NEW HAVEN – Nel giorno dell’eliminazione al primo turno di Errani e Pennetta, Roberta Vinci dispensa lezioni di tennis a una Eugenie Bouchard sempre più irriconoscibile, lasciandole solo un gioco. Un buon viatico da sfruttare allo Us Open.Non capita spesso che tre italiane su quattro cadano al primo turno di un torneo WTA. Nella settimana di transizione fra i due grandi Premier Five estivi e gli Us Open, è successo sul cemento del Connecticut Open di New Haven, dove la sola a salvare la bandiera tricolore è stata Roberta Vinci. Proveniente dalle qualificazioni aveva il match sulla carta più complicato, contro l’incognita Eugenie Bouchard. Fortunatamente per la tarantina, la versione 2015 della stellina canadese non ha nulla a che vedere con quella che appena dodici mesi fa arrivava in finale a Wimbledon, posando la prima pietra di una carriera che pareva destinata a brillare a lungo. Invece, dall’Australian Open in poi ha raccolto una valanga di delusioni, vincendo appena 4 dei successivi 19 incontri e scivolando al numero 24 WTA. Sognava di interrompere il tracollo separandosi da coach Sam Sumyk, ingaggiato a febbraio ma incapace di farla svoltare, invece sembra non conoscere la via d’uscita. Per una coi suoi mezzi basta poco per svoltare, ma per adesso la fine del tunnel sembra ancora lontana. Ne ha approfittato la Vinci, alla quale va il merito di aver giocato un match praticamente perfetto, riassunto nel 6-1 6-0 con cui l’azzurra ha fermato il cronometro in appena 61 minuti. Ha ceduto il primo game, poi ne ha vinti dodici di fila con il solito concentrato di talento, tattica e varietà, che ha mandato il tilt il già malandato computer dell’avversaria. In attesa di qualche test più indicativo, come potrà essere quello in arrivo al secondo turno (probabilmente contro Caroline Wozniacki), una conferma in più in vista dello Us Open, lo Slam che fra 2012 e 2013 le ha regalato le migliori soddisfazioni. Dopo una prima parte di stagione a intermittenza, sul cemento americano la pugliese ha mostrato già tre volte di aver ritrovato il suo miglior tennis, e chissà che a New York non possa stupire di nuovo.
ERRANI, QUANTI RIMPIANTI!
I segnali positivi lanciati dalla Vinci sono controbilanciati dalla debàcle delle compagne di Fed Cup. Dopo il ko di Camila Giorgi nella giornata inaugurale, hanno perso all’esordio anche Sara Errani e Flavia Pennetta, entrambe incapaci di portare a termine con successo un match che le aveva viste in vantaggio. L’amarezza più grande è per la romagnola, battuta 6-2 4-6 6-4 dalla francese Kristina Mladenovic, dopo un terzo set costellato da occasioni mancate. Prima tre palle per il doppio-break, due sul 2-0 e un’altra da sapore di match-point sul 4-2, poi una chance per salire 5-3, quindi due occasioni per rimanere in partita dopo il sorpasso della rivale, decisamente più concreta nei momenti importanti. Deludente, ma meno difficile da digerire, anche il KO di Flavia Pennetta, fermata dalla qualificata slovacca Magdalena Rybarykova (finalista in carica a New Haven). Decisive, dopo che l’azzurra ha strappato al tie-break il primo set, le fasi iniziali del secondo parziale. La rivale è scappata 2-0 vincendo un game da 30 punti, con sei palle break e addirittura otto chance per l’1-1, e una volta messo il naso avanti è diventata padrona del match, scivolato via senza particolari difficoltà sino al 6-7 6-3 6-1 finale. Per sognare un bel risultato a New York serve qualcosa in più, ma guai a darle per spacciate. Entrambe hanno spesso dimostrato di saper giocare al meglio proprio nei tornei del Grande Slam.
WTA PREMIER NEW HAVEN – Primo turno
Roberta Vinci (ITA) b. Eugenie Bouchard (CAN) 6-1 6-0
Kristina Mladenovic (FRA) b. Sara Errani (ITA) 6-2 4-6 6-4
Magdalena Rybarikova (SVK) b. Flavia Pennetta (ITA) 6-7 6-3 6-1
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