di Marco Caldara – foto Makers
Tommy Robredo ha sempre avuto le idee chiare. Lo scorso giugno, al rientro dopo uno stop di sei mesi per un problema muscolare alla coscia sinistra, vinse due Challenger consecutivi in Italia (a Caltanissetta e Milano), dichiarando di puntare dritto ai top 10. Un traguardo che conosce bene, essendovi stato per oltre un anno a cavallo fra 2006 e 2007 (con un apice da numero 5 Atp), ma forse lontano dalla sua attuale portata. Eppure lui non ha smesso di crederci, malgrado il primo impatto con tour maggiore non sia stato dei più facili, e ne ha avuto ragione. A Buenos Aires è tornato in semifinale, a Casablanca ha finalmente potuto riassaporare la gioia del successo, disputando un ottimo torneo. Dopo aver eliminato ai quarti Benoit Paire (4) e in semifinale la prima testa di serie Stanislas Wawrinka (tornando a superare un top 20 dopo parecchio tempo), Tommy ha battuto in finale il sudafricano Kevin Anderson, numero due del torneo, facendo valere la sua maggiore attitudine alla terra battuta e mostrandosi più cinico nei momenti decisivi.
È finita 7-6 4-6 6-3, dopo 2 ore e 19 minuti, con Robredo in ginocchio, sulla stessa terra che nel lontano 2001 gli consegnò la prima finale Atp in carriera, lasciandone intendere grandi qualità. Che la sua ripartenza arrivi proprio dal Gran Prix Hassan II, forse, è tutt’altro che un caso. “Sapevo che qui avevo la possibilità di disputare un gran torneo – ha detto – e per questo dopo Indian Wells mi sono allenato duramente per quasi un mese. Desideravo davvero questo successo, e per questo a tratti sono stato molto nervoso, ma l’importante è che ce l’ho fatta. Sono davvero felice di essere tornato al successo nel circuito, questi punti per me sono importantissimi, e mi aiuteranno a continuare la mia scalata in classifica”.
Scivolato al gradino numero 471 lo scorso giugno, Robredo è tornato nei top 100 a febbraio, e con i 250 punti del suo undicesimo successo Atp (giunto a oltre due anni di distanza dal decimo, Santiago 2011) è quest’oggi alla posizione numero 43. I top ten distano ancora una vita, ma anche in questo caso lo spagnolo ha dimostrato di esserci, e – non avendo punti da difendere da qui a giugno – non è da escludere che li possa avvicinare veramente. Raggiungerli sarà dura, ma lo spagnolo dice di puntare forte sul Roland Garros, e di questo passo c’è da credergli.