Roger Federer riesce per la prima volta nell’impresa di vincere il torneo della città in cui è nato, Basilea. A farne le spese, come settimana scorsa a Madrid, Fernando Gonzalez. A San Pietroburgo vince invece Mario Ancic che si rilancia in chiave Masters-Cup. Inarrestabile Masha nel circuito femminile, dopo la vittoria a Zurigo, centra il bis a Linz e diventa numero 2 Wta
Che Roger Federer vinca ormai è una notizia solo per gli abitanti di Venere, che vinca in successione tornei su tornei pure. Ciò che invece è materiale utile per giornalisti ed editori è che ci sia riuscito a casa sua… a Basilea. Cosa che non gli era mai successa. E così, l’undicesimo titolo stagionale del più forte di ogni epoca, è arrivato nel torneo che una volta, da bambino (già promettente), l’ha visto, sì sul campo, ma dall’altra parte della barricata, a fare il raccattapalle. Diversi milioni di dollari di montepremi dopo, Roger è tornato su uno dei campi più veloci rimasti sul circuito e si è fatto, a discapito del proverbio e di colui che l’ha coniato, profeta in patria. E lo ha fatto a spese di Fernando Gonzalez, che di notte Federer se lo sogna nei peggiori incubi. Il cileno, poveraccio (si fa per dire) era già stato abbattuto a Madrid dove Roger andò via facile in tre set. Qui, nella rivincita, a distanza di una settimana, non è riuscito a invertire la tendenza, altri tre set a zero, come in terra castillana. Peccato per Mano de Piedra che in due settimane aveva raggiunto due finali a dir poco insperate che per lui valgono come una mezza vittoria anche perché, ora la Masters Cup non è più un sogno. L’unico guaio, e Fernando già lo sa, a Shanghai ci sarà anche quello che lo ha scherzato a Madrid e a Basilea.
Un altro che, pur senza grosse chance, a Shanghai preferirebbe andarci piuttosto che tornarsene in Croazia è Mario Ancic che a San Pietroburgo ha superato Thomas Johansson in due set “al sette” (di cui solo il secondo al tie-break) e ha conquistato la decima piazza in coda per il biglietto per la Cina. Ora l’ottava, l’ultima buona per andare nella terra degli Imperatori, è a soli 23 punti… si sa che i viaggi last-minute convengono sempre.
Nel frattempo Daniele Bracciali e Andreas Seppi si sono qualificati per il tabellone principale dell’ultimo Masters-Series dell’anno, quello di Parigi-Bercy. L’aretino, che era accreditato della quinta testa di serie, ha superato nell’ordine i due francese Gregory Carraz e Jo-Wilfried Tsonga, mentre l’altoatesino ha impiegato sei set per far fuori il polacco Lucasz Kubot, prima, e il russo Teimuraz Gabashvili.
di Gabriele Riva