da Londra, Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Tale e tanta era l’attesa da stadio che aveva animato la vigilia, che “The Ultimate Finale”, altresì ribattezzata “Legends Clash” (sono solo alcuni dei titoli con cui qui a Londra è stata presentata la finale) ha un po’ tradito le immani aspettative. Colpa, si fa per dire, di un Federer dominante per larghi tratti del match. Nadal è parso scarico sin dalle prime battute. Le ultime stille di energie di questo suo ”annus mirabilis”, Rafa le aveva spese nella maratona vittoriosa in semifinale contro Murray. A esemplificare la quasi rassegnata prestazione dello spagnolo, la mancata invocazione del “challenge” sul punto che ha regalato a Federer il quinto alloro nelle Atp World Tour Finals, dopo i successi del 2003, 2004, 2006 e 2007 (nel 2005 a Shanghai si era arreso in finale al quinto set a David Nalbandian).
Un dritto all’incrocio delle righe ha chiuso l’ennesima recita strepitosa del “Maestro” svizzero. L’applausometro è impietoso nei confronti di Rafa. La maggior parte dei 17.000 presenti sugli spalti della “02” sostiene Roger. A partire dal compagno di “lametta” Thierry Henry, accompagnato dal più famoso collega Diego Armando Maradona, entrambi accomunati da una certa predisposizione a colpire il pallone con gli arti superiori.
“London calling”, il motivo dei Clash che ha fatto da colonna sonora a questa edizione delle Atp World Tour Finals, accompagna l’ingresso in campo delle due leggende e buona parte del loro palleggio. La tensione sale. Lo speaker, che scandisce l’innumerevole sequenza di titoli vinti dai due contendenti, deve fare presto. Layani, l’ottimo giudice di sedia giustamente designato per l’ultimo atto della stagione, ha già chiamato il “time”.
I primi game del match sono abbastanza indicativi riguardo al ritmo impresso al match da Roger e Rafa. Quest’ultimo vince il sorteggio, ma preferisce rispondere. I primi 6 turni di battuta vedono il giocatore in risposta, aggiudicarsi complessivamente 3 punti (2 Federer, 1 Nadal). Lo svizzero forza la risposta ogni qualvolta deve fronteggiare una seconda. Il risultato non è quello sperato, in termini di punti, ma la strategia aggressiva dello svizzero produrrà comunque gli effetti sperati. Il primo passaggio a vuoto dello svizzero consente a Rafa di portarsi sullo 0-30, sul punteggio di 3-3. I quattro punti di fila targati Federer, inaugurano un parziale di 12 punti a 2 che decide il primo set (6-3). Nadal cede il servizio nell’ottavo gioco, dopo essere stato avanti per 30-0. L’accelerazione di dritto e il vincente di rovescio incrociato che decidono il game, sono poesia pura per Roger che tiene a zero l’ultimo turno di battuta del set: 15 a 2, il bilancio dei vincenti, 100% di punti con la prima. “Words are unnecessary” come dicono da queste parti. “I think in the beginning was unplayable”. La sintesi efficace del primo set è firmata da Rafael Nadal in conferenza stampa.
Nel secondo parziale, Roger si concede la stessa pausa caffè che nella giornata di ieri lo aveva visto regalare a Djokovic un vantaggio di 3-0, poi recuperato. Per quanto menomato, Nadal non è certo tipo da farsi scappare un’occasione così ghiotta.
Il peggior set della settimana per Roger si decide nel 4° gioco. La percentuale di prime scende al 42%. Non c’è traccia di rovescio vincente a tinte rossocrociate in un parziale che si chiude con uno splendido passante di rovescio slice del maiorchino: 6-3.
La resistenza di Rafa dura però sino all’1-2 del terzo set. Il break subito in un game in cui era avanti 40-15 e chiuso con una superba accelerazione di dritto dello svizzero, taglia definitivamente le gambe a Nadal che riesce comunque a trascinare ai vantaggi il suo avversario nel game successivo. Su un nastro si infrangono le sue già fragili speranze di rimonta. Net, set and match.
“So di non averti rovinato le vacanze – dice Roger a Rafa – perché hai avuto un anno straordinario“. La sconfitta, infatti, nulla toglie alla splendida annata del numero 1 che il suo torneo l’aveva già vinto, qualificandosi per la finale, dopo che lo scorso anno non era riuscito a conquistare nemmeno un set.
Federer, dal canto suo, chiude l’anno come l’aveva iniziato, vincendo. Si tratta della quinta vittoria al Masters, e dell’ennesimo record della sua inimitabile carriera. Raggiunti i primatisti Ivan Lendl e Pete Sampras.
Per il nostro sport è un bene che Roger abbia posto fine alla serie di successi del maiorchino, reduce dai 3 slam vinti consecutivamente a Parigi, Londra e New York. La rivalità continua. Con buona pace di quelli che fino a pochi mesi fa consideravano il duopolio, ormai morto e sepolto.
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Gli Highlights della finale
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Gli Highlights della finale di doppio vinta da Daniel Nestor-Nenad Zimonjic per 76 (6) 64 in 1 ora e 22 minuti di partita su Mahesh Bhupathi-Max Mirnyi.
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