Lo svizzero commette ben 30 errori gratuiti, ma viene aiutato dai cali di concentrazione di Gasquet. Appena centra un break, il francese lo riperde subito. E nel finale ha commesso una grave ingenuità.
La stretta di mano tra Roger Federer e Richard Gasquet
Di Riccardo Bisti – 7 novembre 2013
Ha vinto Federer, ha vinto il più forte. Ma se fossimo in Richard Gasquet saremmo molto arrabbiati. Non è certo un disonore perdere contro lo svizzero, anzi era nell’ordine delle cose. I 79 minuti della 02 Arena di Londra hanno sancito l’undicesima vittoria di Roger su tredici scontri diretti. Qualcosa vorrà pur dire. Però, al di là delo scarso spettacolo offerto da questo 6-4 6-3, il francese ha confermato di avere grossi problemi di concentrazione quando affronta i migliori. Richard ha un grosso handicap: appena trova un break…lo riperde subito! In due partite al Masters, ha strappato per tre volte il servizio all’avversario, ma lo ha sempre riperso nel game successivo. Non puoi permetterti una debolezza del genere. Contro Del Potro gli era successo due volte, contro Federer ha giocato il suo peggior game dopo averlo acciuffato sul 4-4. Tre erroracci hanno spalancato a Federer le porte di un successo che lo spinge verso uno spareggio contro Juan Martin Del Potro. Dovesse qualificarsi, lo svizzero centrerebbe l’undicesima semifinale in dodici apparizioni alle ATP World Tour Finals, vinte in ben sei occasioni. L’unica volta che non ha passato il round robin risale al 2008. Probabilmente avrebbe vinto lo stesso, ma Gasquet gli ha dato una grossa mano a non tremare. E a non sudare.
A parte qualche splendido scambio sulla diagonale del rovescio, esercitazioni balistiche di alto livello, si sono visti parecchi errori. Federer prendeva subito il break, salendo 2-1. L’aggancio arrivava nell’ottavo game, quando Roger sbagliava un passante di rovescio su un tremebondo attacco del francese. 4-4, palla al centro. Subito dopo il gol, Gasquet spalancava la difesa e lasciava a Federer lo spazio per infilzarlo due volte. Tre erroracci da fondo sigillavano il set, con le telecamere che andavano a cercare gli sguardi corrucciati di Riccardo Piatti e Sebastien Grosjean. Richard partiva male anche nel secondo, cedendo ancora una volta il servizio e permettendo a Federer di fare quel che gli riesce meglio: gara di testa, come faceva Michael Schumacher ai tempi d’oro. A un certo punto, si è temuto che il secondo set fosse un massacro. Sul 2-0, Roger ha avuto una palla per il doppio break. Non l’ha sfruttata, ha consentito a Gasquet di restare in gara e qualche tremore, in effetti, è arrivato. Sul 4-3, la grande occasione. Federer saliva 40-15, ma il francesino estraeva due conigli dal cilindro. Due capolavori che finiranno su Youtube a tempo di record. Prima un rovescio lungolinea in precario equilibrio, poi una super-risposta di dritto. Ma sulla palla break compiva il suicidio perfetto. Federer accorciava, lui avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, e invece ha sparato una pallaccia che ha consentito allo svizzero di tirare un lob vincente. La partita è finita lì, e poco importa che abbia annullato cinque matchpoint nel game successivo, salvo arrendersi al sesto.
Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, Gasquet sa bene su cosa deve lavorare. Il tennis c’è sempre stato, la tenuta fisica è arrivata (ricordate la vittoria su Raonic a New York?), adesso deve migliorare i picchi di concentrazione, soprattutto quando affronta i più forti. Non è possibile che il numero 9 ATP subisca sistematicamente il contro-break. Dovrebbe leggere “Vincere Sporco” di Brad Gilbert, dove ci sono tanti trucchetti per giocare meglio nelle situazioni in cui è ancora deficitario. Se l’americano è salito al numero 4, mentre Richard non è mai andato oltre il numero 7, un motivo ci sarà. Riccardino saluterà il Masters con un’eliminazione nel round robin (salvo improbabili rovesciamenti nell’ultima giornata) e, dopo qualche giorno di vacanza, dovrà ripartire con la consapevolezza che la cima non è irraggiungibile. Ma dovrà scegliere gli aspetti giusti su cui lavorare. E Federer? Sabato affronterà Del Potro per la terza volta in tre settimane. Sarà un match decisivo. A Basilea ci ha perso, a Parigi ci ha vinto. Può ripetersi, a patto che registri il dritto. Contro Gasquet ha commesso ben 17 dei 30 errori gratuiti con il suo colpo preferito. Tempo fa, lo giocava anche ad occhi chiusi. Oggi le cose sono cambiate, ma Roger lo sa e sabato saprà esattamente cosa fare. I suoi tifosi si pongono solo una domanda: basterà?
ATP WORLD TOUR FINALS
Gruppo B
Juan Martin Del Potro (ARG) b. Richard Gasquet (FRA) 6-7 6-3 7-5
Novak Djokovic (SRB) b Roger Federer (SUI) 6-4 6-7 6-2
Roger Federer (SUI) b. Richard Gasquet (FRA) 6-4 6-3
Novak Djokovic (SRB) b. Juan Martin Del Potro (ARG) giovedì alle 21
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