben 13 partite consecutive e che ne vince, consecutivamente sul rosso, 59. I pronostici andrebbe tutti a favore dello spagnolo, vera e propria bestia nera dello svizzero. Sia a Monte Carlo che al Foro Italico Rafa ha vinto, ma se nel primo caso ha dominato, nel secondo ha dovuto lottare pure lui faticando per più di 5 ore. Insomma, non è così certo che Rogi debba accontentarsi ancora del secondo scalino del podio, anche perché questo, per lui, è senza dubbio l’appuntamento clou, quello che, se portato a casa, lo catapulterebbe senza ombra di dubbio tra i migliori di sempre, forse "il" migliore di sempre. Eppure la strada per giungere fin qui, se per Nadal è stata, diciamo così, pianeggiante, Federer ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie. Non tanto per la durata o per la durezza della sua semifinale contro Nalbandian, che anzi è terminata prima del tempo causa dolori muscolari all’addome. Il problema è stato che finché il fisico dell’argentino ha tenuto, Federer è stato in grossa, grossissima difficoltà. Anche a Roma il basilese in semi si era dovuto liberare di David ma allora se l’era meritato ma oggi, almeno nel primo set e mezzo non ha proprio fatto nulla per giustificare il passaggio del turno, e tutto ciò per sua stessa ammissione. "Non riuscivo a combinare nulla di buono, mi limitavo a buttare la palla di là e vedere cosa succedeva", lo svizzero ha poi usato parole molto pesanti per descrivere la propria prestazione: "E’ stata una prova vergognosa". Per battere sua maestà Nadal servirà un altro Federer, quello di Roma, tanto per intenderci. Il giovane iberico come detto ha avuto molte meno grane visto che in tre set, di cui solo l’ultimo finito in bilico e al tie break, ha superato il croato Ivan Ljubicic.

LA FINALE
Federer c. Nadal

Singolare femminile
Se a 17 anni ti trovi a due punti dal match che ti spalanca le porte verso la finale del Roland Garros significa che le potenzialità le hai tutte. Se però sbagli il comodo dritto sopra la rete che ti porterebbe alla palla match allora vuol dire che per l’atto conclusivo non sei ancora pronta, mentalmente. Ecco in due righe la semifinale di Nicole Vaidisova che si è trovata a fare i conti con il braccino, o la cosiddetta paura di vincere se preferite quando nel tie break del secondo set, dopo aver vinto il primo, ha avuto l’occasione di mandare a casa Svetlana Kuznetsova, molto più esperta e ben più avvezza a certi palcoscenici. Purtroppo per lei però non è riuscito ad andare fino in fondo. Come detto, forse, paura di vincere. Già in avvio di secondo set la promettentissima ceca aveva avuto l’occasione di staccare l’avversaria, avanti due a zero però la russa è riuscita a trascinarsi al terzo set, grazie appunto alla grossa mano dell’avversaria. La partita decisiva poi è stata solo una formalità perché le sicurezze e la determinatezza della ceca sono andate a farsi benedire, così come la maggior parte di quei colpi che invece all’inizio andavano a spolverare le righe. E’ così che Svetlana, che quest’anno ha già vinto il Tier I di Miami, ha potuto giocare più rilassata nel terzo senza fare né strafare, ci pensava la sua avversaria a costruire ed abbattere. "Nel secondo set ha giocato in maniera incredibile – ha detto la russa – la mia avversaria trovava sempre le linee e tirava davvero forte, io non potevo far altro che limitarmi a rispedire la palla di là. Verso la fine si è innervosita e ha sbagliato troppo e poi io stavo meglio fisicamente; credo che abbia fatto la differenza anche un pizzico di esperienza in più". Tutto vero, ma sabato la sola esperienza non basterà, al di là della rete non ci sarà più un’acerba 17enne, ma la campionessa in carica di questo torneo, la belga Justine Henin. E, per di più, in un ottimo periodo di forma visto che ha eliminato la sua connazionale Kim Clijsters in soli due set concedendole solo 5 giochi. "So che sarà difficile – ha confessato Svetlana – Justine è probabilmente la più forte del circuito su questa superficie ma io non ho proprio nulla da perdere".

LA FINALE
Kuznetsova c. Henin

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di Gabriele Riva