Lo svizzero passa indenne il test Florian Mayer, che a dispetto della classifica è un cliente molto ostico sui prati. Nel secondo set è stata partita vera. Adesso sfida aceman Karlovic. Nishikori la spunta con un irregolare Janowicz e in semifinale trova Seppi. 

L'incontro tra Roger Federer e Florian Mayer si può cominciare a raccontare dal primo gioco del secondo set. Il tedesco, dopo aver annullato una palla break, trova un po' di coraggio e lucidità e riesce a conquistare il primo game dell'incontro, salutato da un'ovazione del pubblico. Il set precedente, lo svizzero, gli ha rifilato un terrificante 6-0 in 19 minuti. Come nemmeno al cospetto di un parvenu. Ma Florian non è affatto un parvenu. La sua classifica, numero 487 al mondo (dopo i quarti ad Halle, scalerà circa 200 posizioni), è figlia della maledetta sfortuna che lo perseguita da sempre. Potenzialità enormi, un gioco tanto spettacolare quanto anomalo. Ma gli infortuni serissimi, alle dita prima e all'inguine poi, lo tengono fuori per tanto, troppo tempo. Nel secondo set, Roger, quasi si sorprende di trovarsi di fronte un avversario. Avversario che lo trascina al tiebreak senza rischiare più nulla (un match point annullato sul 5 a 4, nulla di più). Ma poi sparisce di nuovo, completamente. Come appagato, di aver evitato un umiliazione anche nella seconda frazione. 7 punti a 1, il punteggio del gioco decisivo. E semifinale per Federer. Un segnale confortante, per i tifosi tutti, in vista di Wimbledon. L'ostacolo per la decima finale e l'ottavo successo su questi prati sarà Ivo Karlovic. Il gigante, Ivo Karlovic. E a guardare i precedenti, pare quasi utopia che possa minimamente infastidirlo.

JANOWICZ GIOCA, NISHIKORI VINCE
Prima della vittoria di Federer, a mettere in scena un incontro spettacolare sono Jerzy Janowicz e Key Nishikori. Il giapponese, come da pronostico, ha la meglio. Ma deve combattere per tre set. I segnali positivi, comunque, vengono soprattutto dal polacco. Sempre incline all'autolesionismo, sempre sul baratro dello sconforto. Ma con larghi sprazzi dell'incontro giocati se non ai livelli, miracolosi, di quell'oramai lontano Wimbledon 2013, ma almeno con la consapevolezza di crederci. Di crederci e di credere ancora nel suo talento. Saette da fondocampo, deliziose smorzate come non ci fosse un domani. Nishikori vince il primo set, grazie al break ottenuto sul 5 a 4, e in cuor suo si aspetta che Jano scompaia. E invece Jano lotta. Nel secondo set, sull'1 pari, lo ottiene lui il break. Lo difende, con i denti e il fioretto. E non si perde d'animo quando, sul 5 a 4, al momento di servire per il set, pensa bene di sprecare due set point per poi regalare il break al giapponese. L'animo, questa volta, lo tiene a bada. Ricomincia a disegnare traccianti, riottiene un break di vantaggio e va a servire nuovamente per il set. La mano non trema, la testa non pensa. E siamo un set pari. E a questo punto il polacco ci crede. Ci crede troppo. Ed esagera. Palle corte senza senso alcuno, il servizio che non funziona più. Kei ottiene il break subito, all'inizio del terzo set. Resiste all'ultimo sussulto, di orgoglio, di Jano. Che pareggia i conti. Ma l'allungo decisivo, sull'1 a 2, è mortale. E il polacco non ha più la forza di rimettere in piedi l'incontro. Ad attendere l'allievo di Chang in semifinale, l'encomiabile Andreas Seppi ,che si sbarazza con bravura e con la complicità di un infortunio, di Gael Monfils. E sarà di certo un'altra battaglia. Che potrebbe anche regalarci un sorriso.  

ATP 500 HALLE – Quarti di finale
Roger Federer (SUI) b.  Florian Mayer (GER) 6-0 7-6
Ivo Karlovic (CRO) b. Tomas Berdych (CZE) 7-5 6-7 6-3
Kei Nishikori (GIA) b. Jerzy Janowicz (POL) 6-4 5-7 6-3
Andreas Seppi (ITA) b. Gael Monfils (FRA) 6-1 1-0 rit.