Lo svizzero raggiunge Juan Martin in finale ma quanta sofferenza contro un ottimo Davydenko che sfiora il colpaccio e si arrende per 4-6, 6-3, 6-4…

di Giorgio Valleris – foto Getty Images

 

Altro che passeggiata. Quello che, sulla carta, sembrava un match a senso unico o quasi si è rivelato molto insidioso per Roger Federer che questa finale di Rotterdam se l’è dovuta sudare più del previsto.

 

Prima di pensare a Del Potro c’è, infatti, da superare l’ostacolo Davydenko. L’inizio di gara del russo è ottimo mentre Federer appare un po’ distratto e atleticamente non al top. E così arriva il risultato che non t’aspetti e al termine di un primo set molto equilibrato Nikolay (49 Atp) strappa un 6-4 al campione svizzero.

 

Il copione del secondo set appare identico al precedente. Roger non riesce a pungere col dritto mentre il diagonle bimane di Davydenko è sempre molto insidioso. La svolta arriva sul 4-3 in favore del campione elvetico: l’avversario si lascia ingolosire e cerca una spettacolare volée in contropiede invece di appoggiare comodamente la palla nella porzione di campo più libera.

 

Il colpo esce di un paio di centimetri, non di più. Ma quest’errore regala a Federer il break decisivo. Nei momenti difficili il campione ritrova la forza per fare la differenza e chiude il gioco successivo con un perfetto ace che gli vale il secondo set chiuso per 6-3.

 

In apertura del terzo e decisivo set, Davydenko deve inventarsi una seconda di servizio al fulmicotone per non concedere allo svizzero l’ultimo dei quattro break point di un game molto lungo. Poi però torna a regnare grande equilibrio. Nel sesto gioco Roger concede una palla break all’avversario che però non capitalizza l’occasione e si fa raggiungere sul 3-3. Ancora pareggio dopo altri due giochi: 4-4. Poi però lo svizzero strappa la battuta al russo e, nel gioco successivo, sfrutta al meglio il primo match point vincendo un incontro più difficile del previsto per 4-6, 6-3, 6-4 dopo due ore e un 16 minuti di gioco.

 

Federer ha disputato un incontro discreto, senza particolari acuti. Più che convincente invece la prova di Davydenko che, fin dai primi 15, dimostra di aver lasciato ogni timore reverenziale negli spogliatoi per mettere in bella mostra un tennis aggressivo e di ottimo livello.

 

Domani ci sarà l’ultimo atto dell’edizione 2012 dell’Atp di Rotterdam: Roger Federer contro Juan Martin Del Potro. Forse la miglior finale che tifosi e spettatori potessero desiderare.

 


 

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