Alla vigilia della sfida di Indian Wells, Federer ha applaudito i progressi del futuro avversario Nick Kyrgios. Nonostante a 22 anni lui abbia vinto uno Slam, ritiene che non fosse al livello di Kyrgios. "Siamo giocatori con tante soluzioni: normale ci voglia un pochino di più per emergere. Ma quando ci sono da battere i migliori, Nick c'è. Una qualità preziosissima".Su Twitter, un appassionato di tennis ha paragonato il match Federer-Kyrgios a “La bella e la bestia”. Immancabile la risposta dell’australiano: “non oso chiederti quale sia io”. Visto che dall’altra parte della rete c’è l’icona di stile e di classe del mondo della racchetta, la risposta sarebbe fin troppo facile, eppure anche due giocatori agli antipodi come Federer e Kyrgios hanno qualche aspetto in comune. L’ha spiegato lo stesso Roger al sito dell’ATP: “Siamo due giocatori con un sacco di opzioni, e quindi per noi è difficile scegliere sempre quella giusta. Credo che Nick, rispetto a me alla sua età, sia più stabile ad alti livelli, perché ha già iniziato da un pezzo a battere i migliori (una volta Nadal e Federer, due Djokovic, ndr). Non credo che alla sua età io avessi fatto tutto ciò che ha fatto lui, e nemmeno che avessi un tennis già così importante, con un servizio a quei livelli. Non voglio dire che io sia arrivato più tardi, non lo penso, ma credo che il nostro stile di gioco richieda un po’ più di tempo per mettere a punto la parte mentale e quella fisica”. In realtà, all’età di Kyrgios lo svizzero ha vinto il suo primo Slam, nel 2003 a Wimbledon, ma l’australiano ha ancora tre tornei per eguagliarlo e non è detto che non ce la possa fare, specie ora che – sembra – aver compiuto un ulteriore salto di qualità, trovando quella continuità di risultati che gli era sempre mancata.
Ma le similitudini non si esauriscono al bagaglio tecnico molto ampio, e spaziano anche in altri aspetti. Da quello caratteriale, visto che anche Federer nei primi anni di carriera non era proprio un maestro dell’autocontrollo, e che pure lui – dopo aver chiuso a fine 2003 la collaborazione con Peter Lundgren – trascorse un periodo senza allenatore. Quello di Kyrgios è un po’ più lungo, ma dopo il KO con Seppi all’Australian Open il tennista di Canberra lasciò intendere di aver compreso la necessità di assumerne uno. A quasi due mesi di distanza non l’ha ancora fatto, e le recenti vittorie possono averlo spinto verso due strade totalmente opposte: o ha avuto la conferma di non averne bisogno, o si è convinto che, vista la materia prima che si ritrova nel braccio, un aiuto non può che fargli bene a sfruttarla a pieno. “Mi ha impressionato – ha continuato Federer – vederlo battere per due volte Novak, in due settimane consecutive e sulla sua miglior superficie. Spero che questi risultati lo aiutino a capire che se ci mette la testa e la concentrazione ogni settimana, può ottenere sempre traguardi di spessore. Magari ci vorrà un po’ di tempo, ma lui può vincere i grandi tornei. Quando conta, quando ci sono da battere i migliori, Nick c’è. È molto importante avere già alla sua età una qualità simile”. I due si sono affrontati soltanto una volta, nel 2015 al Masters 1000 di Madrid, quando lo svizzero mancò un match-point e si arrese per 6-7 7-6 7-6. Sembra tutto apparecchiato per la rivincita…