L'immagine più bella, a modo suo poetica, è il sorriso di soddisfazione dopo aver chiuso la partita. Per carità, persino Lendl e McEnroe sorridevano dopo una vittoria. Ma lo sguardo di Roberta Vinci è radioso, contagioso. Trasmette gioia sincera, persino lo spettatore più arido non può che essere contento. Dopo i 5-6 mesi più difficili della sua carriera e una classifica che l'ha vista uscire addirittura dalle top-50, Roby (guai a chiamarla Robertina, soprannome mandato in archivio anni fa) ha magicamente ritrovato il suo tennis. Ha rifilato “bagel” come se piovesse nei tornei di avvicinamento allo Us Open e gli dei del tennis l'hanno premiata con un tabellone incredibile, talmente bello da sembrare magico. Roberta è negli ottavi a Flushing Meadows dopo la vittoria contro Mariana Duque Marino, ragazza colombiana di medio livello, meno forte di quel che si pensava qualche anno fa. E' finita 6-1 5-7 6-2 ma il risultato è bugiardo. Questa Roberta, è nettamente più forte di Mariana e lo ha dimostrato fino al 6-1 4-1. Poi però si è distratta, forse ha pensato alla grande occasione, e ha consentito alla sudamericana di rimontare da 3-5 (con due matchpoint consecutivi!) e aggiudicarsi addirittura il secondo set. Ma tanti anni di esperienza serviranno pure a qualcosa: nel terzo set tutto tornava a posto e il sorriso – gaudente, radioso – si faceva spazio in un viso grazioso ma segnato da una carriera lunga e faticosa. La separazione tecnica con Sara Errani l'aveva destabilizzata, i risultati non arrivavano più. Il punto più basso? La mancata convocazione per Italia-Stati Uniti di Fed Cup. Piano piano le cose sono migliorate, ha perso qualche chilo, non ha mai smarrito la fiducia in Francesco Cinà, e ha cambiato attrezzo. Oggi gioca con una racchetta dipinta di nero che nasconde chissà quale segreto. Noi vediamo uno slice radente e profondo, il servizio più incisivo e le volèe sono sempre le migliori del tour.
L'OCCASIONE DELLA VITA?
Adesso è negli ottavi, a un passo dai quarti già ottenuti nel 2012 e nel 2013, le sue migliori prestazioni in uno Slam. Roberta ha giocato una trentina di Major senza mai raggiungere la seconda settimana, poi ci ha preso gusto ed è arrivata a tanto così dalle top-10. Beffa delle beffe, si è arenata in 11esima posizione. Si è consolata con la leadership in doppio, ma un pizzico di amarezza resta. Poi è subentrata la crisi e la sua carriera sembrava entrata in una spirale irreversibile. Nessuno le avrebbe rimproverato nulla. Invece adesso si gioca quello che può essere lo Slam della vita. Negli ottavi sfiderà Eugenie Bouchard, ex fenomeno che sembra essersi ritrovata proprio a questo Us Open. Un paio di allenamenti con Jimmy Connors sono bastati? Difficile a dirsi, intanto ha vinto tre partite di fila e ha superato Dominika Cibulkova in una partita molto dura. Non vinceva così tanto dall'Australian Open. Ma noi abbiamo ancora negli occhi la lezione di tennis (perché di lezione si è trattato) di dieci giorni fa a New Haven. Le ha lasciato un game, le ha nascosto la palla. L'ha stordita a tal punto che "Genie" sembrava un fantasma nell'happening Nike di qualche ora dopo. Adesso è di nuovo ottimista, qualcuno sussurra di una vicinanza “sospetta” con Grigor Dimitrov, ma è una partita ampiamente alla portata di Roby. Certo, in panchina ci sarà il carima di Jimmy Connors, ma il destino è stato scritto. Adesso Roberta dovrà cercare di afferrarlo e centrare un risultato che solo due mesi fa sembrava fantascienza. Lei può fare gli scongiuri, noi dobbiamo sottolinearlo: se-mi-fi-na-le. Essì, perché l'eventuale avversaria nei quarti scaturirà dal match Makarova-Mladenovic: forti, ci mancherebbe. Ma in un quarto Slam si può sperare in qualcosa di meglio?
US OPEN 2015 DONNE – Terzo Turno
Roberta Vinci (ITA) b. Mariana Duque Marino (COL) 6-1 5-7 6-2