Il forfait di Andy Murray per il Masters 1000 di Cincinnati ha regalato l'ufficialità: allo Us Open il circuito ATP avrà un nuovo numero uno del mondo. Sarebbe stato Rafael Nadal in caso di semifinale a Montreal, ma la sconfitta contro Shapovalov ha offerto una grandissima chance a Federer: ora è (quasi) tutto nelle sue mani. Una situazione impensabile solo otto mesi fa.
Si era capito da qualche settimana che sarebbe andata così, forse addirittura già dall’Australian Open, capace di mostrare al mondo del tennis come Roger Federer e Rafael Nadal avessero ancora tantissimo da dare allo sport che li ha resi delle celebrità. Tuttavia, l’ufficialità è arrivata solamente dopo il forfait da parte di Andy Murray per il Masters 1000 di Cincinnati: fra dieci giorni esatti, al termine del torneo dell’Ohio, il circuito ATP avrà un nuovo numero uno del mondo. Uno scenario impensabile fino a qualche mese fa, prima per lo strapotere di Djokovic e quindi per il dominio di Murray, ma reso possibile da due fattori: il terribile calo di rendimento di entrambi, e l’autentica rinascita di Roger e “Rafa”. La mente non può che tornare al 19 ottobre scorso, quando i due si trovarono a Manacor per l’inaugurazione della Rafa Nadal Academy: un momento da ricordare, con foto, sorrisi e abbracci, ma terminato senza che nessuno dei due indossasse le scarpe da tennis nemmeno per una semplice esibizione, perché alle prese con i problemi fisici che li hanno tenuti fuori dal campo a lungo nella seconda parte del 2016. Tre mesi dopo erano di nuovo insieme in campo, ma per la finale di un torneo del Grande Slam, quell’Australian Open che ha lanciato per entrambi una stagione sin qui magnifica. Nadal ha avuto un paio di battute d’arresto fra Wimbledon e Montreal, perdendo due incontri che non doveva perdere, mentre nei tornei che contano sul serio Federer è ancora imbattuto, ragion per cui la sua annata merita (sin qui) mezzo voto in più rispetto a quella dell’eterno rivale. Tuttavia, Federer ha saltato a piedi pari la stagione sulla terra battuta, che a Nadal ha fruttato la bellezza di 4.680 punti, e così è il maiorchino il primo a poter tentare l’attacco alla leadership di Andy Murray. Un attacco che poteva diventare sorpasso già con una semifinale alla Coupe Rogers, invece il KO agli ottavi di finale ha regalato allo scozzese ancora una settimana di vetta, ma non ha cambiato le carte in tavola. Per Murray sarà l’ultima, e visto quanti punti avrà da difendere nei prossimi mesi dovrebbe restare tale per un bel po’. Magari addirittura per sempre.DALL'ADDIO ALL'ARRIVEDERCI
La classifica in tempo reale parla chiaro: lunedì 21 agosto Murray avrà 7.150 punti, mentre anche in caso di sconfitta all’esordio a Cincinnati – o addirittura di assenza – Nadal ne avrà comunque 7.465. In sintesi, “Rafa” è già certo di scavalcare Murray, ma non è affatto scontato che gli basti per riconquistare quella leadership assaporata l’ultima volta il 6 luglio 2014, prima che tornasse nelle mani di Novak Djokovic. Il pericolo in agguato si chiama Roger Federer: davanti ai giornalisti – prima dell’eliminazione di Nadal – ha detto che sarebbe stato felice di ritrovare il rivale in cima alla classifica, ma in cuor suo spera di essere lui a prendere quel posto, e la sconfitta del maiorchino prima dei quarti di finale gli ha dato una bella mano. Se lo svizzero dovesse riuscire a vincere anche la Coupe Rogers, traguardo diventato molto probabile dopo la caduta di tutti i big eccetto Alexander Zverev, non solo riuscirebbe nella piccola impresa di fare cinque su cinque nei grandi tornei (Slam e Masters 1000) disputati nel 2017, ma nel ranking del prossimo lunedì salirebbe a quota 7.545 punti, solamente dieci in meno dei 7.555 di Nadal. In più, non va dimenticato che a Cincinnati lo spagnolo avrà da difendere i 90 punti del terzo turno di dodici mesi fa, una scadenza che – sempre ammesso che Federer vinca in Canada – permetterebbe a Roger di passare virtualmente al comando del ranking. Non sarebbe finita lì, visto che per rendere ufficiale il sorpasso dovrà comunque fare meglio (o ottenere lo stesso risultato) di Nadal a Cincinnati, altrimenti il maiorchino lo terrebbe dietro in extremis. Tuttavia, quello dell’Ohio è storicamente uno dei tornei in cui il tennis del campione di Basilea ha sempre funzionato a meraviglia, e anche la stanchezza non sembra un fattore: negli ultimi tre mesi e mezzo Roger ha giocato solamente 15 incontri, e con la doppietta Indian Wells-Miami ha mostrato di non avere particolari difficoltà nel vincere due tornei consecutivi. La strada verso l’ennesima impresa da ricordare è ancora lunga e difficile, ma ora Federer la conosce. E ha il motore per arrivare in fondo, e riprendersi quel trono a cui aveva detto addio il 4 novembre del 2012. Solo dopo ha capito che poteva trasformarsi in un arrivederci.
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