Roberto Bautista Agut vuole provare a ripetere lo splendido inizio di 2016, quando nel giro di un mese vinse due tornei e sfiorò i quarti a Melbourne. È già a buon punto grazie al successo all’ATP 250 di Chennai, quinto titolo in carriera, e può tornare a sognare un posto fra i primi 10 del mondo.C’è stato un momento, all’inizio del 2016, in cui Roberto Bautista Agut sembrava pronto per tentare l’assalto ai primi 10 del mondo. Nel giro di un mese raccolse 680 punti, vincendo ad Auckland e Sofia e sfiorando i quarti di finale all’Australian Open. Non è andata come si pensava, ma il 28enne di Castellon de la Plana potrà riprovarci quest’anno, grazie a un avvio ancora migliore rispetto alla scorsa stagione, incoronato dal successo dell’ATP 250 di Chennai. Dodici mesi fa in terra indiana “Bati” cadde nei quarti di finale, mentre quest’anno si è salvato in un match delicatissimo contro Mikhail Youzhny, rimontando prima uno svantaggio di 6-2 4-1 e poi un 1-3 al terzo, e la sua settimana è svoltata, fino a permettergli di sedersi accanto a Novak Djokovic e Grigor Dimitrov sul trono a tre dei vincitori della settimana. E mentre gli altri due hanno dovuto sudarsi il titolo per tre set, la sua finale è stata poco più di una passeggiata, contro il debuttante russo Daniil Medvedev. Il ventenne di Mosca, entrato fra i top-100 sul finire dello scorso anno, ha raggiunto un risultato di spessore sfruttando un tabellone non proprio irresistibile, ma è ancora troppo acerbo per pensare di vincere un torneo, specialmente contro un tennista ben più navigato dello spagnolo, all’undicesima finale in carriera a quattro anni esatti dalla prima, giocata (e persa) nel 2013 proprio sul cemento dell’Aircel Chennai Open. Il gigante russo di base a Cannes ci ha provato coi suoi colpi piatti, ha mostrato doti interessanti ma anche tanti margini di miglioramento, cedendo 6-3 6-4 in soli 73 minuti, senza mai riuscire a mordere in risposta. La ritiene il suo colpo migliore, ma in dieci turni di servizio del rivale ha vinto appena otto punti: impossibile anche solo giocarsela alla pari.
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RIPARTE LA CACCIA AI TOP-10
L’impressione, anche se i due si sono incrociati solo di rado (per Medvedev era appena il sesto torneo in carriera nel circuito maggiore), è che Bautista avesse ben chiara la strategia da attuare. Ha giocato senza strafare, con la solita intelligenza tattica che l’ha reso un avversario ostico anche per i primissimi (vero Djokovic?), e visto che la palla del russo non fa particolarmente male ha potuto mandarlo fuori giri con una velocità di crociera non elevatissima. Si è limitato a mettere sempre in campo una palla in più, obbligando Medvedev a muoversi e rischiare, a sbagliare, e si è accontentato di un break per set. Nel primo è scappato via già nel quarto game, mentre nel secondo è stato costretto a inseguire fino al 3-4, ma senza mai correre rischi. Poi, dopo che il russo si è fatto trattare dal fisioterapista per un fastidio alla coscia, il valenziano ha piazzato la zampata vincente, aiutato da un game terribile del rivale. Tutta la tensione accantonata nel corso della sua miglior settimana in carriera (che lo porterà al numero 65: già vicino all’obiettivo stagione di top-50) gli ha chiesto il conto nello stesso momento: con due doppi falli intervallati da un diritto in rete ha consegnato allo spagnolo una palla-break dal sapore di match-point. Il numero 14 del mondo l’ha concretizzata con un ottimo passante di rovescio e quattro punti dopo era pronto ad alzare al cielo il suo quinto titolo in carriera. E chissà che, con un anno d’esperienza in più, non riesca a completare la rincorsa ai primi 10 tentata invano nel 2016. Con la splendida finale al Masters 1000 di Shanghai ha dimostrato di poter lottare anche per i tornei che contano, e dopo un breve periodo di assestamento, con tre primi turni consecutivi a chiudere il 2016, è di nuovo con le braccia al cielo. Era solo questione di tempo?

ATP 250 CHENNAI – Finale
Roberto Bautista Agut (ESP) b. Daniil Medvedev (RUS) 6-3 6-4