34esima sfida Federer-Djokovic, con lo svizzero avanti 17-16. Nei quarti, Roger si è trovato a due punti dalla sconfitta contro Tsonga, ma poi ha dominato. Anche Nole ha ceduto un set.

Di Riccardo Bisti – 19 aprile 2014

 
A volte le partite sono decise da un solo punto. Lo sa bene Fabio Fognini, uscito dal match a causa di una cattiva chiamata arbitrale contro Jo Wilfried Tsonga. Il match-maratona tra il francese e Roger Federer, al contrario, è stato segnato da una statistica impressionante: Federer ha trasformato appena due palle break su diciannove. Nei primi due set, Tsonga ha dovuto fronteggiare palle break in quasi tutti i turni di servizio. Le ha cancellate tutte, ben tredici. Per rendere l’idea, a un certo punto aveva servito esattamente il doppio dei punti rispetto a Federer: 68 contro 34. Si sono visti sprazzi di grande tennis, Federer stava davvero bene. Si procurava palle break a grappoli con colpi eccezionali. Puntualmente, sciupava tutto. Da sinistra, il servizio in kick del francese lo ha spesso sorpreso. E quando la soluzione diventava un tantino prevedibile, Jo sorprendeva Roger con una bomba al centro. All’inizio del secondo set, all’ennesima occasione sciupata, e dopo il primo perso per 6-2, lo svizzero ha addirittura scagliato una palla fuori dal Centrale del Country Club, costringendo Gianluca Moscarella (insieme a Manuel Messina, la scuola degli arbitri italiani sta trovando due degni eredi del decano Romano Grillotti) a dargli un warning. Il merito di Federer è stato quello di non mollare mai, non perdere mai la fiducia, anche con qualche scelta tattica sbagliata. Alla fine è stato premiato, anche se si è trovato quattro volte a due punti dalla sconfitta: sul 5-6 ha servito sullo 0-30, poi nel tie-break si è fatto rimontare da 6-3 a 6-6, per l’entusiasmo del clan francese: i coach Nicolas Escudè e Thierry Ascione, più l’austera fidanzata Noura (nei giorni scorsi, alcuni tabloid francesi avevano parlato di matrimonio: voce smentita).
 
AGGRESSIVO E (UN PO’) FALLOSO
Quando Roger ha azzeccato la volèe a campo aperto che gli ha dato il secondo set, Tsonga è crollato sul piano mentale. Cancellare 15 palle break consecutive è stato uno sforzo enorme, insostenibile. Il terzo set è stato pura accademia, tanto che lo svizzero è volato rapidamente sul 5-0. Quando ha trasformato la prima palla break, Tsonga ha alzato bandiera bianca. Federer ha giocato con grande aggressività, prendendo anche più rischi del dovuto, soprattutto in risposta (qualche slice basso in più non gli avrebbe fatto male…). Alla fine sommerà 40 vincenti e 45 errori.  Inoltre si è presentato a rete 28 volte, raccogliendo 21 punti. E’ piaciuto sul piano mentale, arrabbiandosi senza mai perdere la lucidità. La bellezza del tie-break ha lavato via – in parte – la terribile percentuale sulle palle break. “La fiducia c’è – ha detto Federer, dopo aver ricordato il punto vinto sul 15-30 dell’undicesimo game del secondo set – ho giocato bene da fondo, il servizio era OK. Il mio gioco ha le basi giuste, e mi ha aiutato nei momenti difficili”. Secondo Tsonga, le condizioni meteorologiche hanno dato una mano a Federer. “Le palle sono diventate più pesanti, faceva freddo, quindi rimbalzavano meno. Così per Roger è stato più facile colpire dall’altezza della vita”. Il francese può comunque essere soddisfatto, perchè ha finalmente ritrovato il suo miglior tennis dopo un difficile avvio di stagione. In particolare, ha spesso comandato lo scambio con il rovescio. Chissà che non c’entri il ritorno al vecchio telaio (la Babolat AeroPro Drive) dopo aver usato per qualche mese la Pure Strike.
 
NOLE CAMBIA TATTICA
In semifinale, Federer se la vedrà con Novak Djokovic, e sarà un super-classico. Nell’ultimo match, giocato quasi interamente sotto i riflettori, il serbo si è imposto 4-6 6-3 6-1 contro il sorprendente Guillermo Garcia Lopez. Dopo un ottimo primo set, lo spagnolo ha avuto tre palle break per scappare via anche nel secondo, ma una volta persa l’occasione è totalmente uscito dal match, perdendo nove degli ultimi dieci giochi. “Ho cambiato tattica a metà del secondo set, trovando finalmente il giusto approccio. Da quel punto in poi, è stata un’ottima prestazione – ha detto Djokovic, che contro lo svizzero giocherà il 34esimo scontro diretto – Roger sta giocando alla grande, molto meglio del 2013. Per batterlo, dovrò essere al top”. Attualmente, il bilancio degli scontri diretti è di 17 a 16 per Federer, dunque il serbo punta all'aggancio. Djokovic ha vinto gli ultimi quattro Masters 1000 e spera di allungare la serie. In caso di vittoria, salirebbe a 19 successi, due in meno di Federer e sette in meno del recordman Nadal. Ma lo spagnolo, per questa settimana, sa già di non poter incrementare il bottino. 
 
MASTERS 1000 MONTE CARLO – QUARTI DI FINALE
Stanislas Wawrinka (SUI) b. Milos Raonic (CAN) 7-6 6-2
David Ferrer (SPA) b. Rafael Nadal (SPA) 7-6 6-4
Roger Federer (SUI) b. Jo Wilfried Tsonga (FRA) 2-6 7-6 6-1
Novak Djokovic (SRB) b. Guillermo Garcia Lopez (SPA) 4-6 6-3 6-1